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CHI GUADAGNA DALLA MANOVRA

Se l’obiettivo è rendere più equa la distribuzione dei redditi, nella manovra finanziaria per il 2008 non mancano le zone d’ombra. Sicuramente positivi gli effetti redistributivi delle misure a favore degli incapienti, ovvero contribuenti che generalmente non possono beneficiare degli sgravi d’imposta, anche se limitata per il 2007. Ma dal 2008 si introducono benefici permanenti per affitti e Ici che si concentrano su una parte più alta della distribuzione dei redditi e riducono l’impatto positivo sui veri poveri.

Quest’anno la manovra finanziaria si articola in due distinti provvedimenti: un decreto legge, che produce i suoi effetti già sul 2007, e il disegno di Legge finanziaria per il 2008.

Le novità per le famiglie

Il decreto legge stabilisce una parziale restituzione dell’extragettito alle famiglie sotto forma di un sussidio una tantum (in una logica di temporanea e parziale imposta negativa sul reddito) agli incapienti e ai loro familiari a carico. Il bonus è pari a 150 euro per ogni contribuente incapiente; ulteriori 150 euro sono previsti per ogni familiare a suo carico. La norma lascia qualche incertezza interpretativa. Se valutata alla lettera la misura prevista dal decreto avrebbe un costo complessivo stimabile in 3,3 miliardi di euro per il 2007. Se, come sembra più plausibile, si stabilisce che tutti i contribuenti incapienti dichiarati a carico di un altro familiare non siano, almeno direttamente, destinatari della misura, il costo complessivo si aggira intorno ai 2,3 miliardi di euro (400 milioni in più rispetto a quanto previsto dal decreto). Molto diverso è il numero dei potenziali destinatari della misura nei due casi: 12 milioni nel primo caso (tutti i contribuenti incapienti, pari al 29 per cento dei contribuenti Irpef) e 8,9 milioni nel secondo.
Il disegno di Legge finanziaria concentra invece l’attenzione sulla “casa”, sotto quattro punti di vista. Si introduce in primo luogo una ulteriore detrazione dall’Ici sulla prima casa, che non può superare i 200 euro per immobile e si rivolge ai proprietari con un reddito minore di 50mila euro. Le minori entrate del 2008, a carico del bilancio statale, sono stimabili in 900 milioni di euro. È poi prevista una detrazione d’imposta per i titolari di contratti di locazione registrati di unità immobiliari adibite ad abitazione principale, più consistente per i giovani fino a trenta anni. Se la detrazione determina l’incapienza del contribuente, questi può beneficiare di un sussidio, in una logica, questa volta, di parziale ma strutturale imposta negativa sul reddito Il costo/minori entrate della misura è di 750 milioni. Inoltre, a decorrere già dal 2007, cambia il parametro di riferimento per la decrescenza delle detrazioni per carichi di lavoro e di famiglia: si passa dal reddito complessivo al reddito complessivo diminuito della rendita catastale rivalutata dell’immobile di residenza. Le minori entrate per questo provvedimento sono di 250 milioni. Infine, è prevista l’esenzione ai fini Irpef per i contribuenti il cui reddito complessivo sia minore di 500 euro e derivante esclusivamente da redditi fondiari.

L’impatto redistributivo della manovra (1)

La misura una tantum sugli incapienti (compresi i loro familiari) riduce vistosamente la disuguaglianza rispetto alla normativa attualmente in vigore (Tabella 1). Considerando i redditi familiari equivalenti Irpef relativi a tutta la popolazione, l’indice di redistribuzione complessiva (cioè la differenza tra l’indice di Gini (2) calcolato sui redditi lordi e netti) aumenta da 5,78 a 6,11. Considerando i soli contribuenti Irpef, invece, l’indice di redistribuzione aumenta da 6,05 a 6,41. Tuttavia, il bonus incapienti è una misura destinata a esaurire i suoi effetti nel 2007.

Tabella 1: Gli indici redistributivi

Contribuenti IRPEF 2007 Decreto 2007 Finanziaria 2008
Indice di Gini del reddito complessivo IRPEF 42,76 42,76 42,76
Indice di Gini del reddito netto IRPEF 36,71 36,35 36,66
Indice di redistribuzione complessiva (IRPEF) 6,05 6,41 6,10
Indice di Gini del reddito netto IRPEF + sgravio ICI 36,71 36,35 36,63
Indice di redistribuzione complessiva (IRPEF + sgravio ICI) 6,05 6,41 6,13
Famiglie 2007 Decreto 2007 Finanziaria 2008
Indice di Gini del reddito complessivo IRPEF 41,56 41,56 41,56
Indice di Gini del reddito netto IRPEF 35,78 35,45 35,72
Indice di redistribuzione complessiva (IRPEF) 5,78 6,11 5,84
Indice di Gini del reddito netto IRPEF + sgravio ICI 35,78 35,45 35,70
Indice di redistribuzione complessiva (IRPEF + sgravio ICI) 5,78 6,11 5,86
Fonte: Elaborazione su dati Banca d’Italia 2006.      

 

È dunque necessario confrontare gli effetti tra la normativa attualmente in vigore e quella strutturale prevista dal disegno di Legge finanziaria per il 2008 (sempre Tabella 1). In questo caso l’impatto redistributivo è modesto: considerando solamente le modifiche all’Irpef, l’indice di redistribuzione per le famiglie passa da 5,78 a 5,84, mentre aumenta da 5,78 a 5,86 conteggiando anche i risparmi connessi alla riduzione dell’Ici. Si noti, quindi, che i risparmi Ici sono destinati al ceto medio-alto.
Focalizziamo l’attenzione sui contribuenti Irpef: l’incremento medio di reddito per i contribuenti beneficiari è pari a 118 euro se si considera la misura a favore degli incapienti contenuta nel decreto legge e a 88 euro se si considerano le misure previste nel disegno di Legge finanziaria (Tabella 2).

Tabella 2: Chi guadagna con la manovra (contribuenti IRPEF)

  Decreto 2007 Finanziaria 2008
  Aumento reddito netto IRPEF Aumento reddito netto IRPEF Riduzione ICI prima casa Aumento reddito disponibile
Classe di reddito   (euro) % di individui che guadagnano in ogni classe di reddito Ammontare medio del guadagno (euro) calcolato sui contribuenti beneficiari % di individui che guadagnano in ogni classe di reddito Ammontare medio del guadagno (euro) calcolato sui contribuenti beneficiari % di individui che guadagnano in ogni classe di reddito Ammontare medio del guadagno (euro) calcolato sui contribuenti beneficiari % di individui che guadagnano in ogni classe di reddito Ammontare medio del guadagno (euro)calcolato sui contribuenti beneficiari
0-1.000 13,65 198,77 2,64 300,00 21,87 43,23 24,51 74,12
1.000-2000 12,94 245,75 2,14 403,12 38,21 43,34 40,35 62,44
2.000-3.000 9,17 210,36 4,28 342,30 44,33 43,29 48,12 70,35
3.000-5.000 66,64 252,45 5,60 323,43 35,39 49,45 40,50 87,93
5.000-7.500 92,73 217,33 5,41 324,96 33,19 42,26 37,86 83,51
7.500-12.500 64,22 187,12 38,48 83,02 38,29 44,53 51,76 94,65
12.500-20.000 53,69 67,64 57,07 54,51 45,40 46,50 58,53 89,22
20.000-25.000 60,97 20,16 68,50 41,15 57,84 54,51 68,96 86,58
25.000-35.000 63,95 23,24 71,51 46,48 61,19 59,59 71,68 97,24
35.000-50.000 67,00 30,70 67,00 30,70 66,30 70,90 67,00 100,86
50.000-60.000 67,04 22,95 67,04 22,95 0,00 0,00 67,04 22,95
60.000-80.000 49,67 14,90 49,67 14,90 0,00 0,00 49,67 14,90
80.000-100.000 23,12 10,61 23,12 10,61 0,00 0,00 23,12 10,61
100.000-200.000 3,38 10,48 3,38 10,48 0,00 0,00 3,38 10,48
oltre200.000 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
Totale 60,28 117,79 43,63 59,92 44,00 50,25 54,75 88,13
Fonte: Elaborazione su dati Banca d’Italia 2006.            

La misura contenuta nel decreto ha effetto prevalentemente sui redditi bassi, dove si concentra il fenomeno dell’incapienza. In particolare, la maggior parte dei contribuenti con reddito compreso tra 3.000 e 12.500 euro beneficiano di un incremento di reddito a causa del “sussidio da incapienza”, che risulta in media decrescente all’aumentare del reddito. I contribuenti con reddito molto basso sono quasi tutti esclusi dalla misura, poiché si tratta prevalentemente di contribuenti a carico di altri familiari.
Diverso è lo scenario considerando il disegno di Legge finanziaria. Lo sgravio/sussidio per gli affittuari si concentra sugli individui con reddito fino a 7.500 euro; rispetto al decreto, i benefici sono maggiori, ma il numero dei beneficiari è nettamente inferiore.
Sia il decreto sia il disegno di Legge finanziaria determinano una lieve riduzione Irpef anche per i contribuenti con redditi medi e alti se questi risiedono nella casa di proprietà e hanno figli a carico. Questo perché, per il calcolo delle detrazioni per carichi di famiglia e di lavoro, il parametro di riferimento non è più il reddito complessivo, ma il reddito complessivo al netto della rendita catastale rivalutata dell’abitazione di residenza.
La riduzione dell’Ici, non dissimile quantitativamente nelle diverse fasce di reddito (ma più alta tra i 20 e i 50mila euro), riguarda solo il 22 per cento dei contribuenti nella fascia 0-1.000 e circa il 35-45 per cento dei contribuenti nella fascia 1.000-20.000 euro. La maggior parte dei contribuenti nelle fasce successive, fino a 50mila euro, ottiene una riduzione.
Valutando le modifiche legislative sui redditi familiari equivalenti (Tabella 3), si nota che con il decreto legge (bonus incapienti) il 61 per cento dei benefici si concentrano sui primi tre decili; la riduzione Ici prevista dalla Finanziaria si concentra sugli ultimi 5. Complessivamente i primi tre decili risultano i meno avvantaggiati dalle misure contenute nella Finanziaria. Questo perché gli sgravi Irpef riconosciuti dalla Finanziaria non sono focalizzati sugli incapienti, ma consistono solo in detrazioni/sussidi per gli affittuari.

Tabella 3: Distribuzione percentuale dei benefici sui redditi familiari equivalenti

  Decreto 2007 Finanziaria 2008
Decile Variazione reddito netto Variazione reddito netto Riduzione ICI Totale
1 14,77 5,12 4,00 4,60
2 30,99 11,84 5,35 8,84
3 15,86 8,42 6,96 7,74
4 8,02 10,44 8,03 9,32
5 7,35 12,61 8,68 10,79
6 7,03 11,97 11,38 11,70
7 5,04 10,88 12,64 11,69
8 4,00 10,01 12,70 11,26
9 3,52 11,90 15,39 13,52
10 3,42 6,81 14,86 10,54
Totale 100,00 100,00 100,00 100,00
Fonte: Elaborazione su dati Banca d’Italia 2006.    
           

 

Luci e ombre

Per quanto riguarda l’obiettivo di migliorare (nel senso di renderla più equa) la distribuzione dei redditi, la manovra finanziaria per il 2008 può essere accolta solo parzialmente con favore; non mancano infatti zone d’ombra. Sicuramente positiva è la restituzione, anche se una tantum e parziale, dell’extragettito nel 2007, poiché incentrata su contribuenti che non possono solitamente beneficiare degli sgravi d’imposta perché incapienti. La restituzione in corso d’anno, inoltre, contribuisce al raggiungimento dell’obiettivo di una effettiva maggior redistribuzione, che era stato solo in piccola parte realizzato con la revisione Irpef introdotta dalla Finanziaria dell’anno scorso. L’analisi effettuata mostra che con il decreto legge il potere redistributivo dell’imposta aumenta considerevolmente, con benefici consistenti a favore dei soggetti incapienti.
A fronte dei benefici temporanei previsti dal decreto (bonus incapienti), che agirebbero veramente in senso redistributivo solo se resi strutturali, si introducono dal 2008 benefici permanenti (affitti e Ici) che si concentrano su una parte più alta della distribuzione dei redditi e riducono drasticamente l’impatto positivo sui veri poveri.
Non è facile individuare ragioni economiche sottostanti la riduzione così generalizzata dell’Ici sulla prima casa. Il limite massimo dell’incremento della detrazione (200 euro), poi, appare troppo generoso nei confronti dei contribuenti con redditi medio-alti, tanto più che il beneficio è vincolato alla capienza del debito Ici. In una logica di uso delle risorse in senso redistributivo, sarebbe stato forse più opportuno inserire un limite massimo di reddito inferiore. Se poi si considera che l’Ici rappresenta il principale tributo proprio dei comuni e che costituisce circa il 20 per cento delle loro entrate tributarie correnti, non appare opportuna, in un’ottica di federalismo fiscale, una sua riduzione decisa a livello centrale e compensata con trasferimenti statali.
Potrà forse derivare un qualche effetto positivo sull’estesa evasione dei canoni di locazione non dichiarati in sede Irpef dal contrasto di interessi tra inquilini e proprietari, soprattutto nel caso dei giovani, che possono beneficiare di riduzioni/sussidi consistenti. Permane infine la discriminazione in sede Irpef tra proprietari della prima casa e affittuari, anche se il divario diminuisce.

(1) Per valutare gli effetti redistributivi della manovra proposta dal governo si utilizza un modello di microsimulazione fiscale basato su dati Banca d’Italia. Per dettagli si veda “Il Modello di microsimulazione Irpef 2004” di Simone Pellegrino, Siep, WP 583/07.
(2) L’ indice di gini misura la diseguaglianza complessiva della distribuzione del reddito.

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IL GRANDE ASSENTE ALLE PRIMARIE

  1. Matteo62

    Se non erro, viene abbassata l’aliquota ICI, ma per contro vengono rivalutate le rendite catastali, morale siamo certi che risparmieremo?

    • La redazione

      La relazione tecnica al Disegno di Legge finanziaria considera, al fine di stimare la perdita di gettito ICI, la situazione attuale. Pertanto le stime proposte nell’articolo fanno riferimento ad una situazione di parità di rendite catastali. Mi sembra l’ipotesi più corretta. E’ vero che, in caso di rivalutazione delle rendite, l’ICI sulla prima casa aumenterebbe, mitigata comunque dall’incremento della detrazione a livello statale (l’1,33 per mille di un valore più grande di base imponibile). Tale incremento in sede ICI sarebbe poi almeno parzialmente controbilanciato in sede IRPEF dal fatto che dal 2007 cambia il parametro di riferimento per la decrescenza delle detrazioni per carichi di lavoro e di famiglia. In ogni caso, l’ulteriore detrazione sulla prima casa è una misura che riguarda specificatamente la prima casa, mentre la revisione delle rendite riguarderebbe tutte le case. E’ dunque una misura finalizzata ad evitare evidenti ingiustizie nella valutazione degli immobili. Se si tradurrà in un incremento delle rendite potrà semmai essere compensata attraverso variazioni delle aliquote. I comuni ne hanno facoltà.

  2. Dario

    Dice bene l’autore quando parla di contrasto di interessi in materia di affitti. Il problema persiste però quando solo una parte del canone di locazione è dichiarato. A grandi linee il contrasto di interessi dovrebbe essere uno dei motori principali per la lotta all’evasione fiscale. Infatti lo stesso meccanismo si potrebbe applicare per l’evasione dell’idraulico o per l’evasione del gestore di discoteche.

  3. martino

    Il miglior contrasto c’era già: subordinare alla registrazione del contratto la possibiltà di ottenere tutela giudirdizionale dello stesso da parte del conduttore; tuttavia la Corte Costituzionale sappiamo come la pensa (333/2001) e quindi oggi lo Stato concede tutela giuridisdizionale anche a quei soggetti che, evadendo, non contribuiscono nemmeno alle spese di quella stessa attività (giurisdizionale) dei cui vantaggi godono. forse è ora di assumere un atteggiamento meno formalistico (o garantista) e più attento alla sostanza: tasse= compenso per servizi; no tasse? no servizi.

  4. FRANCESCO COSTANZO

    A mio parere, la manovra di quest’anno contiene cambiamenti di una certa importanza per la fiscalità di impresa, il cui impatto è tuttavia da valutare. Nel contempo, non sono state introdotte sostanziali novità di impostazione sulla tassazione a carico delle famiglie. In generale, mi trovo d’accordo con chi dice che il beneficio degli sgravi di carattere "strutturale" è limitato, mentre quello degli sgravi "una tantum" è modesto, a causa della sua temporaneità. Infine, non sono state ridotte, come promesso, le imposte a carico dei lavoratori dipendenti. L’idea che ne ho tratto è che il complesso degli interventi previsti sia insufficiente per stimolare in modo deciso la ripresa economica. Inoltre, non mi è ben chiaro in quale direzione punti il Governo per perseguire i suoi obiettivi di crescita: la sensazione è che continuando con la politica di detrazioni e sgravi una tantum e "a pioggia" si finisca solo per disperdere quelle poche risorse che occasionalmente arrivano dai surplus di gettito fiscale, vanificando in tal modo i sacrifici degli Italiani.

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