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L’Europa al bivio. Il voto per il rinnovo del Parlamento Ue

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A che punto siamo col federalismo differenziato

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Il Punto

  1. Henri Schmit

    Nessuna sorpresa per la composizione del PE! PPE e PSE perdono la maggioranza, ma 5 su 7 deputati saranno europeisti, includendo ALDE e vari Verdi. Quale sarà la riforma dell’UE o semplicemente l’UE dei prossimi due a cinque anni? Non sarà la composizione del PE a determinarla, ma le posizioni dei singoli governi, naturalmente influenzati ciascuno dal voto europeo a casa sua. Quindi abbiamo votato sostanzialmente per le politiche nazionali! Meglio capirlo e dirlo chiaramente. Nel Consiglio (europeo e dell’UE) ci sarà un nuovo equilibrio su posizioni più responsabili al livello nazionale (più sovrane, non sovraniste) e un monitoraggio più severo delle regole comuni (in particolare in materia di finanza pubblica) come condizione di successo di nuove politiche comuni e di approfondimento di quelle esistenti. Quella della Lega sarà in Europa una vittoria di Pirro perché le posizioni del governo italiano (molto più continue da Berlusconi attraverso Renzi fino all’attuale maggioranza di quanto i benpensanti ammettono) saranno più isolate che mai: ovunque si sta affermando la sovranità nazionale, ma nel senso positivo della parola, e il presidente francese rinnegherà la fede in una maggiore solidarietà europea unilaterale (tutta a vantaggio dell’Italia) professata un po’ ingenuamente all’inizio del suo mandato. Il nodo delle finanze pubbliche italiane sarà il tema dell’eurozona e costerà carissimo ai contribuenti italiani. Chi dopo l’attuale governo risanirà l’economia italiana?

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