La sentenza della Corte costituzionale tocca pilastri portanti della legge Calderoli. Si concentra sulle funzioni e non sulle materie e disegna un regionalismo cooperativo. Può essere la base per una nuova stagione di discussione sul federalismo fiscale.
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La decisione della Consulta impone una revisione radicale dell’architettura della legge sulla autonomia differenziata. I rilievi toccano punti cruciali: dall’impossibilità di devolvere intere materie, alla questione dei Lep, al ruolo del Parlamento.
I rilievi della Corte costituzionale sulla legge per l’autonomia differenziata segnalano i vizi di una interpretazione del regionalismo che mette al centro rivendicazioni prive di solidi ancoraggi. Bisogna tornare al modello di sussidiarietà.
I ricorsi alla Consulta proposti da quattro regioni tratteggiano una mappa dei possibili profili di incostituzionalità della legge Calderoli. Per gli aspetti finanziari vanno dalla definizione dei Lep agli effetti sui conti pubblici, alle compartecipazioni.
Con l’approvazione del Ddl Calderoli si confermano i pericoli di sostenibilità finanziaria a livello nazionale e di iniquità tra territori. Mentre manca ancora un meccanismo di finanziamento e perequazione delle funzioni già oggi attribuite alle regioni.