Continuano in Francia gli scioperi di diverse categorie contro la riforma delle pensioni. Sindacati e governo restano lontani da un accordo e la protesta dimostra che riformare la giungla di quel sistema pensionistico è tanto necessario quanto complicato.
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Nella giornata della Terra, con una cerimonia alle Nazioni Unite, paesi di tutto il mondo metteranno la firma ufficiale all’Accordo sul clima raggiunto a Parigi a fine 2015. Perché funzioni ci sono questioni ancora da risolvere e servono risorse e investimenti, ma la strada sembra ben tracciata.
Nella lotta ai cambiamenti climatici meritano una particolare attenzione i gas diversi dall’anidride carbonica, ma che hanno effetti significativi sulla crescita della temperatura. Sono emissioni destinate ad aumentare, benché riducibili in parte senza costi. Il bilancio carbonico del pianeta.
La Francia ha subito due attacchi terroristici nel 2015. Se a gennaio gli effetti economici sono stati tutto sommato contenuti, ora le conseguenze potrebbero essere più pesanti. Il turismo è tra i settori più colpiti. Come cambiano consumi e mercato immobiliare. I costi dei controlli alle frontiere.
Dal 30 novembre all’11 dicembre a Parigi si discuterà di clima. Le speranze sono molte, ma la possibilità di un accordo dipende dalla soluzione della dicotomia tra responsabilità storiche ed emissioni attuali. La Conferenza segnerà al massimo l’inizio di un processo lungo e ancora irto di difficoltà.
Due terzi delle emissioni climalteranti provengono dal settore energetico. Che infatti affronta una transizione epocale, da cui dipende il futuro dell’ambiente. Il banco di prova della conferenza di Parigi tra scelte dei due “sorvegliati speciali” e necessità di forti investimenti in rinnovabili.
Nel 2014 le emissioni mondiali di anidride carbonica non sono aumentate. È una buona notizia. Ma la riduzione va analizzata bene, per capire se si tratta di una promettente modifica strutturale o di una semplice variazione congiunturale. Le prospettive per il summit di Parigi.