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I tagli in Europa

 

I tagli di bilancio sono oggi all’’ordine del giorno in tutta Europa. Le manovre ”presentano, da paese a paese, notevoli differenze per l’’entità, l’’orizzonte di attuazione, la composizione (tra tagli di spese  ed aumenti di entrate), la natura di breve o lungo periodo dei risparmi,  le riforme istituzionali che li accompagnano (o meno), i livelli di governo (centrale, locale) maggiormente coinvolti. La Tabella 1 descrive  la dimensione dei tagli di bilancio in rapporto al PIL dei diversi programmi nazionali per il 2010-2015. Si va dalle “grandi manovre” di Grecia, Spagna,  Portogallo, Spagna,  ma anche di Francia e Regno Unito, a tagli tutto sommato modesti di Italia, Austria, Olanda, Ungheria, Slovacchia (i tagli in Irlanda sono anteriori al 2010 e quindi non compaiono appieno nella tabella).

Tabella 1: Aggiustamenti  di Bilancio in Europa, 2010-15 (% PIL)

Paese Aggiustamento
Austria 0,9%
Belgio 5,3%
Francia 4,5%
Germania 3,0%
Grecia 10,7%
Irlanda 3,2%
Italia 1,6%
Paesi Bassi 2,1%
Portogallo 6,6%
Slovacchia 2,5%
Spagna 8,2%
Svizzera 0,9%
Ungheria 1,6%
UK 6,0%

Fonte: CESIFO

Per lo più  le manovre consistono in riduzioni (o limiti alla crescita) della spesa corrente (in Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Irlanda, Olanda, Spagna), e spesso incidono su comparti sensibili  di spesa sociale (sanità in Belgio e Olanda; stipendi pubblici e pensioni, nella Repubblica Ceca, Grecia, Olanda). In altri paesi non sono risparmiati neanche gli investimenti pubblici (Irlanda, Italia, UK). Per ragioni connesse alla loro organizzazione federale, in Belgio, Germania, Italia, Spagna, Svizzera (e Svezia ) i tagli coinvolgono in maggior misura i livelli di governo locale.
Alcuni paesi hanno recentemente introdotto dei vincoli legali che pongono le decisioni di bilancio all’’interno di un  framework di medio termine che garantisca la disciplina del bilancio. Vincoli a livello Costituzionale sono presenti in Polonia e Germania, dove il  governo ha recentemente approvato una norma costituzionale che a partire dal 2016 impone che il deficit strutturale del bilancio federale non superi lo 0,35 per cento del Pil e che i Laender presentino bilanci in pareggio. Regole fiscali che rendono vincolanti gli impegni di riduzione di spesa sono presenti/ad esempio in Ungheria, Irlanda (annunciato nel 2009), UK.
Guardando ai paesi della zona Euro appare che, in media, i tagli previsti tendono ad essere più cospicui per i paesi che presentano più elevati disavanzi primari, maggiore indebitamento rispetto al Pil e più elevato disavanzo delle partite correnti della bilancia dei pagamenti (1). Se prendiamo i tagli descritti nella Tabella per i soli paesi della zona Euro più Regno Unito e ponderiamo ciascuna manovra con il peso di ciascun paese sul Pil della zona, scopriamo che l’’entità dei tagli previsti dal 2010 al 2015 è considerevole: circa 5 punti del Pil dell’’Euro-zona.
(1) Si veda il mio blog per maggiori dettagli.

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A governatori e sindaci la patata bollente dei tagli

  1. Hans Suter

    Faccio fatica a trovare un informazione su cosa si stia tagliando. Si taglia in base alla spesa effettuata nel 2009, della spesa progettata nel 2010 o della spesa proiettata del 2011? Se fosse vero l’ultima ipotesi si tratterebbe di un taglio alla crescita della spesa (che continua a crescere anche se meno) e fa ridere. Ma tanto.

  2. giancarlo c

    In una prospettiva un po’ più ampia, credo che noi italiani dovremmo ringraziare ancora una volta i governi degli anni 90 (Amato, Ciampi, Dini, Prodi, D’Alema) e rendere grazie anche all’ultimo, sfortunato governo Prodi. I primi ci tirarono fuori dal disastro imminente, il secondo ha risolto una procedura per deficit eccessivo provocata (tra l’altro, in un periodo non particolarmente difficile) dall’allegro duo Tremonti/Siniscalco. La limitata entità delle manovre di aggiustamento di oggi è essenzialmente figlia di quegli interventi.

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