Ringrazio i lettori per i loro commenti. La vicenda di cui dò conto nellarticolo si inserisce purtroppo in una storia pluriennale (Cigolini) in cui ai proclami circa limportanza della scuola, non solo per ragioni di sviluppo civile e di ben-essere, si è associato nei fatti un progressivo disinteresse dei governi e del parlamento ma anche della stessa società civile, tra cui gli stessi genitori. Ciò nonostante quello che listruzione può significare per il futuro dei figli e per la crescita delleconomia (per una valutazione al riguardo rinvio a un recente lavoro di Banca dItalia). La partecipazione molto limitata dei genitori alla vita scolastica (come rileva sconsolato Grasso) indebolisce il formarsi di un movimento dopinione in grado di contrastare provvedimenti rivolti solo a far cassa. Ciò sia riducendo i finanziamenti statali alle scuole pubbliche, con prevedibili conseguenze sulla qualità dei servizi di base (insegnamento, attrezzature, pulizia e manutenzione dei locali) che lo Stato si mostra in grado di fornire a cittadini in erba, sia attingendo in modo surrettizio alle tasche delle famiglie (anche nelle modalità non volontarie indicate da A. Marotta).
Relativamente alla posizione dissonante di Stucchi, concordo con Celenza che sarebbe opportuno dedicare tempo e attenzione per esprimere valutazioni informate sulla situazione attuale della scuola. Quanto alla domanda di Paola credo che sia difficile dare una risposta. Una nota ministeriale che doveva essere il principale elemento informativo per definire i bilancio del 2010, giunta oltre il tempo massimo, contravvenendo nella tempistica e nei contenuti alle normativa in vigore e alle buone pratiche nei rapporti contrattuali con imprese private, la dice lunga circa la considerazione in cui sono tenuti la buona amministrazione e un rapporto trasparente con le famiglie. Il rifiuto da parte di singoli genitori a contribuire volontariamente può creare in queste condizioni una conflittualità tra famiglie e con gli interlocutori diretti insegnanti e dirigenti scolastici che potrebbe finire per peggiorare nellimmediato le già precarie condizioni ambientali in cui i nostri figli studiano. E mia opinione che solo una partecipazione più diffusa e istruita (anche la lettura dei bilanci delle scuole è una forma di educazione finanziaria; Grasso) delle famiglie possa incidere sulla politica per la scuola, con ciò cercando di assolvere ai doveri che i genitori hanno di aiutare fattivamente a creare un futuro migliore per i loro figli.
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Giampaolo Sbarra
Ritengo giusto il coinvolgimento economico delle famiglie nel miglioramento della qualità del servizo offerto dalle istituzioni scolastiche, se non altro per una maggiore responsabilizzazione. E premetto che sono d’accordo con il taglio degli sprechi (a partire dal personale sottoutilizzato). Ma i risparmi devono essere reinvestiti nella scuola, e oggi ciò non avviene. Relativamente al taglio dei trasferimenti dal governo alle scuole, poiché il governo immagina che le scuole autonome possano arrangiarsi con il contributo volontario delle famiglie (e molte scuole pensano già di aumentarlo) credo che dovrebbe nascere un movimento nazionale per boicottare il versamento del contributo volontario. Infatti, io ritengo che le famiglie abbiano diritto al servizio scolastico di base in virtù delle tasse pagate. Se per avere il servizio di base le famiglie devono contribuire ulteriormente, allora questa diventa una tassa, non un contributo volontario, e come tale deve essere progressiva, e perciò deve essere il governo ad aumentare le tasse, con un provvedimento trasparente. Ma c’è un sindacato che si farà carico di un’iniziativa simile, o i sindacati sono interessati solo alle assunzioni?
fernanda toffolon
Sono un’insegnante di scuola primaria, credo anch’io che i genitori andrebbero informati sulla situazione della scuola che sta ulteriormente peggiorando, anche a seguito di questa nota sul bilancio 2010 con prospettive di vincoli, decurtazioni e incertezze. Questa sarebbe la risposta al taglio degli organici (giustificato con la promessa di maggiori fondi in cambio). Bella falsità! L’informazione, però, la fanno solo pochi dirigenti scolastici coraggiosi, e gruppi di insegnanti uniti e convinti, tutti tacciati di fare politica. Il sindacato si è diviso da un anno. I mass-media non ne parlano. Nella realtà di tutti i giorni si continua a tamponare situazioni su situazioni, noi insegnanti siamo stati educati a trovare continue soluzioni ai problemi di gestione anche se non sono nostri, io penso però che tutto ciò non potrà reggere a lungo, assisteremo ad un arretramento spaventoso della scuola pubblica con gravi conseguenze per il futuro del nostro paese.
Fabrizio Bercelli
Caro Marotta, purtroppo nè io nè altri genitori siamo riusciti a capire concretamente: – se, a quali condizioni, in che misura e con che probabilità il contributo ‘volontario’ dei genitori avrebbe una destinazione diversa da quella per cui i genitori hanno offerto il contributo stesso, a seguito del recente intervento ministeriale; – se i genitori possano lecitamente astenersi da tale contributo – quali conseguenze avrebbe per la scuola il mancato versamento o la riduzione di tale contributo. Sul forum Genitori e figli del Corriere della Sera vi è stata una discussione al riguardo (che può rintracciare cercando i contributi di ‘ora nonno’ e ‘uli63’, mediante la funzione Cerca) e scorrendola vedrà che il suo articolo è più volte menzionato, ma ritenuto di non facile comprensione. Speriamo dunque in un chiarimento utile per i genitori interessati. Spero in un chiarimento.