In un mondo più instabile torna di moda la leva obbligatoria. Alcune ricerche fanno pensare che gli effetti dei mesi di servizio militare non siano irrilevanti per le prospettive personali e collettive. E un esercito moderno ha bisogno di professionisti.
Favorevoli e contrari al ritorno della leva obbligatoria
Nel nuovo clima geopolitico, si è riacceso il dibattito sull’introduzione del servizio militare obbligatorio.
Con la fine della Guerra Fredda, molti paesi europei avevano abolito la leva obbligatoria, passando a forze di difesa professionali: il Belgio (1995), Paesi Bassi (1997), Svezia (2001), Francia e Spagna (2002), Repubblica Ceca, Ungheria, Italia, Portogallo, Slovacchia e Slovenia (2005-2006), Polonia (2009), Germania (2012). Negli ultimi tempi, però, alcuni paesi lo hanno reintrodotto: Ucraina (2014), Lituania (2015), Svezia (2017), Lettonia (2023). Altri ancora, come Paesi Bassi, Germania e Regno Unito, stanno discutendo l’ipotesi. La motivazione principale è la necessità di prepararsi a eventuali conflitti o tensioni internazionali, come sostenuto dal presidente del consiglio europeo Charles Michel, che ha citato un celebre passo delle Filippiche di Cicerone: “se vogliamo la pace dobbiamo prepararci alla guerra”.
Molti politici europei si sono espressi a favore del servizio militare obbligatorio, compresi Rishi Sunak, Boris Pistorius, Mette Frederiksen. In Italia, Matteo Salvini lo ha descritto come “una forma di educazione civica al servizio della comunità, di disciplina e rispetto”. Vi sono anche voci contrarie, come quella del nostro ministro della difesa Crosetto: sostengono la necessità di un esercito professionista, obiettando che il servizio obbligatorio toglie tempo e risorse all’esercito regolare.
Chi lo evita
Alcuni studi possono offrire elementi utili per valutare gli effetti e l’opportunità della reintroduzione del servizio militare obbligatorio. Esistono tre motivazioni per cui i candidati possono rinviarlo, adempiendo al servizio successivamente:
1. superamento dei test psico-fisici;
2. il candidato rappresenta l’unica fonte di reddito del proprio nucleo familiare;
3. completamento dell’istruzione.
Sono motivazioni che spesso si trasformano in esenzioni totali, permettendo dunque ai candidati di evitare completamente il servizio militare. Le persone più povere ricadono più di frequente nella forma di slittamento della prima categoria, poiché meno in salute rispetto ai ceti più abbienti; questi ultimi invece ricadono più spesso nella terza categoria, essendo infatti per la maggior parte universitari. Spesso, dunque, la leva obbligatoria grava sul ceto medio.
Come capire gli effetti
Per comprendere gli effetti del servizio militare obbligatorio, confrontare coscritti (coloro che hanno servito) e non-coscritti (coloro che non hanno servito) può rivelarsi fuorviante. I due gruppi differiscono per molti aspetti, rendendo difficile un confronto diretto. Esiste quindi un problema di selezione, ovvero di differenze tra coscritti e non-coscritti che impedisce di determinare se un effetto sia una conseguenza diretta del servizio militare o invece una differenza di partenza tra individui che fanno o non fanno il servizio di leva. La letteratura empirica ha adottato metodologie volte a superare il problema di selezione, e rendere il paragone tra coscritti e non-coscritti valido. Molti studi utilizzano ad esempio i cambiamenti normativi nel servizio militare obbligatorio, a partire proprio dalla sua abolizione o introduzione. L’idea è semplice: se esiste una soglia che seleziona chi deve parteciparvi (sovente un anno di nascita), può essere utilizzata per valutarne l’effetto. La soglia rende gli individui distinti esclusivamente per un fattore (la data di nascita) determinato esternamente e da loro non modificabile. Un’altra possibilità è l’assegnazione casuale al sistema militare obbligatorio, come accade in alcuni paesi (Argentina, Danimarca, Svezia), dove non tutti sono obbligati al servizio o non tutti alle medesime funzioni e la scelta avviene tramite estrazione.
Nei Paesi Bassi è stato rilevato che i coscritti, quando rientravano nel mondo del lavoro, avevano stipendi più bassi del 5 per cento rispetto a chi non aveva servito; questo poiché partecipando al servizio perdevano un anno di esperienza. In Francia, la riduzione dei salari orari è pari all’8 per cento.
Le evidenze in termini di istruzione sono miste: da un lato il servizio militare obbligatorio può rappresentare una causa di rinvio per il completamento degli studi (che spesso non viene recuperato successivamente) riducendone il livello, come in Italia; al contrario, l’istruzione può rappresentare una causa di slittamento del servizio (per il completamento degli studi) aumentandone il livello, come accade in Germania e Francia.
Il servizio militare è un’esperienza emotivamente e fisicamente forte, che produce cambiamenti significativi nei coscritti. Un recente studio ha analizzato la sua abolizione in quindici paesi europei: i risultati evidenziano che i coscritti hanno una minore fiducia nelle istituzioni rispetto a chi ne è esentato. Gli autori suggeriscono che l’assenza del servizio di leva contribuisca a costituire una comunità più omogenea con valori condivisi, mentre la sua presenza rinsalda un divario valoriale militare-civile. In Spagna, ha contribuito alla formazione di un’identità nazionale condivisa.
Il servizio militare influirebbe sulla personalità dei coscritti, che tendono ad assumere una mentalità di stampo militare. In Argentina, risultano meno tolleranti, più conservatori e autoritari, favorevoli al diritto di possedere armi e all’intervento armato in altri paesi. In Svezia, il tasso di criminalità tra i coscritti aumenta, soprattutto se appartengono alle classi sociali più svantaggiate, dove anche le peggiori condizioni lavorative post-servizio giocano un ruolo significativo.
Pure le scelte di fertilità possono essere influenzate dal servizio militare obbligatorio; l’abolizione aumenta la probabilità di avere figli e riduce l’età alla nascita del primo figlio in Spagna.
Questa raccolta non esaustiva di studi sottolinea come il servizio militare obbligatorio tenda ad avere impatti notevoli sulla vita dei coscritti. Anche assumendo che garantisca la formazione militare necessaria per combattere in un moderno esercito, si potrebbe concludere che i suoi effetti non siano positivi né auspicabili. Tali evidenze suggeriscono che il prezzo da pagare per alcuni mesi di leva militare non sia irrilevante, sia dal punto di vista delle prospettive personali che collettive. La decisione di reintrodurlo va quindi ponderata con cautela, valutando tutti gli impatti nei diversi ambiti della vita dei futuri coscritti.
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Firmin
Sono uno degli ultimi che ha dovuto fare il servizio di leva. È stata una esperienza utile solo per entrare in contatto con il paese reale, che è molto peggiore di quello che si immagina e molto più simile ai politici che lo rappresentano. Già 40 anni fa un maresciallo istruttore (con scarse doti di motivatore) ci spiegava che in caso di guerra non avremmo contato nulla e ci saremmo divisi solo tra seppelliti e seppellitori perché tutto si sarebbe risolto nel lancio di qualche missile (sperabilmente da parte di militari altamente qualificati e non di reclute di leva). Quindi francamente non vedo a cosa possa servire oggi un esercito non professionale.
Gianni Lanteri
Per me non e molto educativo il servizio militare!!! in se mantenere una disciplina che nel 2024 !!!o ci sei o non ci sei!!! E avendo prestato servizio militare nei vigili del fuoco!!!fosse esposto sulle mansioni civili penso che sia più costruttivo !!! Però sono punti di vista!! più le spese eccessive di mantenere un sistema che si sa come funziona !!!! Una spesa senza fine!!!( Questo e un mio parere)
Luigi D'Amato
Per me ,sono favorevole al servizio di leva,perché molti ragazzi imparano educazione è disciplina è soprattutto IL RISPETTO!!!DUNQUE FAVOREVOLE AL SERVIZIO MILITARE.
Giuseppe licari
Andrebbe fatto il militare ,la prima volta il car almeno due mesi di addestramento,. Poi ogni anno solo una settimana, fino a 40 anni. Fine de servizio militare.
Savino
L’ Italia dovrebbe cogliere la palla al balzo del momento storico attuale per applicare davvero la propria Costituzione e dichiararsi meno belligerante di come è attualmente, dedicandosi di più ai suoi tanti problemi e lasciando perdere le beghe della geopolitica, per attuare ciò che potremmo anche definire un isolazionismo a fin di bene ( nostro e globale). Le spese militari italiani sono prevalentemente quelle per il mantenimento di una pletora di ufficiali e graduati, spesso non professionali e pronti, per egoismo, a voltare le spalle a questo Paese, Vannacci docet. Quei soldi spendiamoli per curarci, per istruirci, per migliorare la mobilità delle persone, per attutire i disagi di tante categorie, per il futuro dei nostri giovani.
Andrea Righi
Io l’ho fatta la leva e se fatta bene , può essere formativa per tutti uomini e donne, la cosa che mi preme dire è che ,non deve servire per educare le persone , a quello ci deve pensare la famiglia, la scuola e la società.
Se bisogna tornare alla leva è perché manca il personale,i nostri militari sono pochi e in là con l’età, parlando con un mio amico militare mi ha detto che molti entrano solo per poter fare i concorsi in polizia ecc.. e essendo un istruttore mi ha detto che non fa in tempo a formarli che se ne vanno..
Riconosco che è giusto che ogni cittadino sia disponibile e capace di difendere la propria patria .
Fabrizio Pezzana
Sono del ’62 e nell’85, come obiettore di coscienza ho fatto il Servizio civile, quello vero e discriminante, 18 mesi in un Centro disabili. Ho servito concittadini della mia patria e sono cresciuto come persona. Non so quanti miei coscritti in armi potrebbero dire lo stesso.
A volte bisognerebbe non fermarsi alle apparenze ma guardare al contenuto.
bob
l’abolizione del servizio di leva doveva prevedere per non lasciare un vuoto proprio una sorte di servizio civile magari soltanto di 6- 8 mesi.
Ma in un Paese con arretramento culturale sotto gli occhi di tutti era chiedere troppo. Parte del disagio giovanile nasce proprio da quel vuoto che la politica non ha colmato. Molto meglio l’iscrizione alla scuola di calcio per creare futuri ” tifosi”
Bob
Sono contraria all abolizione del servizio di leva obbligatoria con gli anni dovevano farlo farlo fare anche alle donne … Poi chi decideva di continuare continuava mah almeno si faceva un po di cavetta e non faceva male a nessuno
Nick
Siamo nel 2024 abbiamo una guerra Mondiale nucleare ai nostri confini e si sta qui a parlare ancora di Naja? Ma la volete finire? In guerra andateci voi se vi fa così tanto piacere! Il Servizio di Leva non serve all’educazione e/o alla formazione culturale dei giovani ma proprio l’opposto. Non serve a nulla se non far perdere tempo e denaro pubblico. L’unica cosa è che la Naja serve allo Stato per costringere i giovani a imparare a fare la guerra contro la loro volontà. A disciplinare i giovani e a non renderli liberi delle proprie scelte di vita.
Emanuele
A differenza dei soliti nostalgici che si inventano ricordi rosei del loro servizio, giusto per dimenticare che l’unica cosa è che erano giovani, io ho calcolato che i 10 mesi che mi furono sottratti mi hanno provocato un danno economico quantificabile in almeno un milione di euro di minori retribuzioni spalmato nell’intera vita.
Mica poco.
Niko
Il servizio militare prestato nel 1968/69 è stato solo una perdita di tempo. Lauti stipendi elargiti a ufficiali e sottoufficiali che non erano preparati per darci una visuale militaresca. Contrariamente si dovrebbe optare per un arruolamento volontario e professionale per fare fronte ad ogni evento. Sarebbe un atto mirante e inclusivo del servizio di leva.
Salvatore
Dal 1997 abbiamo accumulato tanti di uegli cosiddetti Ufficiali in riserva, dove sono andati a finire malgrado alcuni di loro hanno avuto delle promozioni ma in riserva. Che fine hanno fatto tutte queste riserve, ne un aggiornamento, ne un richiamo per esperienza con le nuove tecniche, a che serve avere migliaia di quest’ Ufficiale in congedo ma di riserva: qualcuno lo sa’ spiegare. Un appassionato
Stefano
Leva concepita come in passato assolutamente no . Però scuole militari si , dalla prima superiore fino alla maturità si vivere per 5 anni in ambiente militare con i vari indirizzi sia militari che civili . Alla maturità consegna dei brevetti esempio sommozzatori, paracadutista, rocciatore patenti dalla A fino alla DE porto d’armi , insegnando i vari indirizzi civili , del resto in una caserma ci sono tutte le mansioni che esistono nella nostra vita quotidiana . Poi se c’è posto come effettivo ,riservista ,guardia nazionale bene se no lavori nell’ambito civile dal muratore, cuoco, eletricista , perito meccanico, elettronico, agrario ecc ecc
Domenico Tomasello
Bravo ….risposta intelligente.. la pensa come me….. Ero fuciliere anni 1990-1991 prima guerra del Golfo … Battaglione Isole Minori.. nella vita esperienza vissuta mi è servita … Ti trasforma in Uomo
Giovanni
Ha ragione FIRMIN al giorno d’oggi ,
Seppelliti e seppellitori ,con tutti i missili che ognuno a l’eventuale guerra ,SARA’ COSI.
U.B.
Punto 1)
Dal punto di vista di un ‘curioso’: non conosco i dati da cui l’autore estrapola risultanze ed effettua commenti e valutazioni.
Forse era bene indicarli nella loro globalità per meglio capire e potere condividere od obiettare.
Un esempio: dall’ultima affermazione riportata sembra che solo in Spagna si abbassi l’età della procreazione, quindi potrei desumere che il calo delle nascite in Italia e altrove dipenda dall’abolizione della leva?
I vari aspetti indicati sono multifattoriali, non li legherei al (solo) tema servizio militare obbligatorio.
Punto 2)
Aspetto giuridico di primo livello: la leva non va reintrodotta perchè mai abolita, solo sospesa.
Vige ancora l’articolo 52 della Costituzione:
《La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino.
Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l’esercizio dei diritti politici.
L’ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica.》
Peraltro figlio della moderna democrazia, di stampo rivoluzionario francese: il potere appartiene al popolo, che lo difende con i propri corpi.
Punto 3)
Mera opinione politica personale che aggiungo a completamento: la valutazione di una tale iniziativa è di competenza del discernimento tecnico e politico, non riconducibile ad aspetti di semplice calcolo economico di addendi.
Se lo status quo dovesse crollare e si giungesse a un punto critico: a livello macro, oltre che migliaia di specialisti e professionisti, servirebbero decine di migliaia di rimpiazzi e di massa di resistenza, a livello micro (di individuo) forse una formazione organizzativa e tecnica di base in tempo di pace potrebbe essere utile e rendere meno negativamente impattante una formazione di pochi mesi da zero al fronte.
In sostanza il tema è complesso e delicato, non facilmente valutabile, ma che richiede una valutazione approfondita, che negli esempi di alcuni Stati nostri vicini e con cui condividiamo il presente e il futuro ha condotto a risultati diversi.
Diego
Servirà per educare i figli visto che i genitori non sono capaci e crescono dei bulli, dei delinquenti e dei fan***zisti
Fortunato Marino ANTONUCCIO
Se una nazione vuole dei soldati debbono essere professionisti e non dei soldati di passaggio, il soldato o marinaio o aviere è una professione, gli altri cittadini hanno diritto a fare altri lavori, oggi ci sono solo guerre atomiche, il soldato di leva non serve. La leva obbligatoria è solo un peso per una società moderna, sia per lo Stato che per il cittadino.
Gianni
Nell’attuale Europa l’Ucraina non è compresa.
Se vogliamo identificare l’Europa come continente, va aggiunta anche la Russia in quanto l’eurocontinente è delimitato dalla catena degli Urali (e Mosca è sul lato Europa).
L’Ucraina, dal 2014, è preda di una guerra secessionista finanziata e armata da USA e NATO,…
….quindi al fine di questo articolo è mendace riportarla per questi calcoli statistici.
Walter Alif
L’abolizione della Naja obbligatoria fu una scelta sensata, ma non l’hanno fatto per una questione di diritti civili, ma per una questione economica dove lo stato non si poteva più permettere di arruolare a destra e manca, gente inesperta, inadeguata e non adatta alla vita del militare; sarebbe un salasso insostenibile per un paese con il 145% di debito pubblico come se non bastassero già gli sprechi economici e comunque ci ha guadagnato l’esercito che ora è formato da almeno 80% di gente esperta e professionista oltre che la base volontaria che ci sta, ma obbligare gente contro la propria volontà non serve a nulla; rimettendola oltre a rimetterci economicamente l’italia ci rimetterà socialmente con rivolte popolari di un paese già messo male economicamente ed anche a livello sociale pronto a saltare in aria dove nessuno si fida più delle istituzioni sempre più corrotte e irrilevanti come pure i politici che sono sempre meno rappresentati dai cittadini che nelle ultime elezioni europee hanno avuto il 51% di astensioni che fanno capire che metà popolazione ha scaricato la propria classe dirigente, poi i cittadini dei paesi occidentali non la pensano come i loro governi pure su questioni militari e geopolitiche; pensate veramente che gli europei si arruolerebbero per andare a combattere contro Russia, Iran ed altri paesi nemici degli USA e la NATO? figurati se andrebbero viste le pesanti perdite avute nel 1942-1945 dove in italia ci hanno rimesso 500.000 uomini andati inutilmente in Russia per colpa delle decisioni dei generali italiani.
Maurizio Mattioli
La decisione se far finire la sospensione della chiamata alle armi (il servizio di leva formalmente non è mai stato abolito) deve dipendere esclusivamente dal fatto se sia opportuno o meno avere nuovamente un esercito numeroso data anche la situazione internazionale. I discorsi sull’educazione, il diventare uomo, ecc. sono tutte baggianate, l’esercito serve per la difesa, all’educazione ci devono pensare scuola e famiglia. In ogni caso, non sarebbe più accettabile l’ignobile discriminazione di genere verso gli uomini che c’era fino a quando non c’è stata la sospensione. Non si capisce perché le donne dovrebbero avere il privilegio di poter scegliere e gli uomini no visto che la parità viene sempre reclamata. A me, quando mi toccò a farlo, questa ignobile discriminazione era la cosa che più mi dava fastidio.