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UN ANNO DI GOVERNO: MERCATO FINANZIARIO

 

I PROVVEDIMENTI

Il decreto legge numero 5 del 2009 ha introdotto le seguenti misure per le società quotate:

  • aumento del tetto all’acquisto di azioni proprie dal 10 al 20 per cento
  • aumento dal 3 al 5 per cento delle azioni che il socio di controllo può acquistare ogni anno senza incorrere in obblighi di Opa
  • facoltà per la Consob di ridurre la soglia per la segnalazione della presenza nel capitale delle società, dal 2 all’ 1 per cento.

GLI EFFETTI

L’aspetto più inquietante è che queste misure sono state introdotte su sollecitazione del presidente della Consob, l’Autorità che dovrebbe avere a cuore gli interessi di tutti gli azionisti, non solo di quelli di controllo.
L’effetto netto di tutto questo è infatti quello di rafforzare la posizione dei soci di controllo e nello stesso tempo di individuare al più presto ogni scalatore. In un paese come il nostro in cui le società sono già così poco contendibili, si tratta di un passo indietro gravissimo per il market for corporate control. Non lo dicono i soliti critici de lavoce.info, ma l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato (Antitrust) in un parere inviato nei giorni scorsi al Parlamento nella fase di conversione del decreto. L’Autorità ha chiesto che almeno vengano posti limiti temporali a misure così drastiche.

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MONOETNICI A CASORIA

  1. Fabio Fedel

    Condivido appieno il commento di Onado. Questi provvedimenti anche se vengono vestiti con argomenti di facile demagogia e trovano d’accordo, purtroppo, proprietà e sindacati sono fortemente dannosi per una crescita della nostra economia. "Il difendere i campioni nazionali" ha fatto molti danni all’economia del nostro Paese. Un provvedimento di questo tipo, può avere un senso transitorio nel caso, come è successo, che le istituzioni finanziarie non funzionassero. Ora però il rischio di fallimento sembra passato, quindi queste misure vanno tolte. In particolare credo fermamente che i buy back di azioni proprie vadano proprio vietati, se non finalizzati alla riduzione del patrimonio netto. Esiste infatti un disallineamento informativo inaccettabile tra management che decide il buy back e mercato. Ma questo argomento meriterebbe di essere trattato a parte.

  2. luigi zoppoli

    Questa robaccia pare il pagamento della prima rata del debito acceso con gli eroi di CAI i quali, con l’entusiasta supporto del governo hanno addossato alle pubbliche finanze ed agli italiani 3/4 miliardi. A seguire le prossime rate.

  3. Paolo

    Onado ha proprio ragione. Il capitalismo finanziario italiano è da sempre gestito da una oligatrchia ristretta, che tende ad essere inevitablmente preda della tenatzione di usare il proprio potere (e i propri voti) a discapito degli azionisti di minoranza e degli outsider. I manager delle imprese, come peraltro dappertutto, non amano essere esposti al rischio di essere sostituiti da manager migliori. Ora la Consob, che già in altre occasioni (Parmalat, Cirio e altre ancora) aveva dato prova di tartufismo, si fa coinvolgere dagli interessi di parte che dovrebbe, invece, sorvegliare e tenere a freno. Un bel pasticcio! E un danno per gli Italiani.

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