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Le novità per chi va in pensione e chi già c’è

Sulle pensioni la legge di bilancio 2017 conferma quanto era già stato anticipato. Le coperture derivano sostanzialmente da misure una tantum. Suscitando dubbi sulla sostenibilità futura dei provvedimenti. Il poco tempo per l’approvazione non permetterà miglioramenti attraverso gli emendamenti.

Come sarà l’Ape

La legge di bilancio 2017 è finalmente arrivata in parlamento per la discussione. Le novità rispetto a quanto anticipato sul capitolo pensioni sono minime, vale comunque la pena di riepilogarle.
Come preannunciato, sarà introdotta in via sperimentale la possibilità per dipendenti pubblici e privati di anticipare fino a 3 anni la pensione di vecchiaia. La cosiddetta Ape sociale sarà riservata ai disoccupati di lungo corso, ai lavoratori con invalidità superiore al 73 per cento, a chi assiste parenti di primo grado con disabilità gravi e a chi ha svolto lavori pesanti per almeno 6 anni. Il requisito contributivo sarà di 30 anni per tutte le categorie eccetto l’ultima, per la quale saranno necessari 36 anni di contributi. Per pensioni inferiori ai 1.500 euro lordi, lo Stato erogherà un assegno di accompagnamento alla pensione senza applicare alcun taglio. Per importi superiori, il lavoratore si farà carico della sola differenza.
Il costo sarà coperto dell’azienda nel caso in cui il prepensionamento sia richiesto dal datore di lavoro, mentre sarà a carico del lavoratore qualora l’anticipo sia volontario. In entrambi i casi, il requisito contributivo sarà di 20 anni e lo Stato sconterà metà del costo finanziario e assicurativo. La quota più importante del taglio applicato all’assegno sarà dunque quella di ammortamento del finanziamento, ed è perciò errato parlare di “penalizzazioni”: i tagli applicati all’assegno in caso di Ape volontaria (4,6 per cento per ogni anno di anticipo richiesto per i successivi 20 anni) rappresentano il costo, per giunta parziale, dell’anticipo.
Il coinvolgimento del settore creditizio-assicurativo è necessario per limitare l’impatto finanziario, i tassi d’interesse e i premi assicurativi dovuti saranno regolati da accordi-quadro e saranno favorevoli anche in virtù dell’introduzione di un apposito fondo di garanzia. L’obbligo assicurativo farà sì che il lavoratore non sia costretto a fornire garanzie reali e che non ci siano decurtazioni sull’assegno di reversibilità in caso di premorienza del pensionato.
Una novità rispetto a quanto anticipato riguarda la preclusione del diritto all’anticipo nel caso in cui l’assegno che ne risulta sia inferiore ai 700 euro. La ragione della limitazione, richiesta dai sindacati in sede di concertazione, sarebbe quella di evitare l’erogazione di assegni troppo bassi. È tuttavia evidente che buona parte degli esclusi appartengono in realtà a nuclei famigliari agiati. Sarebbe dunque più giusto non regolamentare la questione e lasciare la valutazione alla libera scelta del lavoratore.
Il meccanismo prevede invece un buon grado di flessibilità per i redditi più alti: il lavoratore potrà richiedere un anticipo parziale e modulare i tagli al fine di estinguere il debito in anticipo, mentre per gli iscritti ai fondi complementari è confermata la possibilità di attingervi per pagare, in tutto o in parte, il costo dell’anticipo (Rita – rendita integrativa anticipata).

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Quattordicesima ed esodati

Per gli iscritti a più forme di assicurazione obbligatoria, sarà introdotta la possibilità di cumulo gratuito. Rimangono purtroppo escluse le casse professionali in quanto, a causa dei diversi meccanismi finanziari, la possibilità di cumulo ne comprometterebbe la stabilità finanziaria.
Confermati poi gli interventi sulle pensioni basse: la quattordicesima sarà estesa ai redditi fino a mille euro e sarà aumentata del 30 per cento per chi già la percepisce.
La no-tax area sarà equiparata a quella vigente per i lavoratori dipendenti anche per chi ha meno di 75 anni. A beneficiare dell’aumento saranno in gran parte pensionati appartenenti a nuclei famigliari agiati (soltanto metà della spesa relativa a detrazioni e quattordicesime andrà a effettivo beneficio di individui il cui reddito famigliare è nel 40 per cento più povero). Anche in questo caso, la definizione degli aventi diritto sulla base del reddito individuale rende la manovra mal calibrata.
La legge prevede infine l’ottava e ultima salvaguardia per gli esodati e alcune agevolazioni per chi svolge lavori usuranti e per i lavoratori precoci.
La manovra sarà finanziata prevalentemente con misure una tantum, quali ad esempio la rottamazione delle cartelle Equitalia, di fatto un condono che garantirà entrate solo nel breve periodo. Rimane dunque il dubbio su come i meccanismi introdotti verranno finanziati una volta scaduto il periodo sperimentale. Nonostante le entrate straordinarie, inoltre, la misura sarà parzialmente finanziata a deficit e ciò comporterà il rischio di una procedura di infrazione da parte della Commissione europea.
Nel complesso, si tratta di provvedimenti positivi ma i margini di miglioramento sono molti. In particolare, sarebbe opportuno destinare le quattordicesime sulla base del patrimonio famigliare ed estendere l’Ape anche ai percettori di redditi bassi. Sta al parlamento proporre modifiche migliorative, ma a causa dei continui slittamenti nella presentazione della legge, i tempi per l’approvazione sono ormai contingentati. Si dovrà lavorare a ritmi serrati e pare improbabile che il governo abbia il tempo di valutare nel merito gli emendamenti.

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  1. Mario Rossi

    Che roba geniale!!!! costruire una manovra cioè investire soldi sui vecchi!! perchè? una roba del genere in un paese moderno e inserito nel mercato globale appare una roba nemmeno pensabile. In italia no! perchè conosco un sacco di giovani che se ne sono andati come spero di fare anche io a breve e conosco altrettanti giovani che o non lavorano affatto oppure fanno lavori talmente ridicoli che ancora dipendono dai genitori. con un piccione si prendono 2 fave: il voto dei vecchi tutti contenti di ricevere una monetina in più e quello dei nipoti che di queste pensioni ne hanno fatto il reddito di cittadinanza. il problema sarà andarci avanti così, e già cominciano a scaldarsi i motori con lo spread che sale e noi continuiamo ad affossare chi lavora e a mantenere chi deve garantire il voto di sistema. la fine è sempre più vicina si tratta solo di vedere a chi deve rimanere il cerino i mano e siccome un vecchio detto delle mie parti dice “la croce e il lanternone tocca sempre tal più coione” penso che l’agnello sacrificale sarà ancora una volta il M5S come per Roma. Tanto loro poveretti mica ci mettono i soldi ……. solo la faccia

  2. ma ricalcolare tutte le pensioni con il contributivo non è possibile? per giustizia, equità e future generazioni

  3. Maurizo

    Sono completamente d’accordo, il limite inferiore di 700 euro al netto della rata di rimborso è una fesseria colossale e a quanto ho capito l’hanno chiesto i sindacati! . L’informazione televisiva non ne parla, si limitano a dire bastano 20 anni… ma a conti fatti con 20 anni non potrai far nulla a meno che non tu non abbia dei contributi stellari, ma chi ha contributi stellari guadagna tantissimo e non ha bisogno dell’ape. Al posto di fare gli interessi dei più deboli così facendo precludono loro una possibilità. È insensato anche perché molti prendono meno di quella cifra in questo Paese.. devo andare avanti?. Saranno pochissimi quelli che potranno usufruire dell’ape così come concepita. A spanne per ottenere… diciamo un cumulo di 950 euro di pensione devi avere 30 anni di contributi e a quel punto non conviene farsi tagliare 250 euro. Conviene di più passare da 700 a 550. Ad ogni modo è una fregatura. Prestito, interessi ed assicurazione per andare in pensione e farsi mangiare i propri soldi?. Assurdo. Personalmente dopo la figuraccia sul prezzo del latte mi sarei chiuso in casa fino alla fine dei miei giorni. È insopportabile pensare che le scelte di queste persone condizionino la vita delle persone.

  4. Maurizio

    E mi sono scordato…sì, non utilizzare l’ISEE come parametro in base al quale modulare le detrazioni ed in genere non infilarlo nell’ape è assolutamente sbagliato. Infatti questa manovra, esattamente come il provvedimento degli 80 euro non favorirà in prevalenza le persone più disagiate. Questo certifica la natura di questa manovra.

  5. Luigi

    Concordo con quanto scrive Maria Adele: ricalcolo delle pensioni con il contributivo e poi uno può andare in pensione anche 5 anni prima! certo poi prenderà 500 euro…ma decide lui. quella dell’aumento indiscriminato della 14^ (invece che basata sull’ISEE) invece è una marchetta politica degna degli anni ottanta, che schifo.

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