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NOMINE, BASTEREBBE IL MINIMO SINDACALE

Sulle nomine, partiamo da qualche citazione. Sul sito bersanisegretario.it si legge “Dobbiamo riportare il merito dal cielo alla terra” (Pier Luigi Bersani).  Su angelinoalfano.it si dice della “volontà di dar vita a un ”partito degli onesti” e che valorizzi il ”merito” (discorso tenuto a Mirabello).  Lascio ai lettori valutare se esista qualche ragione per la quale dobbiamo prendere sul serio queste due persone.
Le nomine sono chiaramente un segnale importante di quanto si prende sul serio il momento attuale e la gestione di snodi importanti del nostro sistema economico quali il sistema delle telecomunicazioni (l’autorità per le comunicazioni) o dei trasporti (si attende già da un po’ la nomina del primo collegio della neo-costituita Autorità per questo settore). Sotto questo profilo è evidente, ma già lo sapevamo, che la nostra classe politica è inadeguata.
Detto questo, su due ruoli fondamentali quali il presidente dell’Agcom e l’Autorità dei trasporti il pallino è in mano al Governo. C’è solo da sperare che il Governo sappia prendere le distanze, ma non con le solite parole poco utili: con i fatti. Occorrono – semplicemente – persone con competenze e capacità che le rendano all’altezza dei problemi che dovranno affrontare.
Qualcuno parla di “coraggio”. No. La nomina di persone competenti non sarebbe un atto di coraggio, di elevato contenuto morale o simili. Vorrebbe semplicemente dire “fare le cose normali”.
Si tratta di nomine chiave in posti non ornamentali, di ruoli di gestione di nodi importanti del nostro sistema economico. Chiedere che incarichi delicati siano attribuiti a persone competenti è chiedere semplicemente che il Governo faccia il suo “banale” dovere. Il fatto che questo Governo abbia poco coraggio è purtroppo evidente da tempo. Quello che chiediamo ora è molto meno del coraggio: chiediamo solo il minimo sindacale.

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PER UN “FREEDOM OF INFORMATION ACT” ITALIANO

  1. Fabrizio Iotti

    Condivido totalmente. Purtroppo il governo Monti (e Monti in primis) si stanno rivelando una grandissima delusione. Se il problema rispetto a fare le cose normali risiede nella costante opposizione dei partiti che continuano a dominare la scena irresponsabilmente, allora Monti e i tecnici lo dicano con chiarezza su tutti i canali televisivi. Se non e` cosi` allora Moni e` incapace tanto quanto i suoi innumerevoli predecessori, e noi siamo fritti.

  2. Deluso 2012

    Come possono i nostri politici varare leggi ( vedi l.Brunetta ) dove enfatizzano merito e valutazione per i dipendenti pubblici mentre per loro merito e valutazione sono assenti e il criterio per un incarico è l’appartenenza alla casta. I nominati dovrebbero dimettersi ma questo non accadrà :etica e morale non appartengono ai nostri governanti. Più che votare ( sinonimo di scegliere) gli italiani certificano le nomine delle segreterie . invito alla lettura del libro “Discorso sulla servitù volontaria “di étienne De la Boétie

  3. salvo

    Da un Governo tecnico, o, meglio, da un Governo “del Presidente”, ci si aspettava ben altro. Ad esempio, quelle misure che, finora, i Governi cd. politici, hanno mostrato di non saper, o voler, adottare. E cioè, a mio parere, agire più sul lato della spesa corrente, che sulle entrate. Privatizzazioni (Rai, Poste italiane, ad esempio). Dismissione di parte del patrimonio immobiliare italiano, e non solo per far cassa, ma, soprattutto, per eliminare i costi occorrenti per manutenere tale patrimonio. Superamento del Bicameralismo perfetto. Riduzione del numero dei parlamentari. Abolizione di Province, Comunità montane e isolane. L’unica riforma degna di nota, è quella delle pensioni, ma i cui frutti non saranno immediati.

  4. Claudio

    Le chiese – con ciò intendendo tutte le organizzazioni che richiedono adesione ad un pensiero precotto – per definizione diffidano delle qualità eminenti. Preferiscono ovviamente materiali manipolabili. Gli individui meno riusciti vanno benissimo, anzi sono gli unici richiesti. Sarà un caso che le teste pensanti della chiesa cattolica sono state incarcerate o decapitate o sono finite sul rogo, da Giordano Bruno a Tommaso Moro, a Tommaso Campanella, che Galileo fu condannato come eretico? E che le teste pensanti del PCI furono cacciate dal partito (penso a Natoli, a Pintor, a Rossanda, a Magri)? Il “governo del presidente” rientra nella categoria dei materiali plasmabili, manipolabili perché – salvo alcune apprezzabili differenze di forma e di stile – è del tutto organico al sistema che l’ha prodotto.

  5. Claudio

    Le chiese – con ciò intendendo tutte le organizzazioni che richiedono adesione ad un pensiero precotto – per definizione diffidano delle qualità eminenti. Preferiscono ovviamente materiali manipolabili. Gli individui meno riusciti vanno benissimo, anzi sono gli unici richiesti. Sarà un caso che le teste pensanti della chiesa cattolica sono state incarcerate o decapitate o sono finite sul rogo, da Giordano Bruno a Tommaso Moro, a Tommaso Campanella, che Galileo fu condannato come eretico? E che le teste pensanti del PCI furono cacciate dal partito (penso a Natoli, a Pintor, a Rossanda, a Magri)? Il “governo del presidente” rientra nella categoria dei materiali plasmabili, manipolabili perché – salvo alcune apprezzabili differenze di forma e di stile – è del tutto organico al sistema che l’ha prodotto.

  6. Michele Giardino

    I redattori de “lavoce” sanno tutto degli ostacoli reali all’azione del Governo. Oltre agli apparati, ora vituperatissimi, di partito, contano, e di più, quelli in seno alla P.A., che mi pare inutile elencare. E’ alla salvaguardia dei loro interessi, non solo economici, consolidatisi negli anni del benessere e della politica “low profile”, che l’Italia paga da tempo prezzi altissimi. Problema non certo nuovo, se un Eugenio Scalfari forse ancora Direttore, affermò parecchi anni fa (non saprei dire quanti), provocatoriamente, certo, ma con decisione, che la pura e semplice abolizione del Consiglio di Stato e della Corte dei Conti avrebbe fatto fare all’Italia un salto enorme nella modernità. Ostacolo difficile: ammettiamolo. Ma c’è una cosa che il Governo potrebbe fare subito: intestare i tanti beni patrimoniali cedibili ad una grande Spa pubblica, che in attesa di tempi migliori per venderli, emetterebbe obbligazioni garantite dai beni stessi, dunque a tassi ragionevoli e di lunga durata. Lo propose, inascoltato, Giuseppe Guarino qualche anno fa. O fanno paura anche i Marescialli le cui famiglie occupano gratis, in tempi di IMU, le immense caserme nei centri storici?

  7. Rino Impronta

    I commenti, pubblicati e ascoltati, sulle nomine dei nuovi vertici Rai confermano le tante aspettative deluse (nel mondo della politica e manageriale). Ritengo che per essere nominati Presidente della RAI non necessariamente bisogna aver lavorato nell’Azienda per 20 o 30 anni. La nomina di un “esterno” va considerata un valore aggiunto e non rifiutata come se arrivasse un incompetente. La provenienza dal mondo bancario potrebbe considerarsi un caso. Però è anche vero che risorse di qualità spesso si trovano in quel settore. Ciò é dimostrato e confermato dal passaggio di tanti manager o dirigenti d’azienda dal vertice di un’azienda ad un’altra, che, mettendo a disposizione il loro bagaglio di esperienze e conoscenze professionali, spesso conseguono degli ottimi risultati. A volte i pregiudizi sono inopportuni e forse anche dannosi.

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