È apprezzabile che Governo e pubblica amministrazione ricorrano sempre più spesso a procedure di nomina fondate sulle manifestazioni di interesse. Ma non basta pubblicare i curricula, occorre motivare i criteri in base ai quali si effettua la scelta. La vicenda della presidenza Istat.
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TORNA A DELUDERE LA PRODUZIONE INDUSTRIALE
I dati sulla produzione industriale hanno ripreso a deludere. Fatto 100 l’indice della produzione industriale pre-crisi (quello dell’aprile 2008 quando si raggiunse il punto più alto della ripresa 2006-08), nel mese di maggio il dato della produzione industriale (depurato dalle componenti stagionali) ha fatto registrare un deludente 74,7, in calo dell’1,2 per cento rispetto all’aprile 2014 e dell’1,8 per cento rispetto al maggio 2013.
Si fa presto a dire che gli strumenti chiave per la disciplina europea di bilancio sono il saldo strutturale e il cosiddetto output gap. In realtà si tratta di stime complesse e tutt’altro che univoche, oltre che di regole di quasi impossibile comprensione per un cittadino di media cultura. Entriamo in questo rompicapo. Avvertenza: se non capite, non siete stupidi; forse stupide sono queste regole di Bruxelles.
Quanto influiscono le tecnologie sullo scarso numero di libri letti da bambini e ragazzi? Hanno tutte un effetto negativo o alcune possono stimolare curiosità e condivisione? E quanto conta la famiglia? Un’analisi sui dati dell’Istat. Con una speranza per il futuro e qualche dubbio.
Dall’ultimo rapporto Istat sul capitale umano emerge un’enorme disparità di genere. Soprattutto perché, come dimostrano molti studi di economia comportamentale, le donne hanno una minore propensione alla competizione e sono meno sensibili agli incentivi monetari. È possibile invertire la tendenza?
Sulla valutazione della riforma Fornero si sono concentrate, giustamente, molte aspettative da parte dell’opinione pubblica, dei policy maker e della comunità scientifica. I motivi sono molti.
Si tratta di una delle riforme più controverse del nostro passato recente. È stata promossa e implementata da un’economista molto conosciuta, che nella legge di attuazione ha voluto che si introducesse formalmente e per la prima volta in Italia un esercizio di valutazione.
Nel ringraziare l’Istat per la replica alla mia nota del 4 settembre, mi preme innanzitutto precisare che in essa non vi era alcuna critica all’Istituto, ma anzi un apprezzamento indiretto per la mole di informazioni comunque messa a disposizione del pubblico.