Il salvataggio di vite umane in pericolo da parte di organizzazioni indipendenti è diventato un’attività sospetta. Avremmo invece bisogno di tornare a un mondo in cui accogliere persone e sostenere chi chiede aiuto è solo un’espressione di umanità.
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Fermarsi alla polemica sui singoli sbarchi non è la prospettiva migliore per affrontare il tema dell’immigrazione. Governare il fenomeno richiede nuove politiche in Italia e nella UE. E una ridefinizione delle basi economiche del rapporto Europa-Africa.
Per governare i flussi migratori dai paesi africani è necessario comprendere le cause che li determinano. A partire da una popolazione in crescita e da processi di sviluppo lunghi e complessi. E senza dimenticare le responsabilità dei paesi occidentali.
L’inadeguatezza del modello Cara non significa che sia giusto spostare i rifugiati come pacchi verso destinazioni sconosciute e lontane. Perché comunque possono essere attuate forme di integrazione nella società locale, come a Castelnuovo di Porto.
I tagli alle risorse per l’accoglienza dei rifugiati e il pacchetto sicurezza finiranno per far aumentare disordine e illegalità. Perché salirà il numero delle persone a cui verrà negato asilo, ma non quello delle espulsioni, nonostante i proclami.
Prima di cancellare la rete Sprar, il governo dovrebbe procedere a una rigorosa valutazione. Non solo per raccogliere dati certi su richiedenti asilo e rifugiati accolti. Ma anche per calcolare il valore dell’indotto generato dai centri accoglienza.
La tormentata vicenda dei profughi eritrei della nave Diciotti segna un nuovo passaggio dello scontro che il governo italiano ha deciso di ingaggiare sulle politiche migratorie. La sua conclusione è una sconfitta dell’Italia. Ma anche del salvinismo.
Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca a una dichiarazione di Silvio Berlusconi sugli immigrati irregolari.
Due i numeri fondamentali dell’anticipo del bilancio federale 2018 presentato da Trump: +54 miliardi di dollari di spese militari, -54 miliardi di altre spese discrezionali. Vuole rassicurare il “popolo” che lo ha eletto. Ma taglia i fondi ministeriali per welfare, ambiente, aiuti internazionali. Sulla carta senza deficit aggiuntivo.
La promozione della libera concorrenza è da sempre un principio fondante dell’Europa che celebra i 60 anni del Trattato di Roma. Con capacità di traino delle legislazioni nazionali, ad esempio in Italia. Salvo eccezioni davanti a categorie particolarmente aggressive come farmacisti e tassisti. Tra successi e delusioni, un bilancio sui vari temi presidiati prima dalla Cee e poi da Ue e Unione monetaria si trova nel nuovo Dossier con gli articoli che abbiamo pubblicato in occasione della ricorrenza.
Nei giorni in cui il governo libico presenta il conto per fermare i flussi, un decreto legge del ministro Minniti introduce procedure più rapide per identificare i migranti, valutare le loro domande e rispedirli a casa quando non hanno titolo alla protezione. Pesa la mancanza di accordi per i rimpatri con i paesi dell’Africa sub-sahariana. Un rapporto fresco di stampa dell’Agenzia per la cooperazione allo sviluppo descrive la strategia per massimizzare i benefici di coloro che hanno diritto all’accoglienza, per l’Italia e per il paese d’origine.
Escono tutti male dalla vicenda dei voucher. Governo e maggioranza che hanno fatto un passo indietro, la Cgil che ha usato slogan non convalidati dall’evidenza dei numeri, infine – più di tutti – i lavoratori e i piccoli imprenditori che li utilizzavano. E ora bisogna inventarsi qualcos’altro che li sostituisca.
Ci sono due modi di fare il professore universitario: osservare le cose dalla torre d’avorio oppure “sporcarsi le mani”anche nelle professioni. Il primo rischia di essere tutto teoria. L’altro entra nella pratica ma può comportare conflitti d’interesse. Un terreno scivoloso da percorrere con prudenza.
Giorgio Barbieri e Francesco Giavazzi rispondono ai commenti al loro intervento “Quei burocrati che frenano l’Italia”
Flussi migratori: quello che manca è la programmazione
Di Enrico Di Pasquale, Andrea Stuppini e Chiara Tronchin
il 15/02/2019
in Commenti e repliche
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