Il taglio dei tassi di 50 punti base operato dalla Fed nell’ultima riunione ha sorpreso gli analisti. Il tasso di interesse reale rimane però al di sopra di quello reale naturale. Dunque, nel prossimo futuro possiamo aspettarci nuovi ribassi, ma graduali.
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È l’incertezza del quadro economico e geopolitico che ha spinto la Bce a optareper decisioni sui tassi di interesse prese di volta in volta, sulla base dei dati. Ma la completa rinuncia al controllo delle aspettative di inflazione suscita perplessità.
La Bce continua a mantenere una politica monetaria restrittiva. Ma ancheun eventuale calo dei tassi non risolverà i gravi problemi dell’economia europea senza passi avanti nella realizzazione dell’Unione monetaria e dell’Unione del mercato dei capitali.
Perché le banche centrali sono così riluttanti a tagliare i tassi d’interesse? Semplicemente perché l’economia tradizionale è incapace di prevedere il futuro in un mondo caratterizzato dal susseguirsi di crisi: dalla pandemia al protezionismo, alle guerre.
Nonostante il calo dell’inflazione, la Bce ha deciso di non ridurre i tassi di interesse. La Banca centrale è ora preoccupata per la dinamica salariale in alcuni paesi e per una nuova possibile fiammata inflazionistica causata dalle crisi geopolitiche.
Inflazione in discesa e taglio dei tassi comporteranno nella prima parte dell’anno un andamento sincrono di mercati azionario e obbligazionario. Nella seconda parte, invece, sarà meglio diversificare gli asset perché il driver sarà la crescita economica.
I progressi nella lotta all’inflazione sono evidenti, ma non bastano. La Bce non ha alzato i tassi nell’ultima riunione. Ma fermarsi adesso, alla probabile vigilia di un nuovo incremento dei prezzi dell’energia, potrebbe rivelarsi la scommessa sbagliata.
L’inflazione è oggi molto più resistente e meno sensibile ai rialzi dei tassi. La promessa indiretta della Bce di mantenerli invariati d’ora in avanti sembra difficile da mantenere. A meno di non mettere in discussione il target del 2 per cento.
La rata del mutuo a tasso variabile si può alleggerire, ricorrendo ad alcune misure già oggi a disposizione di chi è in difficoltà. Una soluzione conveniente anche per le banche. Ma servono competenze finanziarie per orientarsi tra le varie opzioni.
Nonostante la stretta monetaria, i tassi sui depositi bancari restano bassi. Un danno per i risparmiatori, un aiuto alla stabilità del sistema. La tecnologia, però, cambia la situazione di mercato. Le autorità di regolamentazione dovranno tenerne conto.