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Se la Germania dice basta con l’austerity*

In un Bundestag ridisegnato dalle elezioni di febbraio le modifiche costituzionali al “freno al debito” sono difficili. L’escamotage è far approvare un pacchetto per difesa e infrastrutture dal parlamento uscente. Ma la decisione finale è ancora in dubbio.

La crisi politica in Germania

La causa principale della caduta, a novembre 2024, del governo di coalizione tedesco formato dai socialdemocratici, dai Verdi e dai Liberali sono state le irrimediabili divergenze sul bilancio.

Nei primi tempi, la coalizione ha cercato di conciliare le necessità di finanziamento per la transizione verde e l’aumento del carico sul sistema di sicurezza sociale, pur mantenendo la promessa di non aumentare le tasse. Per farlo, hanno dirottato 60 miliardi di euro dei fondi inutilizzati per il Covid-19 in un fondo speciale per la transizione energetica e la protezione del clima. La manovra ha alleggerito la pressione sul bilancio e ha permesso ai tre partiti di portare avanti i propri interessi politici senza dover arrivare a compromessi dolorosi, e nello stesso tempo rispettando il freno al debito sancito dalla Costituzione tedesca. I problemi sono nati a novembre 2023, quando la Corte costituzionale ha dichiarato nullo lo spostamento di fondi. Un anno dopo, la pressione sul bilancio federale che ne è derivata si è rivelata insostenibile per il governo.

La crisi politica in Germania è coincisa con la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Tutte le previsioni sul fatto che ciò avrebbe segnato una frattura nella situazione geopolitica si sono rivelate ampiamente fondate, come ha certificato in diretta tv il vivace scontro tra il presidente Usa e Volodymyr Zelensky nello Studio Ovale. L’Europa si vede ora costretta ad assumersi responsabilità ben maggiori per la propria sicurezza, e per il destino dell’Ucraina. In tutto ciò la Germania è chiamata a svolgere un ruolo forte e decisivo.

La difesa nel bilancio tedesco

Negli ultimi tre decenni, la Germania ha prestato poca attenzione alla difesa. A partire dai primi anni Novanta, la spesa militare è stata ridotta al di sotto del 2 per cento del Pil. Ciò ha permesso al paese di beneficiare del cosiddetto “dividendo della pace” e di reindirizzare i fondi verso altre priorità, in particolare l’espansione del welfare. Anche l’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014 non ha fatto cambiare approccio. Tuttavia, l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022 ha rappresentato un campanello d’allarme. In risposta, il governo, insieme ai conservatori – all’epoca il principale partito di opposizione – ha deciso di modificare la Costituzione. Ciò ha aperto la strada a un fondo speciale da 100 miliardi di euro, fuori dal limite imposto dal freno al debito, da destinare al rafforzamento delle forze armate tedesche. Nel 2024, per la prima volta dai primi anni Novanta, la spesa per la difesa tedesca ha superato la soglia del 2 per cento del Pil richiesta dalla Nato, anche se solo di poco. Tuttavia, è diventato presto chiaro che il fondo speciale non basta, soprattutto poiché si prevede che si esaurisca entro il 2027, se non prima.

Le elezioni parlamentari di febbraio 2025 hanno ridisegnato il Bundestag. Ne sono usciti vincitori i conservatori, mentre i loro partner della coalizione uscente hanno subito forti perdite. I liberaldemocratici sono stati i più colpiti e non sono riusciti a entrare nel nuovo Bundestag. Nel frattempo, l’estrema destra Alternative für Deutschland ha ottenuto il secondo posto e, insieme alla Linke, ora controlla più di un terzo dei seggi. Di conseguenza, le modifiche costituzionali, che richiedono una maggioranza dei due terzi, saranno molto più difficili da approvare in futuro. È un problema in particolare per eventuali ulteriori fondi speciali per la difesa, poiché sia l’Alternative für Deutschland che la Sinistra sono fermamente contrari.

Il pacchetto per difesa e infrastrutture

Il nuovo Bundestag non si è però ancora insediato. Ciò significa che quello uscente è ancora in carica. Approfittando di questa situazione, i probabili futuri partner di governo, i conservatori e i socialdemocratici, hanno deciso di proporre un vasto pacchetto per la difesa e le infrastrutture prima del cambio di legislatura. La proposta comprende diverse componenti chiave:

1) Esentare la spesa per la difesa oltre l’1 per cento del Pil dal freno al debito nazionale: questa disposizione teoricamente consente un indebitamento illimitato per la sicurezza esterna, garantendo che qualsiasi aumento futuro delle spese richieste dalla Nato venga comunque coperto.

2) Un fondo speciale da 500 miliardi di euro per le infrastrutture, anch’esso esente dal freno al debito: il 20 per cento del fondo sarà destinato agli stati federali, mentre un altro 20 per cento verrà indirizzato al Fondo per il clima e la trasformazione, che finanzia progetti come l’espansione delle infrastrutture energetiche, comprese le reti di trasmissione. Per evitare una mera riallocazione delle risorse già previste nel bilancio ordinario, il fondo speciale potrà essere utilizzato solo per investimenti aggiuntivi.

A tutto ciò si aggiunge un allentamento delle regole di indebitamento per i sedici Länder tedeschi. Gli stati federali, che in passato dovevano mantenere un bilancio strutturalmente in equilibrio, ora potranno indebitarsi fino allo 0,35 per cento del Pil. I dettagli verranno stabiliti dai singoli Länder. Va sottolineato che questa parte del pacchetto non solo elimina uno squilibrio tra la capacità di indebitamento del governo federale e quella dei Länder, ma mira anche a ottenere l’approvazione del Bundesrat, la camera alta della Germania, che rappresenta i Länder.

I Verdi, il cui supporto è essenziale per garantire la maggioranza dei due terzi nel Bundestag, hanno spinto fortemente per una maggiore attenzione ai temi “green”. Inoltre, verrà istituita una commissione di esperti per proporre riforme a lungo termine sulle regolazioni del debito in Germania.

Complessivamente, l’accordo apre la strada a una spesa per la difesa e le infrastrutture fino a 1,7 trilioni di euro nei prossimi dieci anni, una somma che alcuni ritengono giustificata data la portata delle sfide future. Nello scenario migliore, i fondi porteranno a una maggiore crescita, con benefici anche per gli altri paesi europei e si creeranno sinergie a livello europeo, con una più profonda integrazione militare. Tuttavia, sul piano non mancano le controversie, in particolare per i fondi aggiuntivi destinati agli investimenti infrastrutturali.

Le criticità del piano

Un livello di debito più elevato porterà probabilmente a tassi di interesse più alti, non solo per la Germania, ma anche per altri paesi europei, in particolare quelli molto indebitati, come Italia e Francia. I pagamenti per interessi rappresenteranno una quota crescente dei futuri bilanci tedeschi e potrebbe indebolirsi il ruolo della Germania come ancora di stabilità nell’Unione europea.

In più, l’aumento del carico del debito rischia di violare le regole fiscali europee appena riformate, minando fin dall’inizio la credibilità del nuovo sistema. A breve termine, potrebbero esserci tentativi di riaprire il dibattito sulle regole fiscali, inclusi i criteri di Maastricht, ma un’Europa stabile richiede politiche fiscali sostenibili degli stati membri, e ciò è difficile da ottenere senza regole – qualunque sia la loro concezione – che limitino la spesa insostenibile.

Il piano rappresenta anche un grave onere finanziario per le generazioni future, che dovranno già affrontare sfide demografiche significative. È probabilmente necessario un grande sforzo per rafforzare le forze armate e renderle efficaci e deterrenti, e questo richiede risorse aggiuntive tramite finanziamenti a debito, ma ciò non dovrebbe distogliere l’attenzione dagli aggiustamenti che i bilanci richiederanno nel medio periodo. Le responsabilità fondamentali, come la difesa e la maggior parte delle infrastrutture, dovrebbero essere finanziate all’interno dei bilanci ordinari e quindi, per la maggior parte, dalle generazioni attuali, e non attraverso fondi speciali finanziati a debito. È tanto più vero considerando che è proprio l’attuale generazione ad aver ridotto la spesa per la difesa, beneficiando del dividendo della pace, e ad aver trascurato gli investimenti infrastrutturali negli ultimi decenni.

La preoccupazione principale è che una maggiore disponibilità di finanziamenti a debito possa ridurre la pressione per attuare riforme strutturali necessarie, come la semplificazione burocratica, la riduzione dello stato sociale e gli aggiustamenti economici indispensabili. Investire nell’economia, in progetti che favoriscano la crescita e in attività di R&S, preferibilmente in un’iniziativa comune a livello europeo, richiede innanzitutto un contesto istituzionale che non appesantisca le nuove idee con regole e normative e che, invece, offra un ambiente attrattivo, come un mercato dei capitali ben funzionante e un sistema fiscale che incentivi l’innovazione.

Il tempo sta per scadere. Il nuovo Bundestag si riunisce il 25 marzo e, nonostante numerosi compromessi, l’esito rimane incerto. Sebbene il pacchetto sia stato approvato dal Bundestag, necessita ancora di una maggioranza dei due terzi nel Bundesrat. Da parte di alcuni Länder l’opposizione è forte. I prossimi giorni potrebbero riservare sorprese.

* Traduzione a cura di Chiara Abenante. L’articolo originale in inglese è disponibile qui.

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  1. Savino

    E’ il ruolo dello Stato in gioco, le priorita’ stanno mutando e a farne le spese e’ chi versa in stato di bisogno.

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