Lavoce.info

Tag: Pil Pagina 6 di 16

Perché l’Italia ristagna

L’Italia non cresce perché il sistema è schiacciato dalla burocrazia e dall’inefficienza dell’amministrazione pubblica? O le cause sono altre? Un libro di Paolo Sestito e Roberto Torrini cerca di rispondere a queste domande. Ne pubblichiamo un estratto.

Senza industria non si cresce. E senza crescita niente lavoro

Il 2019 è finito male per l’economia, con Pil, industria e occupati in contrazione. La “verifica di governo”, se vuole servire a qualcosa oltre che alla sopravvivenza dell’esecutivo, deve mettere al centro come fare impresa e industria in Italia.

Il Punto

I brutti dati di fine 2019 (Pil e industria col segno meno) sono un campanello d’allarme per il governo. Senza industria niente crescita. E senza Pil niente occupazione. In Italia e altrove. Non a caso sul mercato del lavoro, si vede un andamento precario e altalenante. Sale il numero delle persone impiegate ma le ore di lavoro restano sotto il livello pre-crisi. I salari ristagnano e, seppure in frenata, i rapporti a termine restano al 17 per cento del totale.
L’Europa ormai senza il Regno Unito rafforza il suo impegno per l’ambiente non soltanto con il Green deal della commissione von der Leyen ma anche con la svolta verde annunciata dalla neo-presidente Christine Lagarde. Come altre banche centrali, anche la Bce inserisce la sostenibilità ambientale come un criterio da considerare nelle sue decisioni. Nel frattempo Francoforte mantiene il faro acceso sugli istituti di credito sottoposti alla sua vigilanza, valutandone modelli di business, governance, rischi per capitale e liquidità. Il punto debole che emerge è la bassa redditività.
Dalla regione intorno a Wuhan – con produzioni automobilistiche e high-tech, crocevia di collegamenti – l’epidemia di coronavirus farà sentire i suoi effetti economici, oltre che umani, in tutto il paese e nel mondo in virtù della globalizzazione. A oggi si stima una perdita, per la sola Cina, tra l’1 e il 3 per cento del Pil.
Se gli investimenti degli enti locali ripartono poco è per l’incertezza delle regole – dal codice dei contratti del 2016 allo “sblocca cantieri” del ’19 – e per l’incapacità di usare le risorse finanziarie, molto accresciute da quando i comuni possono disporre degli avanzi del Patto di stabilità interno.

Un commento di Vittorio Daniele all’articolo “Come ridare smalto alla scuola senza qualità del Sud” di Tito Boeri e Alessandro Caiumi. E la risposta degli autori.

Nel momento della scomparsa di Andrea Stuppini, assiduo collaboratore di questo sito, la redazione de lavoce.info ne ricorda l’impegno e l’amicizia ed è vicina alla famiglia.

Il Punto

Mentre il ministro “degli Esteri” Luigi Di Maio attacca le aperture domenicali e raccoglie il frutto delle sue scelte passate sul caso Ilva, la maggioranza litiga su una legge di bilancio priva di vere coperture anche a causa di un Pil essenzialmente piatto da sette trimestri, con uno zero virgola atteso anche per il 2020. Nonostante tutto, l’industria italiana prova a guardare avanti con l’annunciata fusione tra Fca e Psa. A guadagnarci saranno di certo gli azionisti. Se andrà bene anche agli “altri”:  lavoratori, progettisti, fornitori, rete distributiva e attività post-vendita. Dipenderà dal non scontato successo operativo dell’aggregazione.
Fa discutere la proposta di subordinare l’iscrizione ai social network alla presentazione di un documento d’identità. L’obbligo sarebbe aggirabile e si rischia di trasformare le buone intenzioni di partenza in vincoli alla libertà di espressione. Ma c’è un’alternativa: l’identità digitale protetta. Che ha più senso se introdotta nella Ue e non solo in Italia.
Il rinnovo del memorandum Italia-Libia del 2017 conferma l’intenzione del governo Conte 2 di impedire gli arrivi di profughi attraverso l’azione poco umanitaria di un “paese” nel caos. Ai (pochi) passi avanti nella redistribuzione dei migranti in Ue non è seguita la revisione degli accordi di Dublino. Forse ne manca la volontà da parte della componente M5s del governo.
Il Cile sembrava un’isola felice in America Latina, con alta crescita, bassa inflazione e poco debito. E invece è piombato nello scontro violento tra piazza ed esercito. Sullo sfondo rimane un’economia modernizzata ma ancora dipendente dall’export di rame e piena di disuguaglianze ignorate per troppi anni.

Il podcast de lavoce.info
Il nuovo podcast lavoce in capitolo. Parliamo di “Progettare il salario minimo”, con Andrea Garnero.

Conte gialloverde

La crisi di governo ha prodotto la nascita di un nuovo esecutivo, espressione della maggioranza Pd e M5s. Ma quale paese si trova a dover amministrare dopo 15 mesi di governo gialloverde? Un’Italia ferma, che non cresce, piena di incertezza e iniquità e con più immigrati irregolari da gestire.

Se arriva l’equilibrio nella bilancia commerciale cinese

La Cina non ha più un enorme avanzo della bilancia dei pagamenti. Anche il disavanzo commerciale degli Stati Uniti con Pechino si è ridotto. Ma Trump continua con la politica dei dazi. Che paradossalmente finisce per rallentare i processi auspicati dagli Usa.

Quando il Pil non dice tutto

Gli indici di benessere sociale non vogliono sostituire gli indicatori economici tradizionali. Ma possono fornire strumenti utili per valutare le condizioni di un paese. Ecco perché anche l’Italia li ha inseriti nel quadro della programmazione economica.

Finisce la recessione, ma l’economia è da zero virgola

Nel primo trimestre 2019 è finita la recessione e così la crescita 2019 può essere rivista un po’ al rialzo. A patto che il governo non complichi tutto con una nuova raffica di promesse inattuabili.

Il Punto

A inizio 2019 in Italia è finita la mini recessione mentre l’Europa accelera il passo. A questo punto si possono rivedere un po’ al rialzo le previsioni 2019, a meno che la maggioranza non si lanci in faraoniche promesse di maggiori spese e minori tasse che tornerebbero a scacciare gli investitori. Il leader della Lega Salvini dà per scontato che tagliando le tasse si riduca l’evasione fiscale. Ma i dati storici – riassunti in una nuova puntata del fact-checking de lavoce.info – non danno sostegno a questa convinzione.
In vista del voto di maggio, proseguiamo l’analisi dei grandi temi importanti per l’Europa. Parlando di unione bancaria, il monitoraggio della convergenza delle regole nazionali è oggi affidato all’Eba. Che però a volte complica anziché semplificare e soffre anche di scarsa centralizzazione del processo decisionale.
Mentre Trump inasprisce l’embargo del petrolio iraniano, la Cina fa finta di niente. Germania, Francia e Regno Unito cercano di coordinarsi tra loro per superare il muro imposto dagli Usa. L’Italia, che aveva già ridotto l’import, è più che mai al margine dei giochi.
L’incendio di Notre-Dame ha portato alla luce la sostanziale assenza di coperture assicurative per le grandi chiese francesi. L’Italia per una volta è messa meglio. Le polizze che tutelano il 62 per cento delle nostre cattedrali hanno consentito di indennizzare quasi la metà delle chiese danneggiate dai terremoti degli scorsi anni.
Arriva un Primo Maggio con qualche buon dato Istat su occupati e disoccupati. Ma ancora una volta non è una vera festa del lavoro. Uno studio trova che una maggiore quota di lavoratori part-time si associa a più bassa produttività e maggiori costi aziendali. Il che scoraggia le imprese a passare dal tempo pieno al parziale. Ridefinendo il part-time lo si potrebbe incentivare come formula nella conciliazione casa-lavoro. Sarebbe utile metter mano alle regole del lavoro anche per far fronte alla rivoluzione – già in atto – della domanda e dell’offerta di lavoro in base ai profili professionali figli delle tecnologie digitali. Un processo che andrebbe governato con una visione di sistema. Che al momento non si vede.

È arrivata la mini recessione attivamente cercata

Nel quarto trimestre 2018 l’Italia è entrata in una (mini) recessione. Ma al contrario di quello che dice il premier Conte, i dati su aspettative e investimenti aziendali dicono che il calo del Pil è stato in parte autoinflitto dal governo.

Pagina 6 di 16

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén