In Cina cala la natalità e la vita si allunga: il paese dovrà presto fare i conti con l’invecchiamento rapido della popolazione. Aumenterà ancora il risparmio, già enorme, che compensa la mancanza di welfare. Quali saranno le conseguenze sulla crescita.
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Il problema della denatalità italiana non è tanto la diminuzione della popolazione. Ma il fatto che si altera il rapporto tra la popolazione attiva e quella anziana. Il post-Covid può essere l’occasione per cambiare rotta rispetto a politiche sbagliate.
Il contrasto al declino demografico richiede un impegno serio e credibile da parte delle istituzioni. Ne potrebbe essere un esempio il riconoscimento del voto ai minori, esercitato attraverso i genitori. Magari rafforzando anche la rappresentanza femminile.
Il calo delle nascite in Italia non è un destino ineluttabile, al quale rassegnarsi. Per invertire la tendenza bisogna costruire un ambiente sociale favorevole alle coppie con figli, varando politiche incisive e inclusive. Come insegna l’Alto Adige.
Nell’era del cambiamento demografico, la popolazione del pianeta cresce a ritmi più lenti e invecchia. Ma non tutti i paesi sono uguali. Un rapporto individua quattro gruppi distinti. Per bilanciare le differenze servono politiche adeguate, che dovrebbero puntare su commercio e processi migratori.
Il declino demografico non è solo una questione di calo della popolazione. È soprattutto un problema di squilibri tra generazioni, con implicazioni sociali ed economiche. Favorire la ripresa delle nascite non basta. Per salvaguardare il nostro benessere futuro, è necessario agire in tre direzioni.
L’Italia ha attraversato varie fasi di crescita della popolazione nel secondo dopoguerra. Per la prima volta nel 2015 si è registrato un declino. Lieve di per sé, ma preoccupa il fatto che i dati reali sono sensibilmente peggiori rispetto alle previsioni. Perché è un errore ignorare la demografia.