Il 20 gennaio 2016 il Senato della Repubblica ha approvato in seconda lettura il ddl costituzionale Boschi (che prende il nome dal ministro Maria Elena Boschi, prima firmataria del testo) con 180 voti a favore. La legge apporta modifiche consistenti all’assetto istituzionale italiano ed è da sempre uno dei capisaldi del governo Renzi. Il 12 aprile la legge è passata alla Camera in seconda lettura ed è stata approvata con 361 voti a favore. A questo punto, l’ultimo passo per l’approvazione finale della legge è il referendum confermativo, che è stato richiesto da un numero di parlamentari maggiore rispetto al quorum necessario per l’indizione della consultazione popolare su una riforma costituzionale (un quinto dei membri di ciascuna Camera). Il referendum, che si terrà a fine anno, non prevede quorum e la legge passerà se l’opzione più votata sarà il sì. Saranno quindi i cittadini a decidere se la legge potrà considerarsi approvata. L’iter di approvazione della riforma è descritto nella figura qui sotto.
(A cura di Vincenzo Baldassarre e Mariasole Lisciandro)
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Carlo
Verso la fine se passa il referendum. Speriamo di no. E’ una riforma che fa un passo nella direzione sbagliata di accentrare i poteri invece che di aumentare la partecipazione. Rende le istituzioni ancora più miopi (nel senso che guardano vicino invece che lontano) di quanto sono già.
George
Le nostre istituzioni sono inefficaci, tra l’altro, perché si perdono in orge infinite di chiacchiere inconcludenti su argomenti affini al sesso degli angeli. Pensare che aumentando la cacofonia già insopportabile della cosidetta partecipazione possa migliorare la situazione italiana è una opinione risibile tanto quanto la democrazia diretta che, per la cronaca, è stato matematicamente dimostrato che non esiste e laddove si insistesse a volerla attuare ci si ritroverebbe vicini alla nascita di una dittatura di rimbalzo (p.e. repubblica di weimar e nazismo).
Le riforme del governo Renzi sono insufficienti (sono daccordo con il sig.Savino), ma pur sempre meglio di niente e dello status attuale, purtroppo sono altrettanto convinto che il popolo bue le boccierà dando ascolto ai tanti pifferai che ammorbano l’italietta con la loro cacofonia di argomentazioni irrazionali e fuori dalla realtà!
Savino
E’ stato corretto porsi il problema della rapidità di decisioni, ma proprio per questo non si capisce perchè non sia stato abolito del tutto il Senato. Più in generale, le lungaggini parlamentari non vengono accorciate e i nuovi senatori rischiano di essere i furbetti dei rimborsi spese dei consigli regionali. La riforma andrebbe, poi, completata con l’accorpamento di Regioni e Comuni.