Sono le donne a sostenere la maggior parte del carico cognitivo, manageriale ed emotivo nella gestione familiare. Ma quanto incide questo “lavoro che non si vede” sulla volontà di avere un altro figlio dopo il primo? Cruciale il coinvolgimento del partner.
Organizzare la famiglia: un lavoro da donne
“Bastava chiedere!” diceva un famoso fumetto, ben riassumendo il significato di carico mentale. Si tratta dell’insieme delle attività cognitive, organizzative ed emotive che garantiscono il funzionamento quotidiano della vita domestica e familiare. A differenza del lavoro esecutivo, il carico o lavoro mentale non coincide con l’azione materiale, ma con tutto ciò che la precede: pensare, anticipare, ricordare, decidere, preoccuparsi. È una responsabilità attiva anche quando nulla è visibile, ma che impegna costantemente tempo, attenzione ed energie mentali.
La letteratura internazionale mostra chiaramente che sono le donne a sostenere la maggior parte del carico cognitivo, manageriale ed emotivo nella gestione familiare. Dal punto di vista analitico, sono proprio queste le tre dimensioni funzionali del carico mentale. La prima riguarda il dover ricordare, prevedere e anticipare bisogni e necessità della famiglia. La seconda si riferisce alle attività strettamente manageriali: pianificare, organizzare, coordinare tutte le attività domestiche e familiari. La terza è emotiva: include la preoccupazione per il benessere degli altri, la responsabilità affettiva, e anche il senso di colpa se qualcosa va storto.
Sebbene il tema abbia guadagnato attenzione nel dibattito pubblico e nella ricerca, le sue implicazioni sulle scelte riproduttive restano ancora poco esplorate. Eppure, il carico mentale può avere un impatto rilevante non solo sul benessere individuale e sulla qualità della relazione di coppia, ma anche sulla possibilità di conciliare vita familiare e lavoro retribuito. Più alto è il carico mentale, meno risorse rimangono disponibili – emotive, cognitive, organizzative – per sostenere un’eventuale nuova genitorialità.
Lo studio
In questo contesto, un nostro studio analizza l’associazione tra lavoro mentale e intenzione di avere un secondo figlio nel breve periodo (entro tre anni). L’analisi si basa sui dati Forties, relativi a 2.416 madri italiane con un figlio e che sono partner in coppie eterosessuali.
Le madri riportano un carico mentale significativamente più elevato rispetto a quello che attribuiscono ai loro partner (figura 1). Vale sia per le madri che hanno avuto il primo figlio prima dei 35 anni, sia per quelle che lo hanno avuto successivamente. Tra le più giovani (20–34 anni), il punteggio medio relativo al tempo dedicato al lavoro mentale è pari a 3,62, contro un valore percepito per il partner di 3,25, su una scala 1-5, in cui gli estremi corrispondono a “mai” e “sempre”. Il divario si amplia tra le madri over 35, che riportano un punteggio medio di 3,72, mentre ne attribuiscono al partner uno ancora più basso: 3,01.
Figura 1 – Distribuzione del lavoro mentale percepito dalle madri e attribuito al partner, suddivisa per classe di età al primo figlio. Le linee verticali rappresentano le medie.

Il lavoro mentale è, poi, negativamente correlato con l’intenzione di avere un altro figlio entro i successivi tre anni, soprattutto per le madri che hanno avuto il primo figlio oltre i 35 anni (figura. 2). Quanto più le madri con un figlio sentono di avere un forte carico mentale, tanto meno hanno intenzione di averne un secondo. Invece, quanto più percepiscono di avere un partner coinvolto, che dedica più spesso tempo al lavoro mentale, tanto più aumenta l’intenzione di avere il secondo figlio, per entrambi i gruppi di madri, sia quelle che hanno avuto il primo over 35 anni sia quelle under 35.
Figura 2 – Associazione tra lavoro mentale complessivo (percepito dalle madri e attribuito al partner) e intenzione di avere un altro figlio. Coefficienti di regressione per l’intero campione e per età al primo figlio. I modelli controllano per caratteristiche demografiche della madre e del padre.

Oltre a considerare il lavoro mentale complessivo, è possibile distinguere il ruolo che hanno le sue tre componenti (cognitiva, manageriale ed emotiva) sulle intenzioni di fecondità. Tra le madri, è soprattutto l’intensificarsi del coinvolgimento emotivo a incidere negativamente sull’intenzione di avere un secondo figlio nei tre anni successivi.
Per contro, in merito alla percezione nel coinvolgimento dei partner, è quello nelle dimensioni sia emotiva sia manageriale che porta le madri, solo over 35, ad avere più intenzione di avere il secondo figlio.
Figura 3 – Associazione tra le tre dimensioni del lavoro mentale (cognitiva, manageriale, emotiva) e intenzione di avere un altro figlio. Coefficienti di regressione per carico percepito dalle madri e attribuito al partner, stratificati per età al primo figlio. I modelli controllano per caratteristiche demografiche della madre e del padre.

Il lavoro mentale è a tutti gli effetti una dimensione del benessere materno, oltre che un elemento significativo per comprendere le scelte riproduttive, in particolare tra le madri meno giovani. Queste donne si trovano spesso a dover trovare un equilibrio tra il ruolo genitoriale e carriere già avviate, ma anche a fare i conti con aspettative elevate rispetto al ruolo di madre e meno energie, vivendo con maggiore intensità il lavoro mentale. Tutto ciò può ridurre la disponibilità emotiva e pratica ad affrontare nuovamente la genitorialità. Il sovraccarico emotivo, in particolare, agisce da freno all’intenzione di avere il secondo figlio, a prescindere dal fatto che la genitorialità sia iniziata in età più o meno giovane. A incoraggiare la nuova genitorialità, per le madri over 35, è invece la percezione di un partner coinvolto sia sul piano emotivo che su quello organizzativo.
*L’articolo è realizzato nell’ambito del progetto finanziato dall’Unione Europea – Progetto Progetto “FORTIES Fertility Over fortIES. A mixed method comprehensive approach to understand parental well-being and trajectories of late and latest-late fertility” (CUPC53D23008830001), PRIN PNRR 2022
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