A sette anni dalla legge regionale che ha abolito le province, la maggior parte dei consorzi e delle città metropolitane siciliani si trova senza risorse sufficienti per far fronte alle nuove funzioni. Serve una riforma complessiva all’insegna della flessibilità.
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Per le zone colpite da incendi, Crocetta (presidente regione Sicilia) annuncia: «Oltre all’inedificabilità assoluta parlerò con l’assessore all’agricoltura e farò in modo che ci sia anche un divieto di pascolo sui terreni distrutti dal fuoco» (Quotidiano Nazionale, 17 giugno). È il deterrente giusto, ma dovrebbe essere annunciato ex ante (A. Rustichini et al, “Why Blame?” Journal of Political Economy, 2013): nell’impossibilità di cogliere l’esecutore materiale in flagrante vanno preventivamente incolpate le categorie che hanno un interesse oggettivo al compimento del reato. Crocetta parla di costruttori e pastori ma non menziona l’elefante nella stanza – cosa che fa Orlando (sindaco di Palermo): «Qualche farabutto secondo me appartenente al corpo forestale […] che ritiene di garantirsi affari e posti di lavoro distruggendo il territorio siciliano» (Repubblica). Poiché questo “qualche farabutto” opera nell’interesse oggettivo di tutto il corpo forestale, il deterrente giusto è analogo a quello per costruttori e pastori: dove c’è fuoco niente assunzioni di forestali. Ma non è cosa che può fare Crocetta. Una bella occasione per il presidente del Consiglio di dimostrare un coraggio superiore a quello del presidente della Regione Sicilia e fare una riforma (forse) a costo zero per davvero.