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Dossier catasto

Introduzione

Silvia Giannini e Simone Pellegrino

In questo Dossier è raccolta buona parte degli articoli che lavoce ha dedicato al tema del catasto. Si tratta di un tema politicamente molto attuale, ma di cui si parla ormai da decenni. Si pensi, da ultimo, al fatto che in Commissione finanze della Camera dei Deputati, che sta discutendo il Disegno di legge delega sulla riforma fiscale, i due emendamenti soppressivi della revisione del catasto sono stati bocciati con una maggioranza solamente di un voto.

Vale dunque la pena riprendere i punti salienti che concorrono a rendere assolutamente necessaria la riforma del catasto, che, si sottolinea, è indipendente dalla riforma delle imposte che si basano sulle risultanze catastali. Preme sottolineare due aspetti. Il primo è che riformare il catasto non necessariamente implica un aggravio di imposta in questo comparto di imposizione; questa è una scelta politica, nel caso, successiva. Il secondo è che il nostro sistema catastale è nato per determinare e tassare le rendite, mentre oggi il nostro fisco è ispirato prevalentemente (più sulla carta che effettivamente) a tassare i valori patrimoniali o i trasferimenti di patrimoni, utilizzando come base di calcolo sempre le rendite catastali. Quest’ultima considerazione, da sola, dovrebbe essere sufficiente per richiedere un nuovo catasto aggiornato. Il timore diffuso è che le imposte applicate col nuovo catasto implichino univocamente un aumento di gettito. Poiché la quota di famiglie proprietarie dell’immobile di residenza è molto elevata (circa l’80 per cento), come lo è il numero di famiglie proprietarie di altri immobili (circa un terzo), e poiché mediamente le famiglie italiane tendono ad essere mediamente cash-poor e asset-rich, l’appoggio politico è difficile da ottenere. Ma si potrebbe ragionevolmente argomentare che, proprio perché le proprietà immobiliari sono così diffuse, il sistema catastale deve essere strutturato bene. Il suo impianto originario risale al 1939 e le rendite e i corrispondenti valori catastali non riflettono più da tempo l’evoluzione dei prezzi di mercato degli immobili. Che vi sia ancora resistenza ad una sua revisione, anche solo a fini statistici, non ha alcuna giustificazione logica.

Catasto: a chi conviene che resti com’è
Local Opportunities Lab e Tortuga
30/11/2021
La riforma del catasto mira ad assegnare agli immobili un valore patrimoniale in linea con i valori di mercato, con l’introduzione di meccanismi di adeguamento periodico. Non tutti sono d’accordo. Ecco chi ha interesse a mantenere le cose come stanno.

Quell’intoccabile catasto
Massimo Baldini, Silvia Giannini e Simone Pellegrino
17/09/2021
Appena si parla di riforma del catasto, si levano gli scudi. Si teme un aumento delle imposte sugli immobili, molto impopolare in un paese dove la maggioranza delle famiglie è proprietaria di casa. Ma la revisione è necessaria, per equità ed efficienza.

Il nodo che inceppa la riforma del catasto
Chiara Agnoletti, Chiara Bocci, Claudia Ferretti e Patrizia Lattarulo
03/07/2015
La riforma del catasto, invocata da anni, si è di nuovo fermata. Lo scoglio ora sembra essere la questione relativa all’invarianza di gettito. Come declinarla? Se il vincolo è a livello comunale, rimangono le disparità tra i territori. Se è a livello nazionale, sono penalizzati i piccoli comuni.

La riformetta fiscale
Tommaso Di Tanno
29/09/2015
Con l’approvazione degli ultimi cinque decreti attuativi si è concluso il lungo cammino della riforma fiscale. Ma possiamo dire che il sistema tributario è stato riformato? Per l’equità, pesa il mancato intervento sul catasto, mentre su certezza e semplificazione qualche miglioramento è arrivato.

Effetto nuovo catasto per le tasse sulla casa
Chiara Agnoletti, Chiara Bocci, Claudia Ferretti e Patrizia Lattarulo
14/03/2014
La revisione del catasto, contenuta nella delega fiscale, propone nuovi criteri per la definizione della rendita catastale. Le modifiche prospettate hanno importanti implicazioni sulla tassazione degli immobili, rendendo meno iniquo il sistema. Ecco come saranno rivalutate le rendite.

Se i comuni ignorano la riforma del catasto
Gilberto Muraro
11/02/2014
Positiva la riforma del catasto appena approvata, benché si prevedano cinque anni per il suo completamento. I comuni farebbero meglio ad accelerarne l’applicazione anziché spremere i contribuenti in base alle vecchie regole. Il caso di Roma e la valanga di ricorsi che renderà deludente il gettito.

Riforma del catasto, se cinque anni sembrano tanti
Jacopo Milena
31/07/2013
La riforma del catasto, per essere efficace, richiede almeno cinque anni. Ma non c’è alternativa: nel breve periodo non sono disponibili altri sistemi equi e congrui di determinazione delle basi imponibili per la tassazione immobiliare. Conviene dunque non sprecare altro tempo.

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  1. Giovanni Rossi

    Anche il Signor Draghi fà la sua brutta figura nel permettere ai soliti noti del centro destra e destra di piagnucolare parlando di aumento di tasse , quando ci si riferisce all’aggiornamento del catasto ! ; ovvio che con l’adeguamento dei valori catastali i proprietari delle case in affitto nei centri storici delle città più o meno ricche , che attualmente incassano ai prezzi alti di mercato, sarebbero costretti a pagare tasse realistiche e poichè sulle prime case non c’è IMU si capisce bene che il piagnisteo riguarda un affare che rende molto bene… in questo paese di arlecchini, l’equità sociale rimane una chimera e così in una società che paga i giovani a 4-5 euro l’ora i soliti saprofiti ingrassano senza vergogna il portafoglio ed il patrimonio

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