Le sanzioni imposte dai paesi occidentali alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina non hanno rallentato l’economia russa. Perché Mosca le ha superate grazie alla crescente prosperità dei “paesi terzi”. Sui quali potrebbero ora ricadere nuove restrizioni.
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Le sanzioni possono interrompere la partecipazione alle catene globali del valore. Poiché integrazione commerciale e finanziaria sono strettamente collegate, la gravità dell’impatto dipende dallo sviluppo del sistema finanziario del paese coinvolto.
Le sanzioni economiche adottate contro la Russia provocano anche il blocco degli arrivi di turisti russi. Per l’Italia rappresentavano un mercato di 1,5 miliardi. È un prezzo da pagare, ma colpisce un settore già provato da due anni di pandemia.
L’unico modo per fermare Putin è continuare a imporre sanzioni economiche alla Russia per far risvegliare la popolazione dalla macchina della propaganda. L’incapacità di fornire beni e servizi essenziali ha già fatto capitolare Mosca in passato.
Le sanzioni sono uno strumento di coercizione politica che utilizza la leva economica. Quelle approvate nel 2014 contro Mosca hanno dato pochi risultati perché sono state aggirate. Oggi le misure sono mirate a obiettivi specifici, ma il pericolo resta.