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E OGGI PAGHIAMO L’INDULTO

Il voto ha premiato gli unici due partiti che si sono opposti all’indulto. Non a caso. L’indulto non solo ha fatto aumentare l’attività criminale in Italia, ma ha anche modificato la composizione dei flussi migratori, finendo per attrarre nel nostro paese più criminali che altrove. Tanto che oggi quattro italiani su dieci temono gli immigrati, non per il lavoro, ma per i reati che possono commettere. Se non si rafforza la repressione dell’attività criminale in Italia prima o poi saremo costretti a chiudere le frontiere. A quel punto, importeremmo solo immigrazione irregolare, in un circolo vizioso di illegalità che alimenta nuova illegalità.

 

La risposta audio dell’autore ai commenti.

Da oggi abbiamo un nuovo governo e l’attenzione generale si sposterà presumibilmente sulle cose da fare anziché sulle letture del voto del 13 e 14 aprile. Èun bene che sia così. Perché i commenti ai risultati delle elezioni sono stati sin qui soprattutto di due tipi. Da una parte, quelli che attribuiscono la vittoria a un libro che ha un titolo accattivante, a metà tra un racconto del terrore e un messaggio ecumenico (nelle parole di Papa Wojtyla, “non c’è paura senza speranza”). Dall’altra, vi sono quelli che ravvedono nel voto la sconfitta degli editorialisti pro mercato. Non affiora in queste interpretazioni il dubbio che libri ed editoriali, per quanto autorevoli e ben scritti, non abbiano avuto un ruolo determinante nell’orientare le preferenze elettorali degli italiani. Il 13 e 14 aprile hanno votato 38 milioni di italiani. Di questi, poco più del 10 per cento compra i quotidiani. Mentre meno di due milioni di italiani in età di voto prendono in mano almeno un libro al mese.
Bene allora non prendersi troppo sul serio, non cadere nell’autoreferenzialità, e capire le scelte degli elettori come reazioni alle circostanze in cui si sono dovuti esprimere, anziché come risposte ad articoli di giornali o a manoscritti, per quanto disseminati alle assemblee di Confcommercio.

DOPO L’INDULTO

Il voto alle politiche ha premiato in particolare gli unici due partiti che si sono opposti all’indulto varato nel 2006: Lega e Italia dei valori. Questa coincidenza non è stata notata, forse perché l’indulto è stato varato quasi due anni fa e, si sa, l’Italia è un paese con scarsa memoria storica.  Eppure l’indulto è un provvedimento che sta avendo effetti duraturi sul benessere degli italiani. Qualcosa di cui ci si ricorda nel segreto dell’urna anche se quasi tutti i partiti si sono (giustamente dal loro punto di vista) astenuti dal menzionarlo in campagna elettorale.
Un primo effetto dell’indulto è stato quello di aumentare l’attività criminale in Italia. I dati raccolti da Giovanni Mastrobuoni e Alessandro Barbarino sembrano difficilmente controvertibili a riguardo: l’indulto ha aumentato del 70 per cento le rapine in banca e fatto lievitare diverse tipologie di reati, dallo spaccio di stupefacenti, ai furti di autoveicoli, ai borseggi, agli omicidi. Lo si evince mettendo in relazione il numero di reati segnalati alle forze dell’ordine e le scarcerazioni nelle diverse regioni. I reati aumentano visibilmente con le scarcerazioni anche perché l’indulto del 2006 è stato un provvedimento generalizzato, che non ha selezionato le persone da scarcerare in base al loro grado di recidività. Così, molti criminali abituali, di professione, sono stati messi nelle condizioni di nuocere.
Ma c’è anche un secondo effetto dell’indulto che forse è stato avvertito ancora più intensamente dagli italiani. Il cronico sovraffollamento delle nostre carceri, la lentezza del nostro processo penale  e l’aspettativa di nuovi indulti sembrano aver modificato la composizione dei flussi migratori diretti nel nostro paese, finendo per attrarre da noi più criminali che altrove. Qui i dati disponibili sono ancora limitati. Ma, messi insieme, ci permettono di capire perché l’immigrazione abbia avuto un ruolo importante in questa campagna elettorale, orientando il voto degli stessi immigrati che già risiedono da noi. Èun mosaico che si compone di diversi indizi. Primo indizio: in Italia è aumentata la quota di coloro che vedono nell’immigrazione un male. Ce lo dice un’indagine recentemente commissionata dal ministero degli Interni alla Makno: la percentuale di coloro che hanno sentimenti negativi nei confronti degli immigrati è aumentata del 20 per cento dal 2007 al 2008; oggi quattro italiani su dieci temono gli immigrati. Secondo indizio: tra le cause più frequentemente citate di questa avversione, il fatto che “gran parte dei reati sono di immigrati clandestini”. Non è il timore per il proprio posto di lavoro che inquieta gli italiani (e gli immigrati che sono già da noi) ma soprattutto il “mancato rispetto delle regole” da parte dei nuovi arrivati. Questa percezione è peraltro fondata su riscontri obiettivi. Ecco il terzo indizio: la percentuale di omicidi di cui vengono accusati immigrati è quintuplicata negli ultimi quindici anni; quella dei tentati omicidi è aumentata di sei volte, ben di più della crescita della quota di immigrati sulla popolazione italiana. La percentuale di stranieri sul totale di denunciati o arrestati per furti con destrezza è del 70 per cento, quella per furti in abitazione del 50 per cento, nel caso di violenze sessuali si arriva al 40 per cento. Siamo l’unico paese in Europa in cui la percentuale di immigrati sul totale della popolazione carceraria è cinque volte superiore alla loro quota sulla popolazione residente. Quarto indizio: l’indulto ha scarcerato circa 8mila immigrati nel giro di un mese, mantenendo inalterata la loro quota sulla popolazione carceraria italiana.
Quindi, senza l’indulto ci sarebbe oggi probabilmente molta più tolleranza verso gli immigrati in Italia. L’indulto è stato un incubo per molti italiani perché siamo un paese verso cui si dirigono grandi flussi di immigrati clandestini. Le interazioni fra indulto e flussi migratori spiegano anche perché gli elettori che temevano gli immigrati non abbiano punito la Lega, nonostante la legge che tuttora regola questi flussi porti il nome di Umberto Bossi.

UNA MISSIONE POSSIBILE

Da oggi abbiamo non solo un nuovo governo, ma anche una nuova opposizione. Può decidere di continuare a prendersela coi libri di Giulio Tremonti, cercando magari di riconquistare il sostegno perduto sulle prime pagine dei giornali. Oppure può cercare di dimostrare ai tantissimi italiani che non leggono i giornali che sarà in prima fila nella battaglia per il rispetto della legalità, cercare di convincerli che il suo impegno nella repressione della criminalità è più credibile di quello della nuova maggioranza. Può farlo partendo dalle amministrazioni locali, dove governa. C’è chi ritiene che sia una missione impossibile, data l’ideologia della sinistra. Eppure battersi perché ci siano più carceri, perché i processi siano più brevi e perché vengano da noi soprattutto quegli immigrati che più facilmente si possano inserire nel nostro tessuto sociale significa proteggere gli italiani più poveri e gli stessi cittadini stranieri che sono già da noi, le prime vittime di questa criminalità importata. Significa anche permettere al nostro paese di avere una politica credibile dell’immigrazione: se non si vince la battaglia contro la criminalità importata, rischiamo, prima o poi, di essere costretti a chiudere del tutto le nostre frontiere. A quel punto, finiremmo solo per importare immigrazione irregolare, in un circolo vizioso di illegalità che alimenta nuova illegalità.

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L’ITALIA NELLA SPIRALE DEL “DEGIOVANIMENTO”*

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LA RISPOSTA AI COMMENTI

38 commenti

  1. aris blasetti

    L’articolo è chiaro e condivisibile, peccato non sia stato scritto prima dell’approvazione dell’indulto e delle elezioni e non dopo….tuttavia la chiusura e animata dal solito e stantio antiberlusconismo. La eventuale, e non da me auspicata, chiusura delle frontiere produrrebbe un aumento dell’immigrazione illegale? .Critichiamo il governo per quello che fa e non sulla base di mere ipotesi. Di questo passo il governo Berlusconi avra’ vita lunga e ce lo ritroveremo anche nel 2013….

  2. Sergio Briguglio

    Un commento sulla frase "la percentuale di omicidi di cui vengono accusati immigrati è quintuplicata negli ultimi quindici anni": la ragione sta nel fatto che e’ diminuito significativamente il numero di omicidi commesso dagli italiani (era mostruoso all’inizio degli anni ’90!). Il numero di stranieri denunciati per omicidio rimane, invece, sostanzialmente, costante, per tutti questi ultimi quindici anni, a dispetto della crescita del numero di stranieri soggiornanti. Riporto qui sotto i dati ricavati dal Rapporto del Ministero dell’interno: Colonna 1: anno Colonna 2: permessi di soggiorno in migliaia Colonna 3: denunciati per omicidio (totale) Colonna 4: denunciati per omicidio (stranieri) Colonna 5: stranieri denunciati per omicidio/permessi di soggiorno
    1992 649 1441 86 0.000133
    1993 589 1065 149 0.000253
    1994 649 958 163 0.000251
    1995 678 1004 151 0.000222
    1996 729 945 161 0.000220
    1997 986 864 121 0.000123
    1998 1023 879 193 0.000189
    1999 1091 810 146 0.000134
    2000 1341 749 142 0.000106
    2001 1380 707 155 0.000113
    2002 1448 642 116 0.000079
    2003 1503 719 201 0.000134
    2004 2228 502 141 0.000063
    2005 2246 498 139 0.000062
    2006 2286 442 141 0.000062

  3. Giovanni Rossi

    Le fondamentali proposte : inasprimento delle pene nei confronti di reati contro le persone, il patrimonio e la società civile – contro i recidivi – abolizione degli automatismi della Gozzini – abolizione dell’ appello in caso di flagranza di reato – depenalizzazione di reati minori per evitare di ingolfare le pratiche esistenti – responsabilizzazione e punizione dei Giudici e PM che sbagliano – potenziamento del sistema di informatizzazione delle procedure con investimenti mirati e assunzioni di personale competente e capace – potenziamento dei mezzi alle forze dell’ ordine – incremento delle carceri e obbligo da parte dei condannati al lavoro coatto.
    Esiste in questo paese un Governo o un Parlamento in grado di voler fare queste cose ? ne dubito fortemente !

  4. P.Breccia

    ..questa volta Tito Boeri mi sa che si sbaglia. Basta rispondere a questa domanda: quant’è il tasso di recidività delle persone detenute uscite grazie all’indulto e qual’è quello per le persone detenute che hanno scontato la pena?

  5. stefano delbene

    Sono rimasto piuttosto perplesso dal modo in cui articolo affronta il problema della sicurezza. Per tre ragioni: 1 innanzi tutto legare il successo di IDV e LN all’opposizione all’indulto (al quale peraltro si opposta anche AN) indicherebbe che, in sostanza, il 13% circa degli Italiani, quindi un’esigua minoranza, vi fosse contrario. 2 Il dato sulle rapine in banca è scarsamente significativo, come peraltro molti commenti al precedente articolo di Mastrobuoni e Barbarino già segnalavano. 3 L’insicurezza percepita è un fatto che si lega al perdurare della più lunga crisi che il capitalismo moderno sta vivendo (e che probabilmente è la vera causa dell’aumento delle rapine, è di questi giorni la notizia di insospettabili dirigenti di banche coinvolti in questo tipo di reati) Mi aspetterei che su questo sito si facesse una volta per tutte piazza pulita della demagogia e del populismo che ormai accomuna destra e sinistra (nella sua maggioranza) accostando l’immigrazione e la criminalità: il primo che dimostra disprezzo per le regole è proprio il capo dell’attuale maggioranza!

  6. Loris

    L’articolo parte criticando un provvedimento legislativo per trarne due conseguenze, la prima riferita al successo di IDV e Lega alle scorse elezioni e la seconda sull’aumento della criminalità dovuta a immigrati e quindi dell’avversione/timore degli italiani nei confronti di questi ultimi. E’ un po’ strano, primo perchè trascura il fatto che il 70% dei voti è andato a PD E PDL che nascono per filiazione da partiti pro-indulto. Inoltre usa una strategia retorica conosciuta che è quella di portare il lettore a condividere un giudizio negativo su X (l’indulto) per poi lentamente collegare X con Y (gli immigrati) in modo da far ricadere su questi ultimi il medesima giudizio. MA: 1) gli immigrati sono stati una minoranza tra i beneficiari di indulto (Repubblica dice 5.200) nonostante rappresentino quasi il 50% della popolazione carceraria. 2) Il tasso di recidività è stato superiore tra gli italiani scarcerati e quasi il 90% degli stranieri tornati in cella è tornato per aver violato le leggi sull’immigrazione e non per reati di pericolosità sociale.

  7. luigi giannitrapani

    Caro professore, condivido il suo articolo, ma vorrei farle notare che da un po di tempo a questa parte quand si parla di criminalità si parla soltanto di "piccola criminalità" (dando comunque un peso ed una rilevanza alla stessa) e non più di "grande criminalità". non è forse criminale non pagare le imposte? ma non ne parla nessuno, mentre in USA si va in galera. non è forse crimnale essere colluso o aiutato dalla mafia? non ne parla nessuno, anzi si viene eletti in parlamento o addirittura alla seconda carica istituzionale del nostro paese (leggere il libro I Complici di Abbate e Gomez). non è forse criminale imbrogliare i risparmiatori? ma nel nostro paese chi lo fa vive tranquillamente nelle proprie ville, anzichè scontare la giusta pena. che paese è mai questo che imbroglioni, truffatori, mafiosi e delinquenti siedono nei palazzi del potere? che speranze per i nostri figli e nipoti?

  8. Simone Sereni

    Prof. Boeri, la sua mi pare un’analisi condivisibile, per certo versi persino ovvia. Anche io – per inciso – non volevo l’indulto (che poi non era nemmeno ciò che chiese Wojtyla al Parlamento). C’è dunque un’emergenza "sicurezza", che vera o presunta, grande o piccola, in qualche modo richiede risposte. Mi rendo conto che la sua riflessione intendeva, a monte, analizzare solo il tema immigrazione e non toccare altro. Però, lei crede che in un Paese in cui la legalità è un disvalore (dai piccoli inciuci con l’amico dell’amico alle frodi di Stato e d’impresa, fino alle economie mafiose) – una cosa da sciocchi idealisti o emeriti rompiscatole – la sicurezza e la riduzione della criminalità siano una questione di immigrazione clandestina (che semmai è il prodotto di questa mentalità più che la causa prima dell’insicurezza)?

  9. Marco Lorenzetto

    Come possiamo pretendere che gli immigrati rispettino le leggi quando in Italia vige l’illegalità diffusa: dal mancato rispetto del codice della strada, all’evasione fiscale. Si fa a gara a chi è più furbo perché tanto la probabilità di essere beccati è molto bassa. Risulta inutile, a mio parere, anche inasprire le pene: i controlli saranno sempre insufficienti. L’unico modo per contrastare la criminalità e l’illegalità è che gli italiani inizino a dare il buon esempio e si eserciti una forma di controllo sociale.

  10. Catia Nicodemo

    Credo che l’Italia non abbia mai avuto o fatto una politica di immmigrazione seria. La qualità degli immigranti arrivati in Italia è bassissima. Non ci sono politiche di integrazione e prospettive di crescita per questi immigranti. Quelli migliori passano e vanno via, i peggiori restano.

  11. Alessandro.J.P.R.

    Possiamo oggi dire che uno dei maggiori sostenitori dell’indulto è stato il Papa? Molte sono state le pressioni da parte della Santa sede al governo Italiano affinchè fosse varato tale provvedimento. E’ questo un’altro esempio di quanto la presenza del Vaticano in Italia influenzi la nostra vita e la politica dei nostri governi? Consiglio una lettura molto istruttiva a questo riguardo: Libera Chiesa, Libero stato? il Vaticano e l’Italia da Pio IX a Benedetto XVI di Sergio Romano ed. Longanesi

  12. serenovariabile

    Scopro che il nostro paese "attrae più criminali che altrove", forse perchè si sentono più a casa: certo sarebbe un’isola felice se dovessimo occuparci solo delle nostre mafie. L’Istat certifica una diminuzione dei reati, ma la paura dà buone rendite. Il vero indulto è quello che quotidianamente paghiamo su evasione fiscale, falsi in bilancio, truffe legalizzate, abusivismo, grande distribuzione e monopoli con sottofondo di informazione pilotata. L’indulto, è stato un provvedimento volto a salvare dalla spada di Damocle della giustizia, principalmente i rei con i colletti bianchi. Il perseguimento di tali obiettivi personali da parte della classe dirigente crea una spirale di immoralità e di cattivo esempio che non può che portare alla rassegnazione. Il risultato elettorale è anche conseguenza dello sterminio di anticorpi democratici avvenuto negli ultimi quindici anni di storia repubblicana. Credo che l’ultimo provvedimento di clemenza del 2006 bipartizan (ad esclusione di quei partiti da lei citati che altrimenti avrebbero subito ripercussioni di seguito dai propri elettori e non avevano soprattutto interessi particolari nel provvedimento) sia il colpo di grazia ad una democrazia, già allora vacillante giuridicamente. Posso concludere questo mio commento, forse troppo lungo, ricordando un titolo del Los Angeles Times, alla vigilia del voto italiano, che si riferiva ad uno degli allora candidati premier: "In Italy crime pays and you can be elected prime minister".

  13. luca

    Egregio direttore dott. Boeri, come mai l’indulto ha abbonato reati sotto la soglia dei tre anni e non due come all’inizio? A destra qualcuno voleva. Segnalo inoltre che anche AN non ha votato l’indulto. Questa è l’Italia? Purtroppo sì, e non lo dico per fare il qualunquista.

  14. Berardo Guzzi

    Il preoccupante fenomeno dell’immigrazone clandestina che Lei evidenzia e l’ancor più preoccupante mancanza di provvedimenti efficaci atti a contrastarla da parte dei due governi precedenti, non cancella a mio avviso l’utilizzo strumentale che si è fatto della violenza perpretata da parte degli immigrati clandestini. Il tema, propinato tutti i giorni a tutte le ore da tutti i TG nazionali e regionali in piena campagna elettorale, ha sicuramente spostato una gran massa di voti verso il PDL. Proprio ieri infatti l’ISTAT ha pubblicato i dati di una ricerca nella quale afferma che in Italia negli ultimi sei anni, se non erro, il numero di omicidi e di violenze è calato. Questi dati non sono in discrasia con quanto raccontato dall'(dis)informazione di Stato?Roma, per esempio, è una città sostanzialmente sicura, tanto che un inviato di una testa straniera ha scritto un articolo nel quale si è chiesto perchè tanto rumore per una città che è de facto sicura? E’ necessario che la politca, quella vera, dia l’esempio di onestà, legalità e trasparenza soprattutto nell’uso dei mezzi di comunicazione (e mi si perdoni se dico che il PDL non è il partito adatto). Forse questo sarebbe un buon inizio.

  15. franco bortolotti

    Pur condividendo l’avvio del prof. Boeri (l’indulto è l’inizio della fine del governo Prodi), l’articolo tiene insieme troppi ambiti disciplinari: i dati reali della criminalità; le percezioni dei cittadini; le motivazioni profonde di queste percezioni; le conseguenze sui comportamenti elettorali; i comportamenti nei “mercati del lavoro criminali” in rapporto agli altri. Le regole, sono gli italiani in primis a non rispettarle: pensate ai parcheggiatori di Torino, al fatto che chi ammazza un pedone difficilmente vede il ritiro della patente, alla generalizzazione del lavoro nero nei servizi, al corto circuito fra badanti al nero e pensionati medio-poveri (i cui eredi sono sanzionati dalle badanti per mancate corresponsioni contrattuali, col supporto della Cgil che magari associava anche i pensionati defunti), alla difficoltà di riscuotere crediti con l’ausilio della giustizia. Gli stranieri sono in carcere perché impossibilitati (rispetto agli italiani) a fruire delle misure alternative e privi di adeguate reti di protezione. Il vero punto di partenza è far rispettare le regole a tutti. E integrare gli immigrati, come è già successo per gli albanesi di cui non si parla più.

  16. Enrico Cesarini

    Gent.le Boeri, condivido in pieno la sua analisi in merito alla gravità dell’indulto, la superficialità con cui è stato adottato e le gravi conseguenze che ne sono derivate, sia in termini politici che di incremento dei reati. Ed è verissimo che giustizia e regole disastrate alimentano paure e insofferenza, in primis verso gli stranieri. Tuttavia i dati presentati sul rapporto tra stranieri e criminalità mi sembrano attendibili solo in parte. Lungi da me negare che la questione sia sul tavolo (in particolare nel passato recente, in connessione all’effetto combinato indulto-libera circolazione comunitari), tuttavia i dati sui denunciati non corrispondono affatto a quelli sui condannati. Gli autori di violenze sessuali sono stranieri nel 22,7% dei casi quando la vittima è italiana ed nel 10,2% se la vittima è straniera. Rispetto agli omicidi volontari consumati su vittime italiane, gli autori stranieri rappresentano il 10,2% del totale. (Min. Interno, Rapporto sicurezza 2007, cap.IX,5). Purtroppo mentre i dati sui denunciati sono disponibili disaggregati per nazionalità, lo stesso avviene solo raramente per le ben più utili statistiche sui condannati.

  17. Maurizio Ambrosini

    Caro Tito, credo che tu abbia ragione sugli effetti negativi dell’indulto per le sorti del centro-sinistra. Lo dico con rammarico, anche perché la storia dell’indulto vede in prima fila le istituzioni cattoliche, a partire dall’appello di Giovanni Paolo II all’epoca del Giubileo. Non sono d’accordo sul nesso tra percezione di insicurezza e necessità di repressione nei confronti degli immigrati. Gli omicidi in Italia, così come i rapimenti e altri gravi reati, sono diminuiti, e di parecchio, anche se la gente pensa il contrario. Gli stupri avvengono per lo più (credo i 2/3) in famiglia; un’altra quota è dovuta a conoscenti; l’incidenza degli immigrati è modesta, ma la gente pensa il contrario. Biosgnerebbe interrogarsi su come si forma, cresce, venga alimentata questa sindrome di insicurezza. Tocca di più chi meno esce, meno frequenta gli spazi urbami, è più esposto alla TV (anzini, casalinghe). Quanto ai rimedi, sembri accettare l’idea del senso comune e della campagna elettorale di destra (che ha sfruttato il tema, eccome): mandare via i clandestini, non farli entrare, ecc. Ma i maggiori protagonisti dell’allarme sociale, i rumeni, sono europei con diritto di libera circolazione. Che facciamo, li buttiamo fuori dall’Europa? Oppure usciamo noi? Rom e sinti, poi, sono per quasi la metà, si stima, italiani. Finiamo per trattenere ed espellere gli immigrati più facili da acchiappare e rimandare in patria, non i più pericolosi. Trattenere ed espellere costa molto, e impegna risorse umane e organizzative. Si finisce per farlo in maniera simbolica, un po’ ovunque, come deterrente e per rassicurare l’opinione pubblica. Credo che la destra, su questo piano, sia difficlmente superabile. Quanto alle ragioni della sconfitta, liberismo economico e insicurezza, agli occhi degli elettori, non sono che due facce della stessa medaglia: elites, sinistra al caviale, contro gente comune. Credo che si debba ricominciare a dialogare con la gente non per seguirla, ma per dare risposte vere alle sue inquietudini.

  18. lorenzo

    L’indulto ha avuto il pregio di aver unito quasi tutto il parlamento (e ciò si verifica solo quando si devono aggiornare i loro stipendi) e il difetto di essere una legge schifosa. Più che altro perchè i 3 anni di sconto si attuano anche a reati commessi dopo l’approvazione della legge. Qualsiasi persona commette un reato sa che tra condizionale e indulto già ha parecchi anni di carcere scontati.

  19. luigi zoppoli

    La constatazione che mi pare emerga dall’articolo è che il contesto ed i comportamenti prevalenti nel paese hanno influenza rilevante sui comportamenti anche degli immigrati. Vero questo, la soluzione che abbia ad obiettivo solol’immigrazione o la repressione della criminalità commessa da immigrati piacerà forse a molti ma non risolve affatto la questione. Diffondere la legalità globale di tutti i cittadini è uno dei metodi più solidi, credibili ed efficaci per innescare processi virtuosi autoalimentati da cui anche gli immigrati sarebbero "contagiati". Il sistema prevenzione-repressione è, oggi, un potente ulteriore strumento che l’illegalità non la combatte e favorisce l’impunità di troppi. Intreventi di sistema quindi, incisivi e davvero innovativi. Ma tutto considerato non ho una gran fiducia per il dilemma che mi dilania dal 1994 e si è molto rafforzato negli anni successivi e fino ad oggi "quis custodiet custodes?

  20. manilo berbetti

    Grazie vivissime per l’analisi delle conseguenze dell’indulto e tutto il resto. Spero che lo stile dell’autore faccia scuola.

  21. giampiero forcesi

    Sul piano della riflessione e della comunicazione in campagna elettorale non si è avuto (a sinistra) il coraggio e l’intelligenza di guardare in faccia la realtà, e dunque le cifre della criminalità. In questi dati si sarebbe letta una realtà complessa. Si sarebbe potuto dire che l’Italia ha complessivamente meno delitti che altri paesi occidentali, e dunque che c’è più e non meno sicurezza. Ma si sarebbe dovuto dire anche che, se gli immigrati regolari (la grande maggioranza) delinquono nella stessa misura degli italiani (sono il 5% della popolazione e hanno compiuto nel 2007 il 6% dei crimini, come dice il recente Rapporto sulla criminalità in Italia), gli immigrati clandestini delinquono con le percentuali molto alte indicate nell’articolo di Boeri. E, dunque, si sarebbe dovuta fare una certa autocritica, tanto sull’indulto quanto sul pessimo funzionamento della giustizia, e infine sulla necessità di di attuare una netta e forte politica repressiva (senza buonismi sciocchi), unita ad una politica coraggiosa (e magari impopolare) di maggiore attenzione (e spesa) per l’accoglienza, l’integrazione e il rispetto dei diritti umani degli immigrati. Sono dunque d’accordo con Boeri.

  22. Hans Suter

    Caro professore, a sostegno della sua tesi che l’esito dell’indulto ha mosso gli italiani a votare come hanno votato, lei porta una pezza d’appoggio: la tabella delle rapine in banca. L’unica cosa che si può leggere nella tabella è che l’indulto è stato preceduto da un insolito calo delle rapine in banca che è poi stato recuperato durante e dopo l’indulto tornando leggermente sopra la solita punta. Se proprio vuol legare l’indulto al ritorno della punta può ipotizzare che nei mesi precedenti l’indulto siano stati messi dentro un sacco di rapinatori di banca che non solo sarebbero usciti con l’indulto ma anche diventati subito attivi. Mi sa che servono altre prove.

  23. Adriano Martufi

    Desidero soltanto segnalare in risposta all’articolo di Tito Boeri, l’interessante presa di posizione di Aldo Schiavone sul risultato delle recenti elezioni politiche, comparsa su "La Repubblica" di due giorni fa. Vi si richiama fra l’altra il pensiero di Zygmunt Bauman e la sua illustrazione delle ragioni delle penetrante percezione d’insicurezza che avvinghia le società contemporanee. Secondo Bauman laddove ogni illusione di stabilità offerta dalla realtà sociale viene a svanire l’ultimo baluardo in difesa della precarietà strutturale della società liquida è rappresentato dalla propria incolumità personale.La vita umana, in un quadro di liquefazione generale delle istituzioni sociali, appare cioè come l’unica realtà socialmente durevole. Questo attiva un meccanismo di vera e propria sublimazione di un disagio che ha origini e natura eminentemente sociali in paura per la propria incolumità fisica. Queste brevi considerazioni vorrebbero soltanto invitare a riflettere sulla forte divaricazione tra dato sociale del fenomeno criminale (obbiettivamente non rilevante) e la sua percezione psicologica come forte strumento di suggestione politica.

  24. stefano monni

    Sono pienamente d’accordo con quanto riportato nell’articolo sull’indulto. Un Paese credibile si fonda senza dubbio sulla capcità di far rispettare le regole. L’indulto rientra senza dubbio in quelle politiche caratterizzate dai condoni che per anni hanno interessato il nostro Paese e che hanno favorito in un circolo vizioso la ulteriore violazione di regole, partendo dal presupposto che tali violazioni si sarebbero potute sanare in futuro, con il minimo costo possibile. Non credo che il governo di sinistra sia il solo da criticare per la legge sull’indulto peraltro votata dalla gran parte del Parlamento. Ritengo che tale anomalia sia attribuibile nel corso degli anni a tutti i governio che si sono succeduti al governo, perchè ritengo che sia soprattutto un problema di mentalità che dovrà necessariamente cambiare se si vuole renedere il nostro amato Paese credibile sia all’interno, tra le persone che le regole le rispettano, sia all’estero, tra quei Paesi che le regole le fanno effettivamente rispettare.

  25. Luca Vivese

    Non sono certo io (ubi maior) a doverle spiegare le conseguenze della globalizzazione economica sui livelli di vita e sulla qualità del lavoro; la relazione inscindibile con l’immigrazione, fenomeno relativamente governabile. Tutti elementi che producono disgregazione sociale. Si considerano, però, parte di un dogma – con una certa continuità in Italia e mi pare sempre meno all’estero, a leggere la stampa straniera – salvo poi introdurre ipocritamente questo nuovo significante comunicativo della “sicurezza” . Esponenti della sinistra italiana transitati rapidamente – a volte dall’extraparlamentarismo – prima verso l’economia sociale di mercato, poi verso l’elitismo democratico, la “comunicazione politica” e un liberismo d’accatto, ora si vorrebbero indirizzare anch’essi verso il revival della regressione identitaria. Manchiamo, quindi, di nuove elaborazioni ideologiche: in politica come in economia.

  26. GIANLUCA COCCO

    L’indulto è stato un provvedimento vergognoso e l’Italia è una meta per delinquere. Le carceri sono composte prevalentemente da persone disagiate e l’immigrato è l’emblema del disagio, per cui è normale che 1/3 della pop. carceraria sia composta da stranieri. Mancano pene severe (per tutti) e certezza della pena. Ma soprattutto mancano serie politiche per l’immigrazione, potenziale risorsa in termini di reddito e di maggiore sostenibilità previdenziale. La destra (anche quella pro indulto) ha vinto le elezioni anche grazie agli slogan populistici xenofobi. Cresce la xenofobia, come se camminare per le strade fosse un pericolo continuo e ogni reato commesso viene enfatizzato dai media, alimentando questa fobia. E’ emblema di questo atteggiamento lo spazio dedicato nei media agli stupri commessi dagli stranieri, lasciando nel silenzio quel 90% di stupri commessi da familiari e conoscenti delle vittime. Vanno tolti gli immigrati dalle stazioni, dalle baraccopoli, dai ghetti. Vanno fatte rispettare le regole gia esistenti in termini di espulsioni. Ma andrebbero introdotte anche sanzioni penali per tutti coloro che fomentano l’odio razziale nascondendosi dietro il diritto di cronaca.

  27. Alessandro

    Mi spiace ma il fatto che aumenti i reati subito dopo un indulto può essere attribuito a chi ne ha usufruito solo se si verificano i reali autori di tali crimini. Il semplice aumento dei reati non può essere attribuito a coloro che sono stati scarcerati. Lei parla di indizi. L’indizio per cui sono in aumento gli italiani che vedono un male, è un effetto del bombardamento mediatico sulla sicurezza e lo considero un effetto del razzismo aumentante in questo paese. Il "mancato rispetto delle regole" da parte degli immigrati è "fondato su riscontri obiettivi"? Cosa vuol dire? O si producono dati o questa rimane una pura percezione di pregiudizio. Forse i primi a non rispettare le regole siamo noi italiani. Il mio riscontro soggettivo mi dice che la tanto vituperata pratica di fare i propri bisogni davanti agli altri (il famoso degrado urbano) è praticato quotidianamente da italianissimi maschi su autostrade e tangenziali. Perchè abbiamo molti immigrati in carcere? Cosa ne pensa della legge Bossi-Fini e il suo aspetto repressivo?

  28. Stefano

    Non so chi abbia premiato il voto visto che l’indulto è stato concordato da maggioranza e opposizione e cioè gli stessi partiti che oggi sono al governo e all’opposizione. Reprimere l’attività criminale? interessante. Come?

  29. Stefano

    Io credo che quando si citano le percentuali relative all’incidenza che gli immigrati hanno sul totale di alcune categorie di crimini, sarebbe sempre opportuno citare distinatamente le percentuali relative a immigrati clandestini e regolari. Se non sbaglio (attendo smentite) la percentuale tra crimini e popolazione immigrata regolare è inferiore al dato relativo alla popolazione italiana. Dico questo perchè credo che in Italia la principale mancanza sul tema sia l’assenza di una politica di immigrazione organica, che accompagni l’immigrato durante i vari passaggi necessari all’integrazione. Attualmente mi sembra che questa politica sia basata sulla divina provvidenza. Posto che 1) l’immigrazione è un fenomeno sociale legato alla storia dell’uomo, 2) i tassi di crescita della popolazione italiana sono oltremodo preoccupanti, forse oltre a chiederci – giustamente – come gestire l’immigrazione nella sua componente deviata a comportamenti illegali, sarebbe anche il caso di cominciare a spendere energie per incentivare e sostenere comportamenti non deviati.

  30. ERIO CORBELLI

    Il nuovo governo deve continuare a conservare il buon rapporto con l’opinione pubblica, anche fornendo un’immagine del saper governare; noto con piacere la fermezza delle parole del nuovo ministro Sacconi, che, contrapponendosi al giornalista Ferrucio De Bortoli (regolarizzazione lavoratori ex. clandestini) instaura una linea di rigore e repressione dei clandestini, anche lavoranti in Italia, per interrompere finalmente la "spirale clandestina". Questo è un buon punto fermo che collegato all’introduzione del reato di clandestinità, potrebbe invertire la rotta della politica.

  31. Luciano Camoriano

    Gentile Sig. Tito Boeri, concordo col suo articolo ed infatti il sottoscritto ha votato DiPietro. Sono contrario agli indulti a costo di costruire carceri (ove i detenuti lavorino per sdebitarsi) al posto di ospedali, così come sono contrario ai condoni. Per principio. Chi sbaglia deve pagare, anche se ‘pentito’. Non c’è miglior azione di recupero che non la pena. Per quanto riguarda la immigrazione, sono nettamente contrario, per più motivi. – si importa povertà, ci guadagnano solo gli imprenditori (lavoro nero o sottopagato) mentre i costi (p.es. pronto soccorso e eventuali case) sono a carico della collettività – non c’è lavoro per tutti, quindi aumento della criminalità – spesso sono musulmani, religione incompatibile con la costituzione italiana – le risorse ambientali (p.es. acqua) non saranno sufficienti per tutti – di fatto l’Italia è già sovraffollata (stiama asfaltando e cementificando tutta la pianura padana) – potrei continuare l’elenco con esempi di degrado cittadino vissuto, ma tanto credo sia sufficiente quanto già scritto… Cordiali saluti

  32. Alessandro Ela Oyana

    L’Italia ha affidato al nuovo governo il solo compito di reprimere? Forse si, perchè una cosa è certa gli italiani non leggono ma guardano la tv. E’ verosimile, quindi, che l’unico problema di un paese in declino sia la criminalità (anche nota con il nome di immigrazione) ormai a livelli intollerabili, senza euguali, come da indizi probanti (sono sicuro che ne esistono anche di migliori, perchè i primi due riportano la sensazione della gente che guarda la tv e il resto il numero delle denunce fatte da quella stessa gente. L’ultimo è la prova del nove -se non ho mal compreso- l’indulto ha scarcerato solo 8mila immigrati ma i crimini sono cresciuti in maniera esponenziale, ergo). Poichè questo fenomeno, non ha causa, è frutto di una genetica cattiveria, sicuramente la soluzione repressiva porterà i suoi frutti. Dopo di che il governo avrà esaurito il suo mandato e questo paese si troverà solo con i suoi problemi. Spero che la Sua analisi sia completamente sbagliata altrimenti la situazione è senza speranza. Perchè parlare dei problemi reali non sarebbe autorefernziale, ma drammaticamente inutile.

  33. Massimo Lucev

    Come il CEPR Discussion Paper no. 6401 mostra, il tasso di recidività degli indultati è minore rispetto alla popolazione carceraria per via del fatto che la legge prevede che gli indultati rientrando in carcere dovrebbero scontare la pena residua condonata dall’indulto. E sembra che detenuti con pene residue maggiori rientrino meno in carcere. Si evince che la pena (almeno per loro) è certa o almeno così viene percepita. Francamente prendere solo le rapine in banca come indicatore mi sembra un pò poco come argomento. Ad esempio, gli infanticidi sono diminuiti drasticamente dopo l’indulto. Non erano gli economisti a dire che correlation is not causation?

  34. Luciano Camoriano

    Bisogna stare attenti a separare la grande criminalità dalla piccola criminalità. Io parlerei di criminalità e basta. Personalmente io sono più attento alla grande criminalità, p.es. grandi truffatori (banchieri, capitalisti ‘con le pezze al culo’, pseudo industriali e politici collusi – quelli ci sono sempre per natura professionale). Però dobbiamo considerare anche, faccio un esempio, al caso di una vecchietta che, scippata da un balordo può cadere, rompersi il femore e vivere in carrozzella. Per lei il danno più probabile e molto più grande è quello inflitto dalla piccola criminalità piuttosto che quello dei grandi truffatori. Per cui: tolleranza zero per i grandi come per i piccoli!

  35. antonio gemma

    Gentile Sr Boeri sono convinto che per combattere la criminalità occorre fare una sola cosa. Pene dure, certe,senza sconti ( italiani e stranieri ).Sono anche sicuro che questo governo non lo farà mai perchè andrebbe a toccare gli interessi economici della lobby degli avvocati ,di cui il governo è pieno. Insomma in Italia fino a quando non si faranno quelle riforme liberali gli interessi corporativi faranno in modo che tutte le azioni dei governanti non siano mai per risolvere i problemi ma per aggirarli. Ecco perchè siamo sempre in emergenza!

  36. Stefano

    Sono d’accordo che bisogna distinguere l’immigrato irregolare dall’immigrato regolare. L’indulto ha coinvolto i "criminali" indistintamente. Non conosco le incidenze percentuali, ma in valore assoluto credo che le carceri siano composte soprattutto da italiani, visto che gli Italiani in Italia sono più di 50.000.000. La mia considerazione è: tenere le persone in carcere ha un costo. Parte della Spesa Pubblica deve essere destinata ai costi delle carceri. Siamo disposti a destinare più tasse al mantenimento delle carceri e rinunciare a qualche altro servizio? Mentre un clandestino colpevole può essere spedito a casa, per gli italiani colpevoli che si fa? Faccio una provocazione: ammesso che le carceri hanno un costo, arriveremo a delocalizzare le carceri nei paesi in cui il costo delle carceri è più basso? Ripeto, è una provocazione.

  37. franco

    L’indulto può permetterselo solo un Paese che ha regole chiare , grande senso civico, grande senzo delle istituzioni (andate a vedere chi abbiamo al Governo) in pratica un sistema Paese con grande personalità. In una famiglia un padre serio e di carattere può dire al figlio " ti perdono ma non cascarci più". Noi non possiamo permettersi niente: indulto, federalismo, grandi opere, riforme lungimiranti perchè il sistema Paese già traballante è stato definitivamente distrutto da gli ultimi 15 anni di "politica". La prova che certifica questo declino si è avuta con le ultime elezioni. In un Paese dove prendono la maggiore percentuale di voti "politici" come Bossi o Di Pietro è un Paese che non ha un febbrone ma un febbriciatola continua e pericolosa. Il voto, non di protesta come alcuni hanno detto,ma di disperazione ne è la conferma.

  38. Enzo Tarquini

    Non riesco a capire: il cane che si morde la coda. Si sa che l’indulto, parimenti all’amnistia, rientra nei provvediemtni discrezionali per far fronte a situzioni di emergenza. Discrezionalità impone coerenza con le proprie convinzioni: si vota l’ndulto a maggionranza qualificata e poi si vuole rassicurare il cittadino, si vuole corrobare il legame fiduciario con le forze politiche. Non prendiamoci in giro. L’indulto si estende alle persone disadattate, indigenti…Non è giustizia questa. Aumenta la criminogenesi, la devianza in ossequio a calcoli opportunistici. Siamo seri. Amo il mio Paese. Non aspettiamo che l’Italia faccia qualcosa per noi, chiediamoci cosa noi facciamo per l’Italia.

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