La misura appena approvata dal Senato si pone obiettivi ambiziosi e mobilita risorse importanti: saranno quasi otto milioni le famiglie interessate. Un provvedimento storico, non privo però di criticità. C’è tempo fino a luglio per porvi rimedio.
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A un anno e mezzo dall’avvio del reddito di cittadinanza, sono in molti a chiedere un tagliando. Troppi i poveri esclusi dalla copertura e i non poveri che invece ne beneficiano. E spicca l’assenza di differenziazioni su base regionale.
I dati sul reddito di cittadinanza contenuti nel Rapporto Inps indicano la necessità di alcune correzioni. Ma la misura rimane uno strumento essenziale per garantire dignità e sicurezza economica alle famiglie in difficoltà, specie in tempi di Covid-19.
L’eccezionalità della situazione determinata dal lockdown rendeva probabili gravi perdite di reddito per autonomi e altre tipologie di lavoratori. Che però avrebbero avuto difficoltà a dimostrarle. Ecco perché il bonus da 600 euro non prevedeva condizioni.
La Camera ha approvato l’assegno unico universale per i figli fino a 21 anni. Non si conosce ancora quale sarà il suo ammontare. Alcune simulazioni mostrano i possibili effetti redistributivi della misura e quelli sul reddito disponibile delle famiglie.
Il reddito di emergenza si giustifica con la necessità di disporre di uno strumento adatto a rispondere a una crisi grave e improvvisa. Dovrebbe essere facilmente accessibile ed erogato velocemente. E può aiutare a migliorare il reddito di cittadinanza.
Nella crisi causata dalla pandemia il reddito di cittadinanza andrebbe trasformato in un reddito di base parziale. Si avrebbe così una semplificazione e una standardizzazione degli interventi, per garantire una rete di protezione costante nell’emergenza.
Il reddito di cittadinanza sembra avere un occhio di riguardo per le famiglie in affitto. In realtà, a parità di canone o di reddito, le iniquità sono tante. Differenze anche con la pensione di cittadinanza. Eppure, la soluzione sarebbe a portata di mano.
La povertà non è un fenomeno univoco, ma il reddito di cittadinanza non ne tiene conto. Le soglie che la definiscono cambiano infatti da Nord a Sud, perché diverso è il costo della vita. Ignorate pure le esigenze specifiche delle persone con disabilità.
Dopo le sentenze del Consiglio di Stato, il governo ha escluso i trattamenti di disabilità dal conteggio del reddito familiare per il calcolo dell’Isee. E sostituito il sistema di franchigie con un aumento del peso dei componenti disabili. Ma le modifiche sembrano favorire le famiglie più ricche.