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ASPETTANDO IL SECONDO TEMPO DEL GOVERNO

A regime, le manovre estive e quella del nuovo governo porteranno a un aggiustamento superiore agli 80 miliardi. Insomma, quasi sei punti di Pil in tre anni. È una cura da cavallo. E potrebbe comunque non essere sufficiente per raggiungere l’obiettivo del bilancio in pareggio entro il 2013. Il problema è che quasi tutte le misure previste sono sul lato delle entrate, tanto che il loro peso sul Pil è destinato a salire ben oltre il 50 per cento e la pressione fiscale arriverà al 47 per cento. Sarà molto difficile far ripartire l’economia in queste condizioni.

A regime, le manovre estive insieme a quella del nuovo governo porteranno a un aggiustamento – tra maggiori entrate e minore spese nette – superiore agli 80 miliardi. Insomma, quasi sei punti di Pil, raggiunti in tre anni. È una cura da cavallo. E potrebbe comunque non essere sufficiente a permetterci di raggiungere l’obiettivo del bilancio in pareggio entro il 2013.

SOLO TASSE

Le stime del governo, infatti, non considerano gli effetti della manovra, ma solo una recessione relativamente contenuta, attorno a mezzo punto di Pil. Con una recessione del 2 per cento nel 2012, il livello centrale delle stime più recenti, e poi una stagnazione nel 2013, per centrare l’obiettivo del bilancio in pareggio occorrerebbe recuperare altri 12 miliardi.
Giulio Tremonti ha sostenuto che questa manovra, a differenza delle sue, è incentrata sulle tasse. Da che pulpito, verrebbe da dire. Vero che soprattutto nel 2012 la manovra Monti è all’80 per cento sul lato delle tasse, ma negli anni successivi il contributo delle riduzioni di spesa è destinato ad aumentare fino a un terzo dell’aggiustamento complessivo. Nelle manovre di Tremonti, il contributo delle entrate era stato ancora superiore, addirittura superiore al 100 per cento nel 2011 (quando le spese dovevano aumentare).
Comunque, anche quella di Monti rimane una manovra condotta prevalentemente sul lato delle entrate. E i tagli di spesa sono in buona parte ancora da verificare. Ad esempio, le riduzioni ai trasferimenti agli enti locali e ai costi dei ministeri sono tuttora aleatori, eppure dovrebbero portare a quasi la metà dei tagli di spesa. Anche per la spesa previdenziale bisognerà vedere come verranno rivisti i criteri di calcolo dei coefficienti di trasformazione (Coefficienti: tutto da rifare, di Sandro Gronchi).
Come risultato complessivo delle manovre, il peso delle entrate sul Pil è destinato a salire ben oltre il 50 per cento e la pressione fiscale al 47 per cento. Sarà molto difficile far ripartire l’economia in queste condizioni. È stato importante spostare, con la manovra Monti, il peso della tassazione dal lavoro alla casa. Ma anche le tasse sui patrimoni hanno effetti negativi sulla crescita. Non ci rimane che sperare nel secondo tempo del governo Monti.

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2011 2012 2013 2014
Totale
maggiori entrate 2.797 42.208 58.992 62.728
minori entrate 194 3.747 8.001 10.537
entrate nette 2.603 38.461 50.991 52.191
maggiori spese 2.114 9.614 3.963 4.408
minori spese 2.352 19.614 28.998 33.436
spese nette -238 -10.000 -25.035 -29.028
saldo 2.841 48.461 76.026 81.219
contributo entrate 92% 79% 67% 64%
maggiori entrate 2.797 42.208 58.992 62.728
Aumento Irap per banche e assicurazioni 889 480 480
Addizionale bollo auto 50 49 49 49
Addizionale IRPEF 2.215 2.215 2.215
TARES 1.000 1.000
Revisione coefficienti ammortamento 1.312
Bollo conto deposito titoli 725 1.323 3.800 2.525
Accise benzina 6.919 6.563 6.687
Giochi 443 481 501 501
Riduzione agevolazioni fiscali 4.000 16.000 20.000
Recupero evasione 80 1.329 2.633 2.612
Contributi solidarietà 371 630 839
Giochi e accise tabacchi 1.500 1.500 1.500
Rendite finanziarie e strumenti finanziari 3.559 3.550 2.408
Robin tax + tassa beni lusso 2.253 1.347 1.350
IMU 11.005 11.005 11.005
IVA 700 4.236 4.236 4.236
Altro 799 2.079 3.483 4.009
minori spese 2.352 19.614 28.998 33.436
Incremento ticket 382
Finanziamento infrastrutture 23 252 500 800
Patto stabilità interno e tagli trasf locali 6.985 9.185 9.185
Previdenza 3.499 7.145 10.025
Pubblico impiego 430 2.126 2.067
Razionalizzazione AC e riduz. spese Ministeri 1.850 8.152 7.192 5.992
Spesa sanitaria 5 2.570 5.070
Altro 92 296 280 297
maggiori spese 2.114 9.614 3.963 4.408
Finanziamento infrastrutture e sviluppo 23 1.600 2.000 2.350
PSI enti virtuosi 200
Razionalizzazione Amm. Centr. 40
Spesa sanitaria 492 70 70
Fondo Ispe 835 4.850
Trasporto pubblico locale 400 1.200 1.200 1.200
Altro 364 1.724 693 788
minori entrate 194 3.747 8.001 10.537
Deducibilità IRAP 1.624 3.611 3.036
Clausola salvaguardia 720 2.881 3.600
Previdenza 6 202 437 442
Altre entrate 188 1.201 1.072 3.459

 

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LE SOCIETÀ E I RISCHI DEL SINDACO UNICO

34 commenti

  1. ROMBO

    Dai tempi della DC sostenuta da PRI PLI PSDI si continua come allora a praticare la politica dei due tempi: prima il risanamento poi la crescita. Anche allora aspre polemiche con i sindacati e con il PCI, poi succedeva che il secondo tempo non arrivava mai, oppure tardi, oppure quando gli pareva. La certezza stava nel primo tempo che vedeva i soliti noti pagare, l’incertezza regnava sovrana nel secondo tempo. La differenza sta nel fatto che i tempi dei mercati oggi sono velocissimi mentre quelli della politica assai lenti dovendo in Italia pagare lo scotto di una pubblica amministrazione inefficiente e sprecona. La domanda è: possiamo stare sotto scacco dei mercati in eterno secondo ritmi a quanto pare inarrestabili e con ripetute cessioni di sovranità? Mentre nessuno si preoccupa di introdurre nuove regole nel mercato, come suggerisce da tempo Guido Rossi?

  2. HK

    Gentile Boeri, la sua analisi è centratissima. Come valuta l’effetto della manovra sulla svalutazione degli asset: casa, auto, barche,…? Dopo la manovra ciascuno di questi beni ha visto perdere il suo valore dal 10 al 30%. Di che cosa parliamo? Solo di 100, 200, o più precisamente almeno 500 Miliardi di Euro dissolti. Semplici danni collaterali? Nessun effetto recessivo?

  3. Bruno

    Sembra che le Vostre considerazioni, per quanto di buon senso analitico, non siano tenute in considerazione.

  4. francesco.scacciati

    Vorrei domandare al prof. Boeri da quale fonte scientifica qualificata (e sottolineo entrambi gli aggettivi) egli, come molti altri economisti, trae il principio secondo cui l’aumento delle imposte è recessivo e il taglio della spesa pubblica no, o, quanto meno, che il secondo lo sia meno del primo. La tesi opposta è sostenuta, e analiticamente dimostrata, dall’economista norvegese Trygve Haavelmo, premio Nobel per l’economia nel 1989. A voi risulta qualche errore nel suo notissimo Teorema? Se sì, sarei interessato a esserene messo al corrente.

  5. Roberto A

    1)L’impatto è di circa 5 punti di PIL e non 6…80 miliardi su un PIL previsto a 1600 e rotti miliardi nel 2013 e nel 2014.
    2)Maggiori entrate: i 4 miliardi e parte dei 16 e 20 sono stati coperti dalla manovra Monti,sono diventati meno,mi pare intorno ai 12 per il 2013 e 16 per il 2014 ed è stata modificata la clausola di salvaguardia a copertura della non approvazione della riforma fiscale ed assistenziale con i risparmi richiesti:ora la clausola non prevede piu’ il taglio lineare di agevolazioni e detrazioni ma l’aumento dell’IVA del 10 e del 21 di 2,5 punti.

  6. omero

    Si potrebbe credo racimolare qualche spicciolo in sede di dichiarazione dei redditi in questo modo..mettere, alla voce scelta dell’otto per mille,una nuova finestra dove oltre allo Stato visto come un identità fumosa e variopinta, la seguente voce..”politiche per il rilancio dell’occupazione giovanile”, dove naturalmente quanto incassato e finalizzato “esclusivamente “e solamente,” a dare una risposta a questo terribile e angosciante problema sociale,.forse questa ulteriore opzione potrebbe far diminuire quanto incassato ingistamente dalla chiesa..se non erro un miliardo di euro, che non si sa poi a che prò vada, per un altissimo scopo, “il lavoro”, affinchè i giovani possano avere un futuro dignitoso e onesto.

  7. andrea codognotto

    Nell’estate del 1917 dopo l’undicesima battaglia (manovra) dell’Isonzo l’atmosfera era ottimista negli Stati Maggiori, le truppe (contribuenti) sembravano aver ‘condiviso” l’ennesimo salasso: la dodicesima battaglia e’stata…Caporetto. Ma nessuno “legge” la psicologia degli italiani al di la’ delle cifre? Io non finisco di stupirmi…

  8. Davide

    E’ folle vedere con quale superficialità viene affrontata la crisi. Resto allibito sentire Befera alla radio (stamattina) dire che l’imprenditore Italiano non ha come priorità il pagamento delle imposte e privilegia i suoi fornitori allo Stato quando versa in difficoltà, stante l’enorme debito che lo Stato ha verso i privati per i beni e i servizi già consumanti ma non pagati ! E’ allucinante sentire una persona di “potere” attribuire la definitività del “dovuto” allo Stato se basato su congetture e “stime” quali gli studi di settore. Sono concetti “pericolosi” e di sicuro poco “democratici”. Perchè non istituire oltre all’ Agenzia delle Entrate (da rivoluzionare radicalmente, dai sui più alti dirigenti) l’ AGENZIA DELLE USCITE che va a verificare sperperi e sprechi di Stato malgestiti molto probabilmente da persone che pur di avere mezzi economici a loro disposizione ragionano come il nostro Befera. L’evasione è sicuro un grosso male ma lo spreco è un cancro da estirpare peggio della infedeltà fiscale ancora più se si presenta così.

  9. Piero

    “Il più grande dei crimini” è un saggio di Paolo Barnard che ho letto su questa rivista, è molto chiaro, può essere letto anche da persone che non hanno conoscenze economiche, e da anche la definizione all’azione di questo governo.

  10. bob

    Come tutte le menzogne primo o poi la verità, anche con l’ausilio della informazione su Internet, verrano fuori. Sono un piccolo imprenditore è credo che come a me a tutti abbia data fastidio l’enorme conflitto di interessi che Berlusconi si portava dietro. Oggi ci ritroviamo che ci danno lezione un gruppo di “signori” il cui unico obiettivo è proteggere i loro interessi, andando perfino a sconfinare nella limitazione della libertà individuale delle persone. Non solo, ma rispolverando in questo Paese una sorte di “lotta di classe” che anni dietro tanti danni ha causato. Un Paese ricco e produttivo in cui una casta minoritaria ci sta portando alla fame. Solo un opinione pubblica formata da quella fetta d’Italia tanto bene descritta da G. De Rita, può smascherare questa grande pericolosa menzogna. E’ vergognoso che la Sig.ra Mercecaglia ci viene a parlare di tracciabilità dei pagamenti, Lei che sposta le società in Irlanda e il padre che ha contenziosi con Equitalia ( per non parlare dei milioni a fondo perduto ricevuti). Questo è un Paese sopito che ha solo bisogno di svegliarsi!

  11. marco

    Avrebbero dovuto tagliare le spese inutili e i privilegi; avrebbero dovuto avere più coraggio; non dovrebbero governare con l’apoggio dei partiti che hanno saccheggiato l’Italia. Concordo pienamente con il bravo Boeri quando sostiene la necessità di organizzare meglio lo Stato e di farlo il più possibile a costo zero: fondamentale! Però penso anche che per dare una scossa all’economia bisognerebbe ridistribuire la ricchezza in modo da aumentare il potere di acquisto dei cittadini poveri e della classe media- salario minimo garantito e modifica delle aliquote irpef su queste fasce sociali. Dove prendere i soldi? Abolire i finanziamenti alla stampa e ai partiti; Diminuire fortemente le spese militari; lotta spietata all’evasione (secondo il modello inglese), alla corruzione (fare finalmente una legge seria), alle mafie; concordato fiscale con la Svizzera per far pagare i correntisti italiani (già fatto dalla Germania) far pagare l’ICI alla chiesa, tassare la prostituzione, vendere l’Alitalia, asta frequenze televisive, riduzione ulteriore e vera dei costi della politica, rivedere i 30 miliardi di incentivi dati alle aziende,rivedere le concessioni. Saranno almeno 50 miliardi anno!

  12. umberto

    L’analisi di Boeri è centrata ed i commenti che ho letto sono ottimi; in particolare quello di Marco. Vorrei aggiungere che se questo governo vuole risanare davvero il Paese, non può non fare un’azione rivoluzionaria contro la corruzione politica e non, l’illegalità, la mafia ed i colossali sprechi e privillegi della politica centrale e periferica, con una giungla di enti parapubblici citati perfino da qualche parlamentare della vecchia maggioranza. In Italia la legalità è rivoluzionaria. Monti ha avuto il coraggio di entrare in campo ed ora deve combattre, perchè di questo si tratta; non di difficoltà tecniche insormantabili, ma di resistenze politiche delle caste e sottocaste con i loro anddentellati opachi (per usare un eufemismo). E’ emblematica la vicenda Cosentino di questi ultimi giorni, vicenda cui partecipa anche La lega moralizzatrice della domenica. Auguri e complimenti a La Voce ed ai suoi lettori.

  13. hk

    Non voglio togliere al Prof. Boeri il piacere della risposta. Comunque eccone una, non da premio nobel, ma da economista che sa fare al più i conti del macellaio. Sia l’aumento delle imposte che la riduzione delle spese hanno un immediato effetto recessivo. Ma mentre l’aumento delle tasse (e spese) è recessivo anche nel medio lungo termine, la riduzione delle spese (degli sprechi) no. Buon Natale

  14. Luca

    Ho letto nella parte finale dell’articolo che la tassazione è stata spostata dal lavoro agli immobili. Magari sono io che ho poca cultura in quest’ambito, però onestamente a me pare che non sia stato spostanto assolutamente nulla, mi pare che più semplicemente siano state introdotte nuove tasse e basta. Credevo che spostare la tassazione dal lavoro agli immobili significasse diminuire la tassazione sul lavoro e aumentare quella sugli immobili. Tra l’altro ho il serio dubbio che sia difatto già aumentata pure la tassazione sul lavoro con le varie addizionali regionali in busta paga. Se il primo tempo è stato quello che si è visto non oso immaginare il secondo, con un paese in recessione e la necessità di nuove risorse. Concludo inoltre dicendo che sarebbe un paradiso avere una tassazione al 50%, pultroppo la tassazione reale secondo me ormai ha già passato il 60%

  15. Piero

    Monti è un membro della Trilateral, associazione che ha lo scopo di condizionare i governi alle volontà di una ristretta classe dei tecnocrati (vedi voce su wikipedia), non penso che le sue azioni siano verso la tutela dei cittadini, si preoccupa solo di salvare l’euro ad ogni costo. L’euro come moneta è la ricchezza dei tecnocrati, in quanto la moneta unica non è che la camicia di forza dei singoli stati, se analizziamo i singoli membri della Trilateral, vi sono i capitani dell’industrie che hanno una dimensione europea/mondiale, che hanno quindi l’interesse alla moneta unica, si pensi che la Germania esporta all’interno dell’area euro circa il 40% del PIL.

  16. Giorgio

    Mi riallaccio al commento già inserito da Andrea Codognotto per dire che anch’io ho avuto la stessa impressione… Monti mi ricordava qualcuno ma non capivo chi… finché non ho avuto quest’illuminazione: Cadorna. Ho tanto l’impressione che ci stiano mandando al massacro come tanti fantaccini in una guerra nella quale il nostro sacrificio conterà zero nel determinare l’esito finale. Buon Natale.

  17. Giovanni

    Per dare un segnale forte ai mercati non si potrebbe cartolarizzare il Patrimonio Immobiliare dello Stato emetttendo Titoli Salva Italia a lungo lunghissimo per privati ed operatori istituzionali, che prevedano un piano di dismissioni propizio per evitare perdite di capitale.. il cui ricavato andrebbe al 75/80% ad ammortamento del debito e il 25/20% allo sviluppo ? Stime parlano di circa 300 Miliardi di Euro; questo potrebbe ridurre non solo lo stock ma anche il rischio implicito del nostro debito riducendo lo spread, favorendo e accelerando il rientro del deficit, iberando risorse per la crescita ed il contenimento dell’erosione della base produttiva.

  18. Umberto

    Mi chiedo come sia possibile che in una manovra qualificata equa non ci siano previste nell’aumento delle Entrate misure non recessive che non riducono il reddito imponibile come ad esempio la tassazione dei capitali italiani in Svizzera (come hanno fatto Uk e Germania) sia come una tantum sia sui rendimenti degli investimenti finanziari. Questa misura avrebbe portato almeno 60 €/bil al primo anno (400 €/bil al conservativo 15%) e, con un rendimento ipotetico del 5% tassato al 20%, almeno 4 €/mil. Il recupero sull’evasione mi sembra inoltre per niente ambizioso in quanto le recenti vicende di Telecom Italia Sparkle e la vicenda Unicredit evidenziano grossi ammontari di elusione fiscale che non sono più tollerabile. Auspicherei inoltre che le forze politiche si concentrino sulle riforme istituzionali tagliando del 50% i componenti dei due rami del Parlamento, elimino le Province ed accorpino i comuni limitrofi con meno di 5000 abitanti, accorpino e riducano gli enti locali ed enti pubblici, prevedano una centralizzazione degli uffici acquisti pubblici nei best performer unitamente ad una approfondita Spending Review. 
    Inoltre sarebbe auspicabile una centralizzazione dei servizi finanziari degli enti pubblici (emissioni di titoli di debito e gestione della finanza derivata), una revisione della materia previdenziale eliminando tutte quelle erogazioni pensionistiche che non sono eque (ad esempio identificando CAP sui meccanismi retributivi oltre 5000 euro mese e per coloro che non hanno avuto almeno 15 anni di contribuzione da applicare anche per cumuli pensionistici e retributivi di provenienza pubblica). Non so voi ma leggendo che il Sig Luca Boneschi per 1 giorno da parlamentare prende una pensione mensile di 3108 al mese mi fa veramente male o che dobbiamo corrispondere pensioni superiori a 20k euro mese mi chiedo come sia possibile accettare queste situazioni in una situazione come la nostra. Auspico quindi una maggior considerazione privatistica della macchina pubblica.

  19. Hans Suter

    Trovo soprendente che il ministro delle finanze tedesco scrive che fra le decisioni prese c’è quella che tutti gli stati rientrino col debito al 60% del GDP e che lo facciano in venti anni con un ventesimo per anno. Per l’Italia questo significa un tre percento del GDP, un cifra vicina a 50 miliardi. E secondo Schaeuble questi soldi devono venire via tasse. Forse è venuto il momento di portare a conoscenza di una vasta platea questa decisione. Perché se togliamo oltre al 2% di recessione anche un 3% per la restituzione del debito abbiamo un GDP quasi a 1500 ml col debito a 1850 e cioè al 122%. Avremo allora una spirale in giù. “Member States with a debt-to-GDP ratio of more than 60 percent will, in future, be required to reduce the amount of excess by one twentieth a year until their debt amounts to only 60 percent of GDP.” (leggi qui)

  20. Mario Guereschi

    La macchina pubblica costa troppo. I tagli della spesa sono irrisori. Per la Corte dei Conti ci sono 60 miliardi di sprechi. E poi gli enti sono troppi: oltre ottomila comuni, le provincie enti ormai inutili, venti regioni sono troppe. Il sitema polizia da razionalizzare (carbinieri, polizia di stato, corpo forestale, guardia di finanza, polizia provinciale, vigili urbani, e poi tutte quelle che ho dimenticato fino a mille e più: uno per strada rischia di essere fermato tre volte in un chilometro, quante caserme doppie o più, quanti uffici doppi o più, quanti comandanti sullo stesso territorio). La scuola fa pena, si pensa più all’occupazione dei precari che al risultato degli studenti. La giustizia è una cosa vergognosa. La sanità è uno spreco continuo. Ecc. ecc. ecc. e qui mi fermo per non essere costretto ad arrivare anche’io alla casta. Per sistemare le cose ci vogliono anni, ma se non s’incomincia. E poi qunato spendiamo le nostre pratiche burocratiche? Prima semplifichiamo altro che liberalizzare i taxi: se bastasse questo per risolvere i problemi dell’Italia?

  21. velio piccioli

    Vorrei che qualcuno mi spiegasse il senso della manovra ‘Salva Italia’. Io comunque uno l’ho trovato: Monti sta speculando al ribasso sui BOT e sull’Euro. E il risultato della ‘ Se la va la va, Italia’ è un altro passo verso il default.

  22. Maurizio

    Il governo ha dato tempo fino al 13 agosto 2012 agli Odini di riformarsi. Mi chiedo se Monti&Co stiano scherzando. A quale privilegio vuoi che rinuncino i notai, avvocati e farmacisti? Abolizione e basta!

  23. MAURIZIO

    Mi sembra che stia emergendo chiaramente il vero problema italiano: spendiamo troppo per non produrre nulla, abbiamo una PA costosissima ma che eroga servizi scadenti, quando li eroga! Prima o dopo, come è avvenuto per la Grecia, qualcuno ci imporrà di mandare a casa 600.000 parassiti e solo allora qualcuno capirà che nessun piatto di minestra è gratis. Purtroppo fino ad allora la PA con i suoi parassiti continuerà a spingere le aziende a delocalizzare, i nostri cervelli migliori ad emigrare ecc. Ma proprio nessuno comprende che un tale livello di tassazione unito alle capacità estortiva della banda Equitalia e una PA particolarmente inefficente e ladra di fatto rende impossibile molte produzioni in Italia? Le misure di cui parla il governo per la fase due mi fanno sorridere, pannicelli caldi per la cura di una malato terminale…

  24. Bruno

    Avevano i dossier pronti, non hanno avuto il tempo di studiarli, ma gli studi pre incarico…dove sono finiti?

  25. Piero

    Gli italiani hanno diritto di sapere di quanti tempi è il film che sta girando Monti, perchè se a qualcuno non piace può decidere di andare ad investire all’estero, cosa che ultimamente è più allettante, considerato la spremitura che si dovrà fare in italia, ma che tocca solo i lavoratori e le imprese e non il mondo finanziario, vedi la manovra salva banche fatta dieci giorni fa ( la garanzia statale alle obbligazioni bancaria).

  26. Anonimo

    Speriamo che i policy-makers si ricordano di attuare politiche di sostegno ai redditi (finanziari e salariati) da cui dipendono le strategie market-intensive di crescita dei prodotti netti totali, e, quindi del PIL. come fattore ad alta intensità di produzione in funzione della costanza di aumenti dei flussi dei prodotti netti, ma anche di squilibrio strutturale nelle dinamiche di distribuzione delle “ricchezze” (vedi indici di fiducia dei consumatori). Buon Anno!

  27. nicola figliolino

    Si parla tanto di crisi economica e debito pubblico,ma di chi la colpa? Secondo me i principali responsabili sono i sindacati pubblici che si mettono di traverso a ogni tentativo dei governi che si susseguono per difendere la loro bottega. Un’azienda privata quando va in crisi la prima cosa che fa riduce i premi di risultati ecc.ecc. se non il personale.nell’apparato pubblico invece tutti i privilegi travestiti in (diritti) non vengono eliminati pur facendo debiti (tanto c’è babbo natale stato che interviene). E come risolve il problema dei grandi e stressati lavoratori statali aumentando le tasse invece di eliminare alla fonte i debiti e tanti privilegi che si annidano nello statuto dei lavoratori. I governi sono alla mercé dei sindacati o vogliono fare come diceva l’On. Andreotti (tirare a campare) questo è il modo per azzerare il debito pubblico?

  28. paolo 41

    1. concordo che sul taglio delle spese è stato finora fatto poco o niente, specialmente nelle Pa. Vi dovreste fare paladini per una revisione e, se necessario, abolizione dei privilegi delle regioni autonome e/o a statuto speciale; è inconcepibile che la Sicilia abbia assunto, in questo momento dove si chiede austerità, a tempo indeterminato più di un migliaio di persone per fare i censimenti dei beni culturali! 2. Dovreste attivarvi per promuovere una maggiore “nazionalizzazione” del debito e contemporaneo allungamento della duration del debito complessivo: es: per i prossimi 5 anni, per decreto, il 10% degli stipendi sopra 30.000 euro lordi è pagato con titoli (fuori mercato) ventennali con cedola annuale del 3/3,5% con possibilità di riscattarli a valore 100 dopo 5 anni. E’ un prestito remunerato che i cittadini fanno allo Stato, ma può essere interpretato come un risparmio o come un Tfr aggiuntivo. Analogamente per banche ( che possono approvvigionarsi a tassi agevolati presso la BCE) e per le società. I titoli potrebbero essere garantiti dagli immobili di stato che, data la situazione, è molto difficile vendere in questo momento.

  29. Augusto A.

    Assisto incredulo alla mancanza di dibattito sul taglio delle politiche da adottare. Tutti commentano le manovre per decidere se debbano contenere più o meno di quella ricetta, se debbano colpire più o meno una categoria sociale, ma nessuno che sottolinea come, delle manovre, si potrebbe fare a meno. Una politica monetaria espansiva, una legislazione che favorisca l’high-tech e la produttività, un programma come il WPA americano potrebbero fare molto di più per la crisi che le politiche di deflazione interna che sembrano essere date per scontate. I cittadini si allineano docilmente come agnelli senza sapere che un’altra via è possibile. Un governo di orientamento non prono alla vulgata europea avrebbe battuto i pugni sul tavolo ed ottenuto, con la minaccia del default, una politica monetaria all’altezza da parte della Bce. Avremo invece 10 anni di sofferenze, che getteranno via ciò che i nostri padri hanno costruito.

  30. AZ

    Da una piccola zona industriale dell’italia centrale, il 2012 pare cominciato peggio delle peggiori previsioni: la recessione è gia’ qui, e mentre diverse aziende non riaprono si paga l’IVA sull’addizionale sui carburanti dell’ultima alluvione, le banche insistono sui rientri, agenzia delle entrate, finanza e equitalia si interessano ai soliti noti (mentre si sa che i soliti ignoti hanno costruito fallimenti per riaprire altrove, hanno intestato tutto a moglie figli e nipoti e via dicendo senza che nessuna amministrazione pubblica e nessuna banca abbia sollevato finora alcuna eccezione). Se l’idea di riassetto del mercato del lavoro portera’ come temo ad un generalizzato aumento del costo di quest’ultimo, si avra’ un’ottima occasione per cantare le lodi della distruzione schumpeteriana… finche’ non ci si accorgera’ della mancanza di vie d’uscita. Aumento dei costi e pressione fiscale finiranno per tagliare le gambe anche alle PMI esportatrici (quelle che tengono su la bilancia commerciale). Nessun aumento di competitività senza defiscalizzazione del lavoro coperta da tagli alla spesa pubblica improduttiva, regolarmente certificata dalla corte dei conti e ignorata dalla politica.

  31. Piero

    Noi possiamo paragonare l’europa, come quando fu unita l’Italia, il nord ha fatto molti trasferimenti al sud per non sganciar lo dall’Italia (politica della solidarietà), la lira fu adottata sia nel nord che nel sud ma con la politica dei trasferimenti la moneta unica ha funzionato, mentre oggi in Europa non vi è la politica dei trasferimenti, la Germania dice che ognuno deve fare i compiti a casa sua, non è disponibile ad un po’ di solidarietà, in tale modo la moneta unica non può funzionare, quindi sganciamocida questo carrozzone prima che si fa una brutta fine. Ad oggi Monti non ha fatto un programma per la soluzione del problema italiano di crisi economca, di debito pubblico, di politica europea. Per la crisi economica ha aumentato le tasse invece di ridurre le spese. Per il debito pubblico ha concesso la garanzia statale ai bond bancari, affinché acquistassero i titoli di stato italiani. Per la politica europea si e’ adagiato alla politica tedesca, ognuno fa i compiti a casa sua e la Bce non deve intervenre sui debiti statali, ognuno si paga il suo. Non penso che con queste politiche andiamo lontano, mi auguro che la politica riprenda il comando dell’Italia affinché chi prende le decisioni se ne assume le responsabilità in termini elettorali, non si puo’ nascondere Monti dietro il salvatore dell’Italia, quando procede al suo annientamento.

  32. Paolo Rosselli

    Cari amici, nella confusione che regna sull’economia e Monti, voi fate eccezione, ma non del tutto. Infatti, non capisco il perché di tanto ossequio nei confronti della CGIL e dell’art. 18, regola che non esiste in nessun paese occidentale. Il perché di questa vostra posizione (soprattutto di Tito Boeri) non mi è chiaro e sembra un pensiero più da politico che da tecnico. La figura del tecnico, qui da noi vituperata in favore del politico ignorante da rissa televisiva, ha una funzione importante, indicare cosa è giusto e cosa invece non lo è. Ora, l’art. 18 è una norma protettiva che condiziona da decenni tutta l’economia, il lavoro e in generale lo sviluppo. Inoltre, la non licenziabilità di un qualsiasi impiegato, ammesso e non concesso che gli imprenditori vogliano licenziare, ha come riflesso che questa regola viene comodamente e automaticamente auto-applicata da tutti. Così, i consigli di amministrazione inutili e tutta quella massa di “politici” che pesano sul Paese, preferisce tutelare il proprio posto con un’auto-estensione di un proprio art.18. Che impedisce, ad esempio, di comprare un treno nuovo perché deve pagare 50 stipendi ad altrettanti politici. Pensateci.

  33. Piero

    Il documento firmato il 9 dicembre non può chiamarsi fiscal combact ma mortal combact, vi sarà un solo vincitore, gli altri verranno tutti annientati, nel fiscal combact, dovrebbe essere ispirato al rigore ed alla solidarietà, ma dell’ultimo concetto non vi è una minima traccia. Ricordiamoci che con la moneta unica i paesi mediterranei hanno favorito i paesi più forti in cambio di una diminuzione temporanea dei tassi di interessi sul debito pubblico.

  34. Roberto A

    non riesco a capire come Boeri possa prevedere una pressione fiscale al 47% in quale anno poi,non è dato sapere,viste le tabelle e non ci spiegano come si arriva a questo 47%

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