L’Italia ha conquistato molti successi ai giochi olimpici appena conclusi, spesso accompagnati da toni trionfalistici, anche a causa del record nel numero assoluto di medaglie ottenute. Ma si tratta davvero della migliore edizione di sempre? Un’analisi considerando un medagliere ponderato.
Tra il 1948 e oggi alcuni eventi di tipo geo-politico hanno caratterizzato in maniera significativa la presenza di diversi Paesi alle Olimpiadi. In particolare, i due boicottaggi del 1980 (Mosca) e del 1984 (Los Angeles) e la partecipazione della Cina dal 1984 in poi. Inoltre, dopo la fine della Guerra Fredda (1992), l’Unione Sovietica venne progressivamente sostituita dai singoli Stati nazionali mentre le due Germanie si presentarono unite.
L’Italia alle Olimpiadi
L’evento olimpico viene usualmente descritto, in termini di performance di ogni singolo Paese, attraverso uno strumento, il “medagliere”, che classifica i Paesi in relazione al numero di medaglie d’oro vinte, successivamente al numero degli argenti e infine al numero dei bronzi (gli Stati Uniti generalmente considerano il numero di medaglie complessive).
Un primo elemento per l’analisi dei dati italiani è quindi quello di confrontare il numero delle medaglie d’oro (o delle medaglie complessive) conquistate nel corso del tempo. Tale metodo viene spesso impiegato anche a supporto delle dichiarazioni di esponenti del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (Coni), come accaduto per Pechino 2008, Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016.
Tokyo 2020 si è conclusa per l’Italia con 10 medaglie d’oro e 40 medaglie complessive. A Los Angeles (1984) gli ori erano stati 14; a Roma, Atlanta e Sidney gli ori erano stati 13; furono 10 a Tokyo (1964) e ad Atene. In termini complessivi, sono state superate le 30 medaglie a Roma (36), Los Angeles (32), Atlanta (35), Sidney (34) ed Atene (32).
Una valutazione simile, tuttavia, è soltanto parziale perché negli anni sono aumentate sia le discipline olimpiche che il numero di specialità presenti per alcune di esse. Appare quindi più opportuno valutare le prestazioni nel tempo prendendo come riferimento il peso dell’Italia rispetto al numero di medaglie assegnate in ciascuna olimpiade.
A Roma 1960, l’8,6 per cento delle medaglie d’oro e il 7,8 per cento delle medaglie complessive sono state vinte da atleti italiani. I risultati di Tokyo 2020 sono stati peggiori, in termini di ori, anche rispetto ad altre nove edizioni olimpiche. In termini di medaglie complessive, Tokyo 2020 si colloca all’ottavo posto tra le olimpiadi dal 1948 in poi.
Successivamente, è stato condotto un ulteriore affinamento dell’analisi precedente assegnando un valore numerico differente per oro, argento e bronzo. Attraverso la somma dei tre addendi si è ottenuto un punteggio complessivo per ciascuna edizione che è poi stato confrontato con il punteggio totale di ogni singola edizione. Al punteggio base: oro (5 punti), argento (3) e bronzo (1), è stata poi affiancata un’analisi di sensitività a due passaggi con valori unitari differenti. Adottando un simile sistema di punteggi, Tokyo 2020 si colloca al decimo posto tra le prestazioni del secondo dopoguerra.
Non è secondario, inoltre, tenere conto del numero dei Paesi partecipanti, che può influire, specie in alcune discipline, sui risultati complessivi. In generale, tanto maggiore sarà il numero dei Paesi, quanto più difficile (almeno in teoria) sarà conquistare una medaglia. Da Sidney, il numero dei Paesi partecipanti è stato uguale o maggiore alle 200 unità (erano 83 a Roma). Una valutazione che tenga conto sia del numero degli ori vinti che del numero delle Nazioni partecipanti colloca Tokyo 2020 al sesto posto tra i risultati dell’Italia (Atlanta è al primo posto).
L’Italia a Tokyo 2020
La Tabella 1 mostra il medagliere di Tokyo 2020 per i primi dieci paesi classificati, unitamente ad alcuni dati socio-economici.
Complessivamente i primi 30 Paesi classificati rappresentato il 39 per cento del totale mondiale in termini di popolazione ed il 78 per cento in termini di Pil. Sei Paesi del G7 appartengono alle prime dicei posizioni in classifica (il Canada è undicesimo), mentre 12 Paesi del G20 appartengono alla Top 30.
Vale la pena considerare che, qualora si prenda come variabile il numero di medaglie per milione di abitanti, la classifica cambia radicalmente, con la Nuova Zelanda al primo posto seguita da Giamaica e Paesi Bassi.
Il risultato dei primi 30 Paesi medagliati, se misurato attraverso una media pesata che computi il numero di medaglie ed il Pil pro capite 2020, mostra un valore medio di circa 35.000$, rispetto agli 11.000$ della media mondiale. Tale dato evidenzia come la vittoria di medaglie alle Olimpiadi continui ad essere una questione che attiene alla “ricchezza” di un Paese molto più che alla sua popolazione.
Va inoltre considerato che il Paese ospitante gode di un beneficio in termini di medaglie vinte. Da un’analisi condotta a partire da Seul 1988 – prendendo a riferimento le Olimpiadi precedenti e successive – si evince come la squadra di casa aumenti mediamente gli ori del 64 per cento e le medaglie complessive del 32 per cento mentre diminuisca del 29 per cento gli ori (-21 per cento le medaglie totali) nelle Olimpiadi successive.
Un’olimpiade di successi, ma non la migliore per l’Italia
I toni, spesso trionfalistici, che accompagnano l’Italia a ciascuna Olimpiade, se possono apparire giustificati in relazione al singolo evento agonistico, non lo sono quasi mai rispetto all’analisi riepilogativa della spedizione. Talvolta, se è funzionale a suffragare una particolare tesi, viene adattata la massima orwelliana “tutti gli ori sono uguali ma alcuni ori sono più uguali degli altri”. Tale assunto si presta tuttavia ad un elevato tasso di arbitrarietà. Il CIO, nel 2013, ha proposto una graduatoria in sette fasce basata sulla “popolarità” di ciascuno sport (utilizzando allo scopo diversi indicatori). Nella categoria principale compaiono l’atletica (fino ad allora l’unica disciplina di prima fascia), gli sport acquatici e la ginnastica.
La performance dell’Italia a Tokyo 2020, anche se sono state complessivamente vinte il numero maggiore di medaglie della storia olimpica (40), può essere inquadrata in un contesto che non si discosta troppo da valori medi riscontrabili nell’arco temporale esaminato (diciannove edizioni delle Olimpiadi). Se è pur vero che possono essere esaminati una molteplicità di fattori (che determinano graduatorie differenti), a seconda del parametro considerato in questo articolo, l’ultima Olimpiade si colloca in un range compreso tra il sesto e l’undicesimo posto dal 1948 ad oggi (al quattordicesimo se si considera la posizione assoluta occupata in ciascun medagliere).
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Carlo Fusaro
Osservazioni: a) sarebbe stato utile, secondo me, usare un ulteriore parametro, più rilevante dello stesso numero di delegazioni partecipanti: il numero di partecipanti (dati i requisiti richiesti il numero di partecipanti è un indice della competitività dell’Olimpiade: in questo senso anche se siamo oltre le 200 delegazioni da varie olimpiadi e oltre 10.000 partecipanti da Atlanta, i 11.300 partecipanti di Tokyo sono più di quelli di tutte le altre); b) questo dato dovrebbe poi essere a sua volta combinato col numero di medaglie messe in palio (circa 1.000: in pratica a Tokyo2020 era in palio una medaglia ogni 11.2 partecipanti; c) questo consentirebbe un buon (migliore?) raffronto anche retrospettivo del successo di una “spedizione olimpica” (si vedrebbe che l’Italia ha avuto rispetto alla delegazione che ha inviato più successi della media: il che non sorprende però per ragioni varie: reddito, organizzazione, discipline storiche etc.). Non condivido poi assolutamente l’attribuzione di peso alle medaglie (arbitraria). Almeno fin quando si tratta di valutare le prestazioni complessive di una delegazione olimpica. Lì davvero vale solo il dato di tutte (oro, argento, bronzo): di più, sarebbe forse da considerare il numero dei finalisti (anche se ciò comporterebbe qualche difficoltà nella misura dell’apporto di diverse discipline). Infine si nota che sia rispetto alla popolazione sia rispetto al reddito l’Italia ha avuto risultati assai incoraggianti essendo dietro a paesi tutti con reddito pro capite superiore (tranne Cina e Russia) e popolazione (tranne Olanda ed Australia: che emergono davvero per qualità di partecipazione). Emerge certo anche il Regno Unito, ma ha sia reddito sia popolazione superiori ai nostri (ma successi ancora più rilevanti con 65 medaglie contro 40).
Luca Antonellini
La ringrazio per le osservazioni che costituiscono certamente un utile contributo per ulteriori approfondimenti. Ciò conferma inoltre quanto da me affermato che esistono una pluralità di possibili indicatori che possono determinare differenti graduatorie.
Nel merito: a) l’indicatore del numero dei partecipanti è sicuramente utilizzabile. Tuttavia può essere fortemente influenzato dal numero degli sport di squadra presenti in una Olimpiade (oltre che, primariamente, dal numero assoluto degli sport e delle discipline che si riflettono direttamente sul numero di medaglie assegnate). Solo per fare un esempio: ad Atlanta non erano presenti il rugby 7×7 nè la pallanuoto femminile. A Tokyo 2020, la partecipazione a queste tre competizioni ha comportato la presenza complessiva di 418 atleti (+ le riserve).
b) il peso delle medaglie. Certamente è arbitrario. Per questo al caso base (5-3-1) ho affiancato una analisi di sensitività con valori diversi: 10-5-1; 3-2-1. I risultati mostrano variazioni medie inferiori al 1%. Il CONI stesso, nell’assegnare i premi in denaro, sembrerebbe “sposare” i valori del caso base (180.000 euro all’oro, 90.000 all’argento, 30.000 al bronzo). Qualcuno ha provato ad assegnare punteggi ai primi 8 classificati (https://www.thesportsexaminer.com/tokyo-2020-sunday-review-u-s-wins-the-medal-counts-kipchoge-serene-as-marathon-repeater/). In tale caso l’Italia si collocherebbe al 8° posto del medagliere di Tokyo. Grazie ancora. Cordiali saluti.
Mahmoud
Grazie per questo importante articolo che sigilla impressioni di buon senso già presenti in chi un minimo si intende di competizioni sportive
Giorgio Bianconi
Le analisi sono sicuramente molto appropriate ed interessanti ; esse pero‘ non considerano il valore „emozionale“ delle discipline in cui vengono vinte delle medaglie
Credo che sia fuor di dubbio che il „ valore“ di medaglie nei 100 mt e nella staffetta così come nel salto in alto abbiano un risalto enorme al di là delle valutazioni statistiche
Con ciò‘ non voglio diminuire gli obbiettivi raggiunti nelle altre discipline
michele
Bell’articolo, io aggiungerei un parametro: soldi investiti/medaglie vinte.
Facciamo un esempio pratico, il calcio che da così tante soddisfazioni quanto cosa? quanto investiamo? altri sport con investimenti davvero ridicoli danno molto più ritorno, faccio un esempio su tutti: la scherma porta tantissime medaglie ma viene finanziato solo con le briciole… quindi, forse, non siamo poi così bravi a giocare a calcio!
mahmood
Il calcio in Italia ha investimenti pubblici negativi, sostiene anzi gran parte del sistema sportivo e praticamente tutte le altre discipline fra trasferimenti indiretti (tassazione complessiva) e diretti. L’Italia vince moderatamente in questo sport a livello internazionale poiché anche in quasi ogni altro Paese del mondo la situazione è la medesima.
Alessandro Agostini
Era tempo che qualcuno sottolineasse che la nostra Italia aveva fatto di meglio
Mirko Zanette
Anch’io mi ero stilato una personale classifica ricalcolata, per cui mi ha fatto molto piacere vedere che non sono l’unico che ragiona in termini relativi, ed anzi trova molto ingiusto portare in palmo di mano nazioni che magari vincono si tanto, ma magari semplicemente sono molto popolose. Trovo sbagliato invece inserire il PIL nelle ponderazioni, se lo scopo è calcolare solo l’efficienza sportiva di una nazione, senza farsi traviare dai diversi “perchè”.
Ho cercato di correggere il dato della popolazione partendo dall’assunto intuitivo che le medaglie non sono linearmente proporzionali alla popolazione, ed anche il numero di medaglie lo ho artificialmente pompato per attribuire maggior importanza a chi è riuscito a coglierne di più, visto che questa informazione conferisce robustezza all’indice risultante; ad esempio questo serve a correggere il dato di san marino, che altrimenti sarebbero risultati in cima ad ogni possibile classifica, con le sue 3 medaglie e 30mila abitanti, manche bahamas o tonga.
Questa la mia classifica:
Australia 17 7 22 46 2,62%
Nuova Zelanda 7 6 7 20 2,49%
Paesi Bassi 10 12 14 36 2,36%
Gran Bretagna 22 21 22 65 1,85%
Ungheria 6 7 7 20 1,63%
Cuba 7 3 5 15 1,21%
Giamaica 4 1 4 9 1,12%
Giappone 27 14 17 58 1,03%
ROC 20 28 23 71 0,96%
Danimarca 3 4 4 11 0,92%
Stati Uniti 39 41 33 113 0,91%
Italia 10 10 20 40 0,88%
Svizzera 3 4 6 13 0,84%
Croazia 3 3 2 8 0,82%
Norvegia 4 2 2 8 0,82%
Georgia 2 5 1 8 0,77%
Rep. Ceca 4 4 3 11 0,74%
Francia 10 12 11 33 0,72%
Canada 7 6 11 24 0,70%
Slovenia 3 1 1 5 0,68%
Serbia 3 1 5 9 0,63%
Germania 10 11 16 37 0,62%
Svezia 3 6 0 9 0,61%
Bulgaria 3 1 2 6 0,46%
Corea del Sud 6 4 10 20 0,41%
Belgio 3 1 3 7 0,38%
Bahamas 2 0 0 2 0,35%
Polonia 4 5 5 14 0,34%
Taipei Cinese 2 4 6 12 0,33%
Spagna 3 8 6 17 0,32%
Qatar 2 0 1 3 0,31%
Bielorussia 1 3 3 7 0,30%
Irlanda 2 0 2 4 0,30%
Ucraina 1 6 12 19 0,29%
Kosovo 2 0 0 2 0,28%
Hong Kong 1 2 3 6 0,28%
Austria 1 1 5 7 0,27%
Slovacchia 1 2 1 4 0,23%
Azerbaigian 0 3 4 7 0,22%
Israele 2 0 2 4 0,21%
Grecia 2 1 1 4 0,21%
Armenia 0 2 2 4 0,19%
Kenya 4 4 2 10 0,19%
Figi 1 0 1 2 0,18%
Cina 38 32 18 88 0,18%
San Marino 0 1 2 3 0,18%
Estonia 1 0 1 2 0,17%
Lettonia 1 0 1 2 0,16%
Mongolia 0 1 3 4 0,15%
Portogallo 1 1 2 4 0,15%
Rep. Dominicana 0 3 2 5 0,14%
Bermuda 1 0 0 1 0,14%
Brasile 7 6 8 21 0,13%
Uzbekistan 3 0 2 5 0,12%
Kazakistan 0 0 8 8 0,12%
Ecuador 2 1 0 3 0,12%
Romania 1 3 0 4 0,11%
Turchia 2 2 9 13 0,11%
Kirghizistan 0 2 1 3 0,10%
Porto Rico 1 0 0 1 0,09%
Venezuela 1 3 0 4 0,08%
Tunisia 1 1 0 2 0,08%
Iran 3 2 2 7 0,08%
Uganda 2 1 1 4 0,06%
Colombia 0 4 1 5 0,05%
Bahrein 0 1 0 1 0,04%
Finlandia 0 0 2 2 0,04%
Macedonia del Nord 0 1 0 1 0,04%
Giordania 0 1 1 2 0,04%
Namibia 0 1 0 1 0,04%
Lituania 0 1 0 1 0,04%
Sudafrica 1 2 0 3 0,03%
Egitto 1 1 4 6 0,03%
Grenada 0 0 1 1 0,03%
Turkmenistan 0 1 0 1 0,02%
Filippine 1 2 1 4 0,02%
Botswana 0 0 1 1 0,02%
Moldavia 0 0 1 1 0,02%
Argentina 0 1 2 3 0,02%
Etiopia 1 1 2 4 0,02%
Marocco 1 0 0 1 0,02%
Kuwait 0 0 1 1 0,02%
Malaysia 0 1 1 2 0,02%
Thailandia 1 0 1 2 0,02%
Indonesia 1 1 3 5 0,01%
Messico 0 0 4 4 0,01%
Siria 0 0 1 1 0,01%
Arabia Saudita 0 1 0 1 0,01%
Burkina Faso 0 0 1 1 0,01%
Costa d’Avorio 0 0 1 1 0,01%
Ghana 0 0 1 1 0,00%
India 1 2 4 7 0,00%
Nigeria 0 1 1 2 0,00%
Carlo Cosmelli
Vorrei un chiarimento: nel grafico con le % delle medaglie vinte talvolta le % delle medaglie d’oro superano quelle totali, talvolta sono inferiori. Come mai? Mi sarei aspettato che il rapporto avesse sempre lo stesso verso.
Grazie, bell’articolo.
Luca Antonellini
La ringrazio per il complimento.
Nel merito della Sua richiesta, il grafico rappresenta il numero delle medaglie d’oro vinte dall’Italia sul totale delle medaglie d’oro assegnate nonchè il numero delle medaglie totali vinte dall’Italia rispetto alle medaglie totali assegnate. Il tutto per ciascuna edizione dei giochi olimpici. Per fare un esempio riguardante Tokyo 2020, l’Italia ha vinto 10 ori (il 2,94% dei 340 ori assegnati) e 40 medaglie totali (il 3,70% delle 1080 medaglie complessivamente assegnate).