Liberalizzando aspirine, panifici, assicurazioni e atti notarili, il decreto Bersani mira a ridare potere d’acquisto a chi lo ha perso negli ultimi anni e ridurre i costi dele imprese che usano i servizi dei professionisti. Ma offre anche qualche compensazione a chi, occupato a bloccare i piazzali degli aeroporti e delle stazioni, non ha avuto modo di leggere con calma il testo del decreto.
Nel calcio come nel mercato del lavoro. Difficile accedere a un posto di titolare dove i giovani sono ostacolati nel trovare lavoro, giocare nella nazionale e’ un buon affare per la carriera.  E ci vogliono nuove istituzioni e autorità imparziali nel fissare le regole.

Oltre agli scandali, ci sono anche altri modi di toccare il Fondo. Sui giornali italiani non se ne parla, ma all’estero si discute sempre più spesso di cambiare i meccanismi di rappresentanza e di finanziamento di un Fondo Monetario Internazionale che non può più funzionare come era stato pensato nel 1944 a Bretton Woods.


Sergio Bologna e Anna Soru intervengono, nel dibattito sulla riforma della legge Biagi.
Marcello Basili commenta l’intervento di Tito Boeri sui taxi.

Liberalizzando aspirine, panifici e atti notarili, il decreto Bersani mira a ridare potere d’acquisto a chi lo ha perso negli ultimi anni – i lavoratori a reddito medio-basso – e a ridare fiato all’industria che usa i servizi dei professionisti. Ma offre anche qualche compensazione a chi in questi giorni è occupato a bloccare i piazzali degli aeroporti e delle
stazioni e non ha avuto modo di leggere con calma il testo del decreto.
Il mondo del calcio è un laboratorio d’eccezione per capire meglio i problemi dell’economia. Come nel mercato del lavoro, i titolari delle nazionali spesso erigono barriere inv alicabili per difendersi dalla concorrenza di chi titolare non è. Magari lo fanno perché il cosiddetto “attaccamento alla maglia azzurra” non è poi un cattivo affare per la
carriera. Per tutti, rimane l’esigenza di misurarsi con autorità autorevoli e imparziali nel fissare le regole.

Oltre agli scandali, ci sono anche altri modi di toccare il Fondo. Sui giornali italiani non se ne parla, ma all’estero si discute sempre più spesso di cambiare i meccanismi di rappresentanza e di finanziamento di un Fondo Monetario Internazionale che non può più funzionare come era stato pensato nel 1944 a Bretton Woods.


Sergio Bologna e Anna Soru discutono, nel dossier de lavoce sulla riforma della legge Biagi, di lavoro e precarietà.

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