In Europa torna lo spettro della stagflazione: uno scenario di bassa crescita e alta inflazione. Per evitare il peggio occorre che le banche centrali agiscano sulle aspettative e sul tasso di interesse reale. Due lezioni dagli anni Settanta.
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L’ex-ministro dell’economia Giulio Tremonti ha sottolineato ancora una volta che non introdurre una banconota da un euro, come per il dollaro negli Stati Uniti, fu “un errore”. Il tema è sempre stato caro all’ex-ministro. Riproponiamo, a vent’anni di distanza, un commento di Luigi Guiso a questa proposta.
Negli ultimi mesi l’inflazione negli Stati Uniti è passata dall’1 al 5 per cento. La lettura prevalente è che si tratti di aumenti di carattere transitorio e reversibili. I paesi europei possono imparare qualche lezione dall’esperienza Usa?
El Salvador ha deciso di dare corso legale al bitcoin e di garantirne la conversione in dollari per i residenti. È un esperimento con alcune opportunità e molti rischi per un’economia debole, che dal 2001 ha adottato il dollaro come moneta ufficiale.
Per ora si tratta solo di un’opzione al vaglio della Bce ma la prospettiva di una terza forma di moneta, a metà fra contante e riserve digitali, solleva già interrogativi. Perché in gioco, al di là del progresso tecnico, c’è l’intera politica monetaria.
La dimensione digitale del denaro ha sviluppato un vasto mercato privato dei pagamenti elettronici, che suscita l’attenzione delle banche centrali. Per il momento, per la Bce la prudenza è d’obbligo. Anche perché molti preferiscono ancora le banconote.
Cambiamenti strutturali dell’economia hanno spinto la Fed ad adottare una nuova strategia di politica monetaria, per non consolidare aspettative di inflazione al ribasso. Le altre banche centrali la seguiranno in questo percorso (ancora) più espansivo?
Per contrastare la rapida caduta della domanda e dell’offerta è meglio utilizzare la spesa pubblica finanziata attraverso l’emissione di moneta o i trasferimenti di moneta ai privati? Dipende dagli effetti redistributivi e dalla fase economica.
Con il Quantitative easing le banche centrali non hanno creato moneta, bensì base monetaria. E le banche hanno tesaurizzato queste “riserve” perché prive di rischio nominale e reale, per l’impegno della Bce di conservare stabile il livello dei prezzi.
L’incompletezza dell’unione monetaria dà un pericoloso alibi ai governi nazionali, soprattutto quando non sanno proporre un disegno coerente per il futuro del loro paese. La risposta è una struttura istituzionale europea che punti a una maggiore equità.