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Cento giorni senza far niente per l’economia sono troppi

Nei suoi primi cento giorni il Governo del Cambiamento non ha adottato alcun provvedimento che aiutasse l’economia italiana ad affrontare una congiuntura che si sta indebolendo di mese in mese. Non è troppo tardi per svoltare ma bisogna farlo in fretta. Primo: ridare fiducia.

I primi 100 giorni del Governo del Cambiamento

Il Governo del Cambiamento ha fatto passare i suoi primi cento giorni impegnando gli italiani in giochini estivi. Il primo riguarda l’auspicato tramonto dell’euro, cioè di una valuta che per ora pare godere di buona salute, a giudicare dall’accoglienza che le è stata riservata nei suoi primi quasi vent’anni di vita dai mercati finanziari. Molto popolare sui “social” e nel mondo politico Lega-M5s anche l’idea che l’Italia dovesse rompere o rivoltare come calzini regole europee che per essere modificate richiedono il consenso di tutti i paesi. E poi c’è stato il cosiddetto “decreto Dignità”, foriero di effetti negativi o comunque marginali per coloro la cui dignità doveva essere salvaguardata.

Intanto l’economia italiana rallentava verso una possibile recessione. L’indice Pmi di Markit – il riassunto più affidabile delle opinioni informate dei manager degli acquisti in merito a ciò che succederà all’economia –  segnala un netto rallentamento dell’attività economica in atto già dai primi mesi dell’anno. Nella figura si vede che la sua componente relativa al settore manifatturiero – quella più direttamente correlata con il ciclo economico – aveva raggiunto un valore massimo nel mese di gennaio 2018. Da allora è iniziata una rapida discesa dell’indice che ha sfiorato il valore soglia di 50 nel mese di agosto, al di sotto del quale si prevede che l’economia entri in recessione nei tre mesi successivi.

Figura 1 – L’indice Pmi di Markit

Nota alla figura: Un valore dell’indice superiore a 50 implica una previsione di crescita positiva dell’economia nei tre mesi successivi. Un valore inferiore implica una contrazione dell’economia nello stesso periodo di tempo.

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 Il rischio della recessione

L’indice Pmi di Markit di solito azzecca la previsione di quello che sta per succedere. Sarà un caso ma la produzione industriale di luglio è andata proprio male, mostrando il primo calo su base annua dal giugno 2016.  Nei sette mesi del 2018, l’indice della produzione industriale (dato destagionalizzato e corretto per gli effetti di calendario) è calato già quattro volte rispetto ai mesi immediatamente precedenti. Nel 2017 era calato solo due volte in tutto l’anno. L’industria non va bene.

Il costo del non far niente e l’urgenza di fare qualcosa

In questo periodo, intanto, il governo non ha combinato nulla di concreto per l’economia, per i cittadini e per le imprese. Niente, neanche un provvedimento economico minimale in favore del popolo di cui il primo ministro Conte si era auto-proclamato avvocato difensore. Eppure almeno il sottosegretario leghista all’Economia Massimo Garavaglia per parte sua aveva provato a spendersi e ad auspicare l’approvazione prima dell’estate della riforma fiscale per le piccole imprese e società di persone, cioè l’ampliamento del regime forfettario di tassazione (una tassa sostitutiva unica del 15 per cento per microimprese e professionisti con ricavi tra i 25 e 50 mila euro) a una platea più ampia di imprese.  “Mi auguro di potere fare qualcosa prima di agosto in tema di pace fiscale e qualcosa per allargare i sistemi forfettari per imprese con fatturati ridotti, per far crescere nuove partite Iva, piccole e medie imprese, artigiani e commercianti”. L’auspicio era quello di avere un provvedimento “entro fine agosto”. E invece niente.

Di pace fiscale – con opinioni diverse tra i ministri sul gettito atteso da tale misura: il ministro dell’Economia Giovanni Tria si aspetta 3 miliardi, il ministro dell’Interno e vice-premier Matteo Salvini se ne aspetta 20 – e di riforma fiscale per le piccole aziende si parlerà nella legge di bilancio. Dati i vincoli di bilancio potrebbe peraltro essere l’unico antipasto della grande riforma fiscale che era stata una bandiera vincente della campagna elettorale della Lega, specialmente se il M5s insisterà a includere il costoso reddito di cittadinanza nella manovra. Chissà forse il piano – diabolico – del governo è proprio quello di lasciare che l’economia cada in recessione per chiedere con maggiore forza quella flessibilità fiscale che dai banchi dell’opposizione era stata severamente criticata.

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Di fronte a questi scenari in rapido peggioramento, è invece urgente una pragmatica inversione di tendenza e che il governo annunci una strategia per ridare fiducia agli investitori e per rassicurare sull’orizzonte dei prossimi mesi gli italiani che devono decidere se spendere serenamente i loro soldi o aprire l’ombrello per ripararsi dalla prossima crisi finanziaria.

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35 commenti

  1. Savino

    Ma l’elettorato italiano cosa si aspettava che fosse un Governo del genere? E anche dalle due forze politiche singolarmente prese, anche, cioè, se M5S o Lega avessero governato da sole, cosa ci si aspettava? Perchè qui va molto stretta la logica del “Governo non scelto da nessuno”. Questo esecutivo è stato stravoluto, in maniera esponenziale, dagli italiani e, perciò, deve essere, fin d’ora, ben chiaro che il suo fallimento rappresenterebbe (o già sta rappresentando) il fallimento di un popolo. Non può essere preso con leggerezza il fatto che gli italiani, avendo a disposizione tutti gli elementi di giudizio, abbiamo creduto alle favolette del reddito di cittadinanza (con relativo voto di scambio, per cui si auspica un intervento della magistratura), della flat tax e dell’abolizione della Legge Fornero (ultimo baluardo rimasto a salvaguardia dei conti pubblici). L’autocritica in politica economica, l’analisi socio-economica degli eventi e la coscienza sociale nel nostro Paese sono inesistenti. Gli italiani pensano solo al proprio ego-portafoglio, nè al bene comune, nè alle generazioni future ed hanno solo nostalgia di uno Stato spendaccione che assecondi le sue clientele, come avveniva in uno sciagurato passato che, per fortuna, non tornerà più, spazzato via dall’economia di un mercato competitivo globale. Non c’è un’opinione pubblica da “ascoltare” se le sue istanze sono solo egoistiche e mirate ad un tesoreggiamento a discapito dei propri figli e nipoti.

    • Alessandro

      Una sintesi perfetta. Se venissero implementate le misure prospettate nel “Contratto di governo” il Venezuela e’ assicurato. Aspettiamo la Nota di Aggiornamento al DEF e speriamo che il ministro Tria tenga duro.

    • Virginio Zaffaroni

      Completamente d’accordo.

    • Bruno

      La penso esattamente come te! Non avrei potuto scriverlo meglio: in democrazia il popolo si sceglieci suoi governanti, e si prendevle responsabilità della scelta!
      L’Italia ormai è un Titanic che quando affondera si portera dietro mezza Europa, altro che crisi Greca!

    • Gabriele Biondo

      Sig Savino lei ha perfettamente ragione. La maggioranza del popolo italiano e’ come dice lei egoista , invidioso , aggiungerei anche ignorante , nel senso che ignora le minime regole economiche finanziarie. Sento ancora persone che dicono che lo stato non puo’ fallire , che al limite si stampa moneta , che la Bce dovrebbe continuare ad acquistare i nostri titoli per cui noi possiamo continuamente aumentare il debito. Se poi abbiamo come vice ministro un personaggio scarso come Borghi che vorrebbe ancora la sovranita’ monetaria proprio per obbligare la Banca centrale a finanziare i continui debiti , la frittata e’ fatta. Mi spiace augurarlo perche’ in Italia ci vivo ed ho un figlio di 21 anni , ma questo popolo meriterebbe di provare sulla propria pelle le miserie degli argentini dei venezuelani , che si sono comportati come noi.
      Poi dopo una simile esperienza capirebbero che non in Italia ma nel mondo i pasti gratis non esistono. Personalmente vedo forti rischi finanziari ( aiurcut sul debito o patrimoniale ) . Consiglio di investire in azioni estere , Usa in particolare evitando i nostri BTP e prodotti che li contengono. La cosa migliore e’ inoltre spostare i propri risparmi , visto che e’ perfettamente legale , in una banca estera ( si evita eventuale patrimoniale ). Mi spiace dire queste cose , ma con l’attuale governo , siamo ora veramente a rischio ( in parte lo eravamo anche prima ma almeno quelli altro debito non volevano farlo )

    • Asterix

      Caro Savino direi che il rischio di voto di scambio sul reddito di cittadinanza è abbastanza nullo se non è scattato per Renzi che lo ha emanato prima delle elezioni europee.. quindi lei dice che Macron sta adottando un politica di scambio per le elezioni europee?? La flat tax è una proposta di riforma Irpef, discussa da anni da studiodi del diritto tributario visto la crisi dell’Irpef e sarebbe finanziata da una eliminazione delle tax expenditures quindi sebsi vuole fare una critica oggettiva occorre capire chi ci guadagna e chi ci perde. La legge Fornero è stata dettata da esigenze finanziarie dello Stato e dare un segnale ai mercati. Ma il nostro sistema pensionistico era sostanzialmente n linea con quello di altri Paesi europei. Per capirci il segnale blog potevi dare ai mercati anche con una patrimoniale ma si è scelto di colpire i pensionati. Con il risultato di aver introdotto un soglia di uscìta dal lavoro troppo
      alta per le aziende che ti devono tenere (anche se non sei più produttivo) ed in alcuni casi ha ingessato il turn over bloccando le assunzioni dei giovani. Rivederla mi sembra una scelta razionale

      • Savino

        Sig. Asterix, il Governo gialloverde è il classico gattopardo “cambiare tutto per non cambiare niente”
        Proprio quel romanzo ci invita a diffidare dall’abbondanza di “cambiamento”.
        La realtà dei conti pubblici è ben altra e fare autocritica non guasterebbe agli italiani.

  2. Mario Morino

    Flat tax + Reddito di cittadinanza – Fornero = VENEZUELA
    A questo punto, meglio che non facciano niente.

  3. Asterix

    Qui si vuole la botta piena e la moglie ubriaca.. ma come? Prima si accusa il governo di sfasciare di conti, di non rispettare le regole europee, che non dà sicurezze ai mercati e poi lo si accusa all’opposto di non aver fatto spesa inutile in deficit oppure averla fatta aumentando altre imposte?? Sono pericolosi cialtroni che butteranno via i nostri soldi oppure avari che non vogliono drogare l’economia con misure non strutturali salvo coprirle con future tasse? Dobbiamo scegliere: siamo liberisti o per l’intervento dello Stato nell’economia (meglio se la mia)? Soprattutto quali sono gli spazi per politiche espansive che la Ue lascia ai singoli governi eletti dai cittadini? Stanno lavorando in silenzio per capirlo e mi sembra sia un buon segno piuttosto che lanciarsi in tre o quattro manovre come facevano i passati governo per avere una crescita del pil dell’1% e un debiti che cresceva…

    • francesco daveri

      Caro Asterix, anche per lei vale la risposta che ho dato a Massimo Giannini. in più, non mi pare che il “lavoro in silenzio” sia una caratteristica di questo esecutivo. Piuttosto, per ora, si vede il “non lavoro vociante”. almeno in economia.

      • Marco Festa

        Seguo lavoce.info da anni, leggendo articoli ed analisi estremamente interessanti, basati su numeri e fatti oggettivi, a cui seguivano pochi e ben circostanziati commenti, altrettanto dettagliati e puntuali.

        Da qualche mese, nonostante gli articoli pubblicati siano sempre improntati all’analisi dei fatti e supportati da numeri, leggo commenti “da bar”(o peggio da social network, senza nemmeno la necessità di mettere la faccia), scritti (a mio avviso) senza l’umiltà di chinare la testa sul foglio per capire e analizzare se quanto scritto possa essere argomentato con fatti o numeri diversi, magari attingendo ad Eurostat, bce, banca d’Italia o siti ufficiali dei ministeri (che costa tempo e fatica ovviamente)

        Mi dispiace molto vedere questo.

        • Asterix

          Dispiace anche a me leggere su un sito che dovrebbe parlare in modo oggettivo di economia (hanno inserito una bella rubrica sul fact checking utilizziamola) articoli che sembrano scritti da chi non ha digerito la sconfitta elettorale, nei quali ci si limita proporre soluzioni ideologiche senza citare dati statistici a supporto della bontà delle politiche proposte.
          Vorrei capire quali sono le misure “espansive” secondo il Prof. Daveri, che il Governo italiano può adottare al di fuori delle procedure di approvazione della Legge di Bilancio (soggette al controllo UE). I passati Governi hanno emanato provvedimenti di spesa a favore di alcuni soggetti al di fuori dalla Legge di Bilancio perché finanziati da incrementi del prelievo verso altri(in sostanza non si trattava di risorse aggiuntive per gli investimenti, ma di una mera redistribuzione di spesa). Questo Governo ha deciso di rinviare tali scelte nella Legge di Bilancio anche perché il mercato finanziario è attualmente isterico e qualsiasi passo falso sarebbe punito. Parliamo della “umiltà” di chi si rifiuta di fare un serio confronto tra i risultati dichiarati e quelli reali in termini di occupazione, pil e debito pubblico dalle politiche adottate dai passati Governi, e continua a parlare di differenza tra percepito e realtà.,,

      • Asterix

        Quelli che hanno parlato sono i ministri politici. I soggetti che scriveranno le norme sono altri in primis il ministro Tria, poi collaboreranno gli altri economisti in zona lega e quelli che avevano formato il governo proposto dai 5stelle. Ripeto il fatto di non aver pagato “marchette” nei primi 100 giorni mi sembra un segnale di serietà. Posto che lo spread è incontrollabile per il singolo Paese senza un aiuti della BCE. Il governo Renzi beneficiava di un spread favorevole grazie a Draghi ed al QE. Le persone oneste intellettualmente lo sanno.. gli altri fanno propaganda politica.,

        • francesco daveri

          Cao Asterix, lei sarà anche uno che non può scrivere in forza di chissà quale incarico ricopre. in ogni caso scrivere con uno pseudonimo rimane una cosa vigliacca. rimane che lei non conosce l’abc della politica economica. evidentemente. io non mi riferisco a misure espansive da adottare subito: ci sono i tempi per farlo e – non ci crederà – perfino io riesco a capire che non si può fare tutto e subito. ma indicare un quadro coerente di quello che si sta per fare si poteva e si può, se uno lo vuole fare, anche dopo un mese e anche se c’è di mezzo agosto (ah, lo sa che nel privato quando uno trova un lavoro d’estate non si prende subito un mese di vacanza in agosto?). in ogni caso abbiamo invece avuto un giorno le interviste sagge di Tria e il giorno dopo frasi in libertà di questo o quel vice premier, forti dei loro voti (o forse schiavi delle loro promesse elettorali impossibili da mantenere). E così lo spread è salito, in Italia molto più che negli altri paesi €-mediterranei alla faccia del “è tutta colpa della Bce” e simili amenità.

          • Asterix

            Caro Daveri Lei la prende troppo sul personale.
            Con i passati governi abbiamo fatto tutte le politiche sull’offerta possibile. Abbiamo:
            – ridotto il cuneo fiscale e contributivo sul lavoro dipendente a tempo indeterminato (abbiamo levato il costo del lavoro dall’IRAP e ridotto gli oneri contributivi sulle nuove assunzioni)
            – eliminato l’art. 18 per evitare remore alle assunzione dei giovani;
            – agevolato gli investimenti in beni strumentali rimborsando una parte dei costi sostenuti dalle imprese (iper e super);
            – creato crediti di imposta su ogni qualunque spesa sostenuta dall’impresa;
            – ridotto la tassazione sulle imprese al 24%.
            Risultati ottenuti? Una crescita del pil dell’1%, disoccupazione che resta stabile a doppia cifra e debito pubblico in crescita inarrestabile.
            Direi che l’acqua al cavallo l’abbiamo data, ma se non beve forse dovremmo pensare a qualcosa altro (tipo puntare sulla domanda interna) soprattutto se il modello export va in malora con i dazi di Trump. Sia il RC che la FT sono misure per far crescere la domanda interna, si può non condividerle, ma tentativo per tentativo le proviamo tutte per far ripartire l’Italia. Altrimenti abbiamo una bella Troika che non vede l’ora di farci fare la fine della Grecia, ma immagino che una buona fetta della classe dirigente di questo Paese abbia già trattato per salvaguardare le proprie rendite. La crisi in Grecia l’hanno pagata i lavoratori pubblici e privati non gli armatori greci che finanziavano i vecchi partiti

    • Pietro Giandomenico

      Lavorare in silenzio? Mi pare tutt’altro, Di Maio e Salvini governano per slogan, le uniche cose che fanno sono bloccare porti, aumentare la libertà di possedere armi per i privati, entrare in conflitto con Regione Liguria e Comune di Genova per ricostruire un ponte, accompagnare l’ILVA verso la proprietà di Arcelor-Mittal lasciando praticamente intatta la gara di aggiudicazione.
      Di Maio e Salvini stanno scherzando col fuoco. Certo, con l’appoggio del 50-60% degli italiani, che non hanno mai brillato però di cultura politica, anche visti i governi degli ultimi vent’anni.

  4. Massimo GIANNINI

    “L’ansia da prestazioni” di taluni è sorprendente…Dopo 60gg cominciavano a reclamare. E ora che si è aggiunto Agosto, noto mese lavorativo per tutti già parlano di 100gg. Mica ora si vorranno anche attribuire gli indici al ribasso riportati dall’autore alle politiche di questo governo?

    • francesco daveri

      Caro Giannini, lei legge cose che NON trova scritte nel mio articolo. Provi a rileggerlo con più attenzione, lasciando il tifo da parte. Quella di valutare i primi 100 giorni di un governo è una prassi in uso, non l’ho inventata io. Nell’articolo, senza attribuire il rallentamento al governo in carica, mostro i dati sul Pmi di Markit che indicano la previsione del rallentamento in essere già dai primi mesi dell’anno. Di fronte a un rallentamento, un governo – di ogni colore – si dovrebbe mettere pragmaticamente a capire cosa può fare per aiutare l’economia in una simile circostanza e nel quadro esistente che – come sanno le persone honeste di buonsenso e di buona volontà – offre margini risicati. Invece stavolta avevamo il Governo del Cambiamento che ha colpevolmente privilegiato le parole ai fatti.

      • Massimo GIANNINI

        Daveri guardi che quello di parte è lei che pretende cose dopo 100gg di cui un mese estivo…Le ricordo che una legislatura dura normalmente 5 anni ! E’ lei che ora scrive che il governo ha “colpevolmente privilegiato le parole ai fatti”.

        • francesco daveri

          Ribadisco che chiedersi cosa ha fatto un governo nei suoi primi 100 giorni è una prassi. lei non ha letto o non ha capito quello che scrivo nel mio pezzo. pazienza.

        • Pietro Giandomenico

          Anche in questo contesto, come in tutti gli altri, i tifosi (perché tali sono) di M5S e Salvini non fanno mai tesoro di critiche e appunti che vengono avanzate a un governo che oggettivamente ha fatto praticamente nulla in questi 100 giorni.
          Dare colpa al “periodo estivo” poi è davvero ridicolo per gente che ha sempre fatto vanto di essere indefessi lavoratori, politicamente parlando, criticando i periodi di inattività del parlamento come un privilegio della casta politica.
          Cercate piuttosto di entrare nel merito delle questioni, confutate le critiche che vi vengono fatte, puntate meno il dito contro i governi precedenti, il benaltrismo mettetelo da parte.

        • Virginio Zaffaroni

          Appunto. 100 giorni spesi a fare propaganda e a lanciare parole pericolose potevano essere spesi in fatti e parole tendenti a rassicurare i creditori. Non solo non è andata così ma si è fatto il contrario in un clima di irresponsabilità inquietante.

  5. Claudio

    La Flat Tax è una misura rigorosamente a favore dei redditi alti, il Reddito di Cittadinanza – come pure il Reddito d’Inclusione del PD – è una misura demagogica e inconcludente perché perpetua il ciclo aiutandolo a mantenersi. Ambedue sono figlie di una visione del mondo che si basa essenzialmente sulle politiche della Scuola di Chicago (Milton Friedman, per capirci, l’amico di Kissinger e di Pinochet), quelle del monetarismo, dell’austerità, del trickle down, della curva di Laffer, dell’elemosina che illude ma non conclude, quelle del libero mercato che tutto risolve – uccellacci neri, predicatori indispensabili per rifondare le condizioni per il risorgere del fascismo, dell’Uomo forte, dei Reagan, dei Bush, dei Trump e – si parva licet – dei Berlusconi, dei Renzi, dei Salvini…

    Ma l’opposizione dov’è? Se ci fosse – cioè NON quella inesistente ma, in compenso, litigiosa sinistra, autodissoltasi (appunto) in Italia e non solo – bisognerebbe che cominciasse finalmente a (ri?)leggere Marx, Keynes e Sraffa. E’ wishful thinking, mi rendo conto, perché mi sembra piuttosto una congrega di “cretini cognitivi”, per dirla alla Francesco Merlo). Capirebbe, se comprendesse i testi, che la via d’uscita sta nella scelta politica di tutta una serie di politiche anticicliche, il diametralmente opposto delle politiche della destra neoliberista, sostenute da una vita ormai dagli ex tutto, solo per farsi accettare nei salotti buoni del Lumpenkapitalismus italico.

    Pio desiderio, dicevo.

  6. Michele

    Il punto vero è che l’economia italiana cresce meno dei suoi peers (o decresce di più a seconda delle congiunture) da almeno 20 anni. Per sistemare problemi di tale portata occorre fare una piccola cosa nella giusta direzione tutti i giorni per almeno 10 anni. I provvedimenti confusamente annunciati (pace fiscale e ampliamento del forfettario) (e auspicati pure in questo articolo!) sono come curare ebola con l’aspirina, anzi sono pure profondamente iniqui e dannosi. Un passo deciso verso il caos. Pur con tutti i limiti invece il Decreto Dignità è solo un primo passo nella direzione giusta: contrastare l’ideologia che un lavoro disgraziato sia meglio di nulla, anticamera del peggio senza limiti. Certamente dell’euro e dell’europa NON se ne può fare a meno. Anzi sono come la manna per l’Italia. Abbiamo bisogno di molta più Europa. Occorre solo copiare da chi ha saputo fare meglio: Germania innanzitutto.

  7. Francesco

    Vorrei ricordare a qualcuno che 100 giorni sono una enormità rispetto ai 20 minuti che sarebbero serviti a Di Maio per approvare un decreto di 9 pagine al 1° Consiglio dei Ministri utile che avrebbe tagliato 30 miliardi di sprechi ….. Possibile che anche in questo sito c’è gente che proprio non riesce a capire che reddito di cittadinanza + flax tax + abolizione Fornero non si avranno neanche fra 100 anni perchè sono riforme che tutte insieme non potranno mai stare in piedi????

  8. Piersergio

    Veniamo da un lungo periodo in cui la politica ha guardato solo i propri interessi e le proprie poltrone senza pensare al paese. Basta guardare la burocrazia, i tempi della giustizia il debito pubblico. Di fronte a 30 anni di mancata programmazione, lungimiranza, con stretti vincoli europee e con il debito che abbiamo di grazia cosa si potrebbe fare in 100 gg.?
    Con lo sfacelo che abbiamo sarebbe corretto ragionare nei termini di almeno due legislature. Subito agire sulle riforme a costo zero giustizia e burocrazia, poi fisco, Fornero (che raccontatemi quel che volete toglie lavoro ai giovani e lascia nelle aziende persone stanche e demotivate) e investimenti pubblici mirati.

  9. Asterix

    Vorrei segnalare una ulteriore dimostrazione della differenza tra una critica ideologica e una critica nel merito. L’attuale Governo propone l’introduzione del reddito di cittadinanza, che nella proposta di legge è un reddito minimo (vincolato all’accettazione da parte dei destinatari di precise condizioni e sulla base dell’ISEE). Da molte parti è stato criticato come misura per i nullafacenti e gli evasori , un unicum in Europa, che in Italia esiste già il REI contro la povertà. Poi la Corte dei Conti nell’audizione sul DEF 2018 effettua un confronto tra le misure di contrasto alla povertà esistenti in Europa e conferma che misure analoghe al reddito di cittadinanza esistono in altre Paese e si aggirano tra i 400 (Ger) ed i 524 (Fra). Dimostrando che il REI a 187 euro (o bonus renzi) è uno spreco di risorse pubbliche valido solo ai fini elettorali perché non costituisce un reale sostegno alla povertà (187 euro al mese corrisponde a 6 euro al giorno). La Francia di Macron sta infatti proponendo di innalzare il reddito minimo attualmente fissato a 524 euro al mese. Una critica seria non dovrebbe attaccare il reddito di cittadinanza affermando che costituisce una misura assurda (chi lo dice ai tedeschi che adottano l’Hartz IV dal 2003?), ma segnalare piuttosto che l’importo di 780 euro è troppo elevato (e forse 400-450 euro sarebbe una buona base allineandoci alla Germania) e che il RC dovrebbe essere alternativo alla NASPI.

  10. Gustavo De Pas

    L’articolo del prof. Daveri è ineccepibile, le argomentazioni di Asterix, chiunque si celi vigliaccamente dietro quel nickname, sono quantomeno risibili. D’altro canto basta assistere alle imbarazzanti interviste rilasciate dai vari ministri, sottosegretari e rappresentanti vari del governo per rendersi conto, senz’ombra di dubbio alcuno, della loro inadeguatezza, impreparazione, incompetenza e, spesso, vera e propria ignoranza. E’ pur vero che, come viene spesso fatto notare, questa gente non è stata improvvisamente catapultata da Marte, ma ce la siamo votata noi italiani. Ad ognuno, dunque, ciò che si merita!

    • Asterix

      Lei Dottor De Pas ha perfettamente ragione. Dopo i risultati dei Governi precedenti fatti da persone competenti e preparati (esplosione del debito pubblico per ottenere una crescita dell’1% del PIL, contratti capestro firmati con i concessionari privati o con le banche sui derivati di copertura dei titoli di stato, accordi con l’Europa per la gestione dei flussi migratori, la tassazione sulle persone fisiche più alta d’Europa, ecc..) gli Italiani avranno pensato che potevamo pure avere anche degli incompetenti al Governo.
      Senza tralasciare la PERLA degli atti compiuti dai Governi competenti e capaci che abbiamo avuto in questi anni … aver siglato un accordo con l’Europa dove si stabiliva come vincolo del debito pubblico il 60% rispetto al PIL quando si stava già sopra il 100% (quindi impegnandosi a ridurre del 40% il proprio debito pubblico).. Follia pura che anche con una crescita cinese del PIL intorno al 5% sarebbe difficilmente realizzabile…e che oggi si traduce nel graduale smantellamento del welfare pubblico.

    • Gustavo De Pas

      Gentili colleghi lettori, premesso che mi parrebbe più fair firmarci tutti con nome e cognome, trovo davvero inutile continuare ad alimentare le varie partigianerie
      e a disquisire, non sempre, peraltro, con la dovuta competenza e la necessaria informazione sui fatti “veri” e non su quelli che ci sono stati via via ammanniti,
      sull’operato dei passati governi. Siamo hic et nunc, guardiamo al presente e al futuro, non a ciò che è stato. Ora, anche se mi auguro di essere troppo
      pessimista, temo tuttavia che, sic stantibus rebus (ovvero, continuando a farci governare dall’attuale coalizione gialloverde), il futuro che ci si prospetta e, soprattutto, che si prospetta alle giovani generazioni (io sono ormai un nonno), mi pare alquanto
      incerto sotto ogni profilo, democratico, economico, sociale. Leggo, oggi, che il signor Di Maio intende lanciare la sfida al signor Salvini etentare la conquista
      degli elettori del Nord. Dice, stando a quanto riportato, di avere già prontoun cospicuo pacchetto di agevolazioni per le piccole imprese, da sempre terreno di caccia della Le.
      Ci troviamo di fronte all’ennesima, costosa, irrealizzabile promessa elettorale? Qualcuno vuole gentilmente spiegare a questa gente che non sta giocando
      a Monopoli, che i miliardi di cui discettano sono soldi veri, che le pedine che muovono con tanta disinvoltura non sono di plastica o legno, ma di carne ed ossa.

  11. Stefano A.

    Caro De Pas Lei ha ragione. Gli italiani si sono meritato questi incompetenti come i tanti governi competenti precedenti.. i governi tecnici che siglano contratti capestro per lo Stato con le banche per i derivati di copertura dei titoli di stato o per le concessioni ai privati di beni demaniali ed infrastrutture, oppure gli accordi truffa con l’Unione europea per gestire migranti, la tassazione Irpef più alta d’Europa, ecc…. Quante perle ci hanno regalato governi fatti da competenti, tecnici ( il tunnel del CERN che unisce la Svizzera all’italia, i ministri dell’istruzioni neanche diplomati, ecc..). Per finire la perla più grande ..siglare un accordo per l’Europa vincolandosi a rispettare il rapporto debito/pil al 60% quando tu già veleggiavi sul 110%. Parametri che non avresti potuto rispettare neanche con tassi di crescita cinesi e che oggi ti costringono a chiudere la sanità pubblica ed andare in pensione quasi a 70 anni (ops però i giovani non trovano lavoro). Grazie preferisco gli inesperti…

    • Savino

      Si sono meritati anche i Governi che 30-35 anni fa coprivano le spese clientelari con il debito pubblico e, oggi, dopo tanto indignarsi per i sacrifici che quelle sciagurate scelte comportavano, si meritano pure Di Maio che dice
      “copriamo il reddito di cittadinanza col debito pubblivo”.
      Bravi italiani, per cui la crscita economica è solo avere un colpo di fortuna.

    • Francesco

      … ancora con questa storia dell’aver accettato il 60% quando si era già al 100% e oltre ….
      Evidentemente qualcuno non ricorda (rileggetevi gli articoli dell’epoca) che eravamo noi “col cappello in mano “che scungiuravamo di entrare in zona euro a qualunque costo per sfruttare i bassi tassi d’interesse che si sarebbero profilati e che ci avrebbero dato un po’ di respiro (avendo un grosso debito pubblico) e tempo per consentirci di mettere a posto il paese. Se poi il Berlusconi (e la Lega non dimentichiamolo) dal 2000 al 2005 ha distrutto gli avanzi primari che avevamo regalando mancette a destra e sinistra, scassando definitivamente il paese … la colpa di chi è? Dell’Europa dei poteri forti, dei Monti chiamati a curare un moribondo, del PD, di Renzi, delle scie chimiche, ecc., ecc.? Ma per favore!!!! Queste politiche populiste del “cambiamento” lasciamole fare in America Latina …. dove i risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti!!!!!!

      • Stefano Arciboldi

        In realtà come ammise l’ex viceministro Vincenzo Visco in un articolo su Nens anni fa l’Italia aveva una alternativa all’ingresso dell’Euro per ridurre gli interessi sul debito. Introdurre una patrimoniale per abbattere il debito pubblico ma siccome era impopolare (populisti?) e poi l’avrebbe pagata chi il patrimonio lo aveva…si decise che era meglio sfruttare l’euro per ridurre gli interessi. Premesso che poi tante mini Patrimoniali in questi anni le abbiamo comunque introdotte per restare nell’euro, abbiamo rinunciato all’arma del cambio per avere un beneficio temporaneo finito nel 2008. Peraltro grazie ai contratti sui derivati dei titoli pubblici stipulati dai competenti governi precedenti una parte del risparmio ricavato dallo Stato ai tassi di interesse lo abbiamo regalato
        alle banche (che per gratitudine hanno sempre offerto posti d’oro ai nostri ex ministri dell’economia a fine carriera).
        Nel 1999 si scelse di scaricare sui cittadini (con le svalutazioni dei salari obbligatorie per mantenere la competitività) il risanamento del Paese invece che farlo pagare alla classe benestante. Oggi il voto popolare ci presenta il conto di tali scelte…

  12. Gustavo De Pas

    Gentili colleghi lettori, premesso che sarebbe più fair, quantomeno all’interno dello spazio gentilmente concessoci da La Voce per esprimere le nostre opinioni, firmarci tutti con nome e cognome, trovo davvero poco utile continuare ad alimentare le varie partigianerie e disquisire,con maggiore o minore competenza sull’operato dei passati governi. Siamo hic et nunc, ciò che è stato è stato, guardiamo al futuro. Spero di essere pessimista, ma il futuro che vedo davanti a noi e, soprattutto, davanti alle giovani generazioni (io sono ormai un nonno, uno di quei privilegiati che la pensione ancora la prendono), affidato nelle mani di questi pessimi epigoni delle teorie di Schumpeter in salsa populista, nazionalista o sovranista che dir si voglia (il professor Daveri mi vorrà perdonare questa semplificazione da ignorante della materia), non mi pare un futuro così roseo. L’inesperienza, ed io aggiungerei anche l’incompetenza, elevate a virtù, la presunta (e ancora tutta da dimostrare) incontestabile onestà, il voto popolare che ti pone al di sopra di ogni giudizio e ti rende, addirittura, legibus solutus, solo per citare alcune delle caratteristiche, non da me indicate, ma da chi attualmente ci governa, orgogliosamente rivendicate. E’ a questa gente che vogliamo affidare il nostro futuro? Io no!

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