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Internet, la carta stampata e i nostri 5 anni

La nostra esperienza suggerisce che la rete è molto più complementare alla carta stampata di quanto possa apparire a prima vista. Ha però costi di gestione molto bassi e raggiunge una platea vasta a costo zero. Non ci sono forti barriere all’ingresso, se non di tipo reputazionale. I siti nascono senza necessariamente basarsi su di una struttura proprietaria concentrata e intrusiva. Ci può essere più democrazia su Internet e più libertà di informazione. I nuovi progetti e i nuovi obiettivi de lavoce.info per offrire ai lettori ancora più informazione e commenti.

La scorsa estate un articolo di copertina dell’Economist ha previsto che l’ultimo giornale sarebbe stato letto nel 2043, vittima di Internet e della disaffezione dei lettori. In effetti i giornali registrano ovunque, tranne in India e in Cina un calo di lettori, mentre la crescita di internet sembra inarrestabile. Ma è davvero colpa di Internet se i giornali perdono lettori? E può davvero il web sostituire la carta stampata?

Due mezzi complementari

La nostra esperienza suggerisce che Internet è molto più complementare alla carta stampata di quanto possa apparire a prima vista. Non serve solo ad offrire informazioni aggiornate in tempo reale. Serve anche ad offrire analisi e commenti supportati da collegamenti ai documenti originali. Un giornale può perciò utilizzare Internet come supporto di un ragionamento, come “pezza giustificativa” da esibire di fronte a un lettore scettico ed esigente. Il giornale può vendere anche senza un proprio sito, ma un giornale che usa Internet può svolgere meglio il proprio servizio di informazione. Sempre che il giornale non rinunci mai alla sua funzione primaria di informare. C’è una deriva pericolosa al giornale tutto commento-poca notizia, per differenziarsi sia da Internet che dalla free press. Al tempo stesso, un sito o un blog può vivere anche senza giornali perché Internet moltiplica il potere delle idee. Ma un sito open source, come il nostro, trova nella carta stampata, nelle radio e nelle televisioni che riprendono i testi apparsi sul sito un ulteriore moltiplicatore che gli permette di raggiungere anche lettori che non fanno regolarmente uso di Internet.
Insomma essere complementari a tutto beneficio dei lettori, ma questa complementarietà deve essere ricercata attivamente.

E’ più democratico Internet?

C’è un vantaggio di Internet rispetto alla carta stampata: quello di avere costi di gestione molto contenuti e di poter raggiungere una platea vastissima a costo zero. Il bilancio di un sito è generalmente molto più basso di quello di un giornale. E non ci sono forti barriere all’ingresso sul web, se non di tipo reputazionale. I siti crescono a un tasso del 20-30 per cento all’anno. Questo vuol dire che i siti nascono in un contesto molto più competitivo, senza necessariamente basarsi su di una struttura proprietaria concentrata e intrusiva. Ci può essere più democrazia su Internet. E più libertà di informazione.
Abbiamo in questi cinque anni cercato di beneficiare di questi vantaggi. Costruendo un sito diverso dai molti esistenti perché di commento e approfondimento, più che di aggiornamento sull’attualità on line. Crediamo infatti che il futuro su Internet sia un futuro in cui ci sarà più bisogno di selezionare le tante, forse troppe per certi aspetti, informazioni disponibili fra i milioni di siti accessibili
La nostra mission non è cambiata: vogliamo contribuire a migliorare la qualità dell’informazione economica, sfruttando le nostre competenze e la nostra indipendenza. Ci accorgiamo spesso di come vincolati siano altri mezzi di comunicazione nei loro giudizi e prese di posizione, per calcolo politico o interesse economico. E di come si possa comunque avere sempre il sospetto che la proprietà dei giornali incida sul commento. Il vantaggio di un sito operato gratuitamente da docenti universitari è nella sua indipendenza dai condizionamenti della proprietà. Il capitale di rischio de lavoce.info siamo noi stessi.
Non spetta a noi giudicare in che misura siamo riusciti in questa impresa. In ogni caso è un esempio che sta prendendo piede anche in altri paesi e questo ci dà la possibilità di cooperare con altre realtà, come Vox  e Telos e i molti altri siti a noi affini che stanno nascendo E possiamo ora darci nuovi obiettivi.

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Nuovi obiettivi

In cinque anni siamo cresciuti: da poche migliaia di iscritti alla nostra newsletter a oltre 50mila, ad una velocità che non sembra ridursi (14mila iscritti in più negli ultimi 12 mesi). Mediamente il sito ha oltre 4.000 visite al giorno con picchi di più di 10.000 visite nelle settimane della finanziaria.
Si tratta di numeri rilevanti per un’offerta editoriale come questa, anche rispetto a siti in lingua inglese che hanno potenzialmente un pubblico molto più vasto. Sono numeri raggiunti senza alcuna campagna pubblicitaria (non ne abbiamo i mezzi economici), ma grazie al passaparola di chi ci apprezza e alle citazioni che si fanno sempre più numerose sui giornali, in televisione e su altri siti internet. Stimiamo che negli ultimi dodici mesi lavoce.info sia stata citata oltre 500 volte dalla stampa nazionale. Ogni giorno uno di noi è intervistato in quanto redattore o collaboratore de lavoce.info da radio e televisioni nazionali. Sono stati circa 2000 i nostri articoli ripresi integralmente da parte di altri quotidiani e periodici grazie alla nostra offerta open source.
Ci proponiamo ora di offrire più informazione e commenti su temi internazionali, di dare più continuità a rubriche come “vero o falso?”, di aggiungerne una che monitori il funzionamento della pubblica amministrazione e di ampliare la base di documentazione rendendo anche più agevole la ricerca di testi sul sito. Questo richiede un impegno maggiore di segreteria e la costruzione di un piccolo centro studi a supporto del sito. Quindi, maggiori risorse.
Stiamo anche traslocando. Tra pochi giorni saranno on line le pagine de lavoce.info completamente ridisegnate dallo studio Massa&Marti, una volta di più a titolo gratuito. Ve ne offriamo un’anteprima statica (layout1, layout2). Oltre all’aspetto grafico, è stata rivisita interamente l’architettura del sito in modo da renderlo maggiormente funzionale e di adeguarlo tecnicamente all’evoluzione del web. Abbiamo anche ripensato la suddivisione del materiale creando rubriche e dossier tematici. Ci saranno innovazioni nel sito quali l’introduzione degli rss telematici (con possibilità di scelta dell’argomento che interessa maggiormente), lo sviluppo del podcast, tramite il quale offriremo, fra le varie novità, risposte audio ai sempre più numerosi commenti dei lettori.
Anche questo trasloco ha dei costi non indifferenti.

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Chi ci finanzia?

Sin qui lavoce.info si è retta solo sul contributo dei lettori (che ci hanno dato più di 116.000 euro) e dei redattori che si sono autotassati e hanno destinato al sito i proventi di partecipazione a trasmissioni radiotelevisive ed eventi di vario genere.
Circa due terzi delle nostre uscite è destinato agli stipendi dei nostri poliedrici collaboratori di redazione che coordinano il lavoro tenendo i rapporti con redattori e collaboratori, con i media e con i lettori. Il resto va in tasse e qualche spesa fissa legata alla manutenzione del sito.
Sin qui siamo vissuti su di un budget modesto, ma crescente per cercare anche di stare dietro alla domanda dei lettori. Per i nostri nuovi obiettivi, abbiamo bisogno di un budget di circa 100.000 euro, più di quanto possiamo realisticamente chiedere ogni anno ai nostri lettori. Per questo motivo, con alcune grandi testate (La Repubblica, Corriere della Sera, la Stampa, Il Mondo) abbiamo stipulato convenzioni che permettono loro di pubblicare in contemporanea al sito i nostri articoli. Con l’agenzia di stampa APCom, il settimanale Internazionale e la trasmissione televisiva “Ballarò” abbiamo anche raggiunto accordi per remunerare interventi degli economisti de lavoce.info che loro stessi devolvono automaticaemente al sitoDi tutte queste entrate daremo conto, come sempre.
Avremo comunque bisogno – come e più che in passato – dei contributi di voi lettori.
Il 4 luglio 2002 scrivevamo “Vogliamo essere competenti nella critica, provocatori nei contenuti ed equilibrati nelle proposte”. La nostra credibilità è la nostra ragione d’essere. Nel nuovo sito ci saranno più ampie schede biografiche dei redattori e dei collaboratori anche per potere rendere noti ai lettori tutti gli incarichi operativi ricoperti in strutture pubbliche e private che comportino un potenziale conflitto d’interessi.

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Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

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12 commenti

  1. Paolo Gabriele

    Un modello di coabitazione fra carta stampata ed internet riuscitissimo. Dimostrato dalle numerosissime citazioni che gli articoli pubblicati su lavoce.info hanno ricevuto sui maggiori quotidiani italiani, in particolare sul Corriere, al quale alcuni dei fondatori collaborano. E’ il quinto compleanno di un’iniziativa libera e capace di andare oltre le notizie e che senza dubbio ha alimentato con contributi di elevato livello qualitativo il dibattito sull’economia italiana, giungendo fino a polemizzare con il governo in maniera aspra quando era tecnicamente il caso. Sorge un solo dubbio: ma forse internet è più libera e democratica di un quotidiano impegnato in “molti” settori e campi dell’intrattenimento?
    Sono napoletano e vi propongo di organizzare una vera e propria “festa” di compleanno nella mia città a discutere dei problemi, dal punto di vista tecnico, che non sono più sopportabili. Ad ottobre sarebbe possibile?

  2. luigi zoppoli

    In senso lato, l’articolo inerisce all’informazione e quindi ai meccanismi di formazione delle opinioni. E mi dolgo del peso in assoluto ancora non rilevantissimo di internet anche se i tassi di crescita lasciano ben sperare. Trovo internet un’ottimo antidoto al conformismo ed all’opinionismo di basso livello del monopolio televisivo concentrato e sinergico, in molti casi,, con la carta stampata nel raccontare di nuovo opinioni.
    Non trovo, osservo, né nelle TV né nella carta stampata che il peso della “reputazione” sia altrettanto importante e pesante che nel caso di un sito web.
    E Dio solo sa quanto sarebbe importante che i cittadini attribuissero almeno un pochino di attenzione al valore etico e sostanziale della “reputazione”.
    Cordialmente
    Luigi Zoppoli

  3. Michele Giardino

    Bene, molto bene anche per la richiesta di contributi, dignitosa e cortese, ma soprattutto coinvolgente.
    Circa il nuovo sito:
    – non ho capito se i due modelli sono alternativi: se lo sono, il secondo mi pare più vivace e meno consueto, ciò che non guasta;
    – trovo elegante la scelta del colore per i testi, ma pregherei di portare al massimo possibile l’intensità del colore, a beneficio di chi ha problemi di vista.
    Circa lo stile e il metodo di lavoro, solo pochissime cose:
    – eccellente l’idea di implementare i “link” con documentazione integrale e testuale. Uno dei peggiori difetti dei maggiori giornali (e anche periodici, purtroppo) nostrani è dare per scontato che chi legge abbia letto, e con attenzione, anche le “puntate precedenti”, perché, come dite voi, ciò che conta è esprimere opinioni, non informare il pubblico perché ne elabori di proprie, prospettiva a quanto pare ritenuta eversiva;
    – circa i commenti, spesso acuti e competenti, spiace la frequente mancanza di repliche, e anche che le rare repliche spesso ripetano il contenuto della nota, già ben nota a chi l’ha commentata. Meglio una (breve) controreplica in risposta ad argomenti nuovi o un semplice rinvio a quanto già detto, valido comunque come segno di apprezzamento per l’attenzione.
    Comunque, grazie e buon lavoro

  4. Giacomo Dorigo

    Complimenti per questo sito che in questi anni come cittadino qualunque e per di più digiuno di economia ho trovato davvero utile e a tratti illuminante. Mi auguro solo che l’avere stipulato certe convenzioni non comporti una perdita di libertà di critica da parte vostra, sarebbe un vero peccato in quanto credo sia il principale punto di forza della vostra iniziativa.

  5. Hans Suter

    “Poter raggiungere una platea vastissima a costo zero”. A me sembra meglio usare la parola “interloquire”. Internet non è broadcasting ma interazione.

  6. Giovanna

    Tanti auguri a tutti per questo quinto anno, soprattutto a chi sta dietro le quinte!

    Un caro saluto da DC
    Giovanna

  7. pasqualeandreozzi

    Sono iscritto alla voce dagli esordi. è stata per me costante punto di riferimento, non sempre condiviso, soprattutto quando sembrava abbandonarsi ad una sorta di estetica del commento dotto.
    attraverso la riproduzione di artcoli e il commento in classe qualche studente ha deciso di frequentare economia o giurisprudenza, e numerosi adulti cui tentavo di comunicare qualche concetto, hanno trovato prezioso il suggerimento di iscriversi o di visitare il sito. cosa voglio di più? che restiate semplici, più belli, e tuttavia “raggiungibili”. complimenti e auguri per i prox 5 alla n anni.

  8. Stefano Zacchiroli

    Spettabile redazione, un sentito grazie per l’informazione di qualità che sapete dare su queste elettroniche colonne. Non sono un economista, ma con voi (grazie appunto al passaparola) ho scoperto il piacere di capire gli aspetti economici della quotidianità e di come questi influenzino la politica, la società e la vita dei cittadini.

    Avete saputo fare tutto questo con il carattere della gratuità per i lettori, un aspetto fondante di molte comunità della rete e socialmente utile ad alzare il livello di informazione nel nostro paese.

    È bene però distinguire questa gratuità, dall’essere “open source”, citato due volte (a sproposito) nel vostro bell’articolo che ho appena letto. L’essere “open source” è una caratteristica applicabile al software come prodotto dell’intelletto, non all’informazione che presenta caratteristiche ben diverse. Anche nell’ambito del software, dove entrambe le caratteristiche sono applicabili, “grauità” ed “open source” sono ben diverse, è possibile trovarne una spiegazione iniziale su http://www.opensource.org/. (Caratteristica ancora diversa è poi la qualità di essere “free software”: http://www.fsf.org/licensing/essays/free-sw.html …)

    Mi aguro possano per voi essere buone lettura e, perché no, uno spunto per discutere in futuro argomenti ad essi correlati che in un prossimo futuro influenzeranno sempre di più le governance degli stati nell’era di Internet.

    Saluti e ancora grazie per il vostro ottimo servizio.

  9. Antonio Bottoni

    Evidenziate, per quanto è possibile, gli eventi ai quali partecipate e/o organizzate.
    La vostra indipendenza intellettuale è stata un punto di riferimento: è un pregio da mantenere ed accrescere.
    In bocca al lupo per i prossimi 5 anni.

  10. Mario Ricci

    Cara Redazione, ho trovato oggi, per puro caso (non ricordo più come e dove) la Vostra esistenza.
    La lettura è stata molto piacevole per me, tanto che, uno dei Vostri Articoli, l’ho inserito nel mio Blog. Spero non abbiate nulla in contrario. Il Vostro “indirizzo” l’ho reso ben visibile e, una copia l’ho anche inviata all’ IdV (Italia dei Valori). Grazie del servizio che rendete al Pubblico.
    Mario Ricci

  11. roberto dagostini

    Questo è per me La Voce: è Valore in un panorama comunicativo desolante.
    Buon compleanno e continuate così, grazie!

  12. Michele Bruccheri

    Anch’io sono un operatore dell’informazione e volevo porgere, sinceramente e fervidamente, i miei complimenti a tutti coloro che lavorano in questo importante e ambizioso progetto editoriale. E’ vero, la credibilità e l’autorevolezza si conquistano ogni giorno con l’esempio. Siete efficaci nella chiarezza e nella semplicità. Grazie e buon lavoro da Michele Bruccheri.

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