I dati Invalsi hanno certificato che gli studenti del Mezzogiorno ottengono risultati molto al di sotto della media nazionale in tutte le prove e per ogni grado di scuola. Centrale è la qualità dell’insegnamento. Ed è lì che bisognerebbe intervenire.
Tag: Maria De Paola Pagina 4 di 5
In un anno di governo Lega-M5s sono state poche le risorse messe a disposizione del sistema formativo. Gli interventi hanno risposto spesso a problemi contingenti. E non c’è nessun impegno a sanare le diseguaglianze che caratterizzano la scuola italiana.
La misurazione delle competenze degli studenti è uno strumento di conoscenza molto utile. Permette per esempio di evidenziare le differenze territoriali, sociali e di genere che caratterizzano la scuola italiana. Molti però sembrano volerne fare a meno.
In Italia l’istruzione paga anche se meno che altrove. Il rendimento però non tende ad aumentare al crescere del livello di istruzione. Indicando che il mercato del lavoro italiano è incapace di premiare i livelli più elevati di qualificazione.
Si può davvero tracciare un parallelismo tra populismo e fascismo? Entrambi sembrano far leva sullo scontento. Per esempio, subito dopo la prima guerra mondiale, c’è un legame tra numero di caduti sul fronte e voti a favore del movimento fascista.
Solo in Italia nella gig economy lavorano oggi circa 700 mila persone. È un fenomeno in evoluzione. Per questo, regolamentarlo è importante, per tutelare i lavoratori, ma anche le imprese. I risultati di uno studio della Fondazione Debenedetti.
La legge di bilancio 2017 aveva introdotto il Fondo per il finanziamento delle attività base di ricerca. Via via le risorse sono state tagliate. E il meccanismo di assegnazione non ha funzionato. Ma si poteva intervenire per renderlo più efficace.
Le donne continuano a guadagnare meno degli uomini e a rimanere segregate nelle posizioni più basse della scala gerarchica. Secondo alcuni studi, ciò può dipendere anche da norme sociali che “sconsigliano” di impegnarsi pienamente nel mercato del lavoro.
La parte più disagiata della popolazione ha dato fiducia al M5s e l’effetto è trainato dal Sud. Ma non tanto per il reddito di cittadinanza, quanto per le facce nuove. Che non hanno i molti demeriti accumulati dalla classe dirigente del Mezzogiorno.
La valutazione delle politiche pubbliche dovrebbe essere una fonte di informazione chiave per i cittadini. Tanto più quando ci si appresta a eleggere un nuovo parlamento. L’Italia è ancora indietro in questo campo. Ma si vedono segni di miglioramento.