Il 7 ottobre è mancato Alex Cukierman, una figura di primo piano nell’economia monetaria. Il suo lavoro ha lasciato un segno indelebile sia nella letteratura accademica, sia sulla definizione e attuazione delle politiche di molte banche centrali.

Indipendenza della banca centrale

Con la scomparsa di Alex Cukierman, il 7 ottobre 2023, il mondo dell’economia monetaria ha perso uno dei suoi luminari. Nel corso degli ultimi cinquanta anni, i suoi contributi pionieristici hanno illuminato la nostra comprensione dell’organizzazione e dell’operato delle banche centrali, plasmando il discorso accademico e la formulazione delle politiche economiche.

I suoi lavori sull’indipendenza della banca centrale hanno rappresentato una pietra miliare nell’economia monetaria. È stato uno dei primi economisti a sostenere l’importanza non solo dell’indipendenza legale (de jure), ma anche di quella effettiva (de facto) nell’analisi delle determinanti della politica monetaria. La differenziazione è diventata cruciale per comprendere perché, nonostante avessero una indipendenza formale, alcune banche centrali non potessero resistere alle richieste dei politici.

Gli studi empirici di Cukierman hanno dimostrato una chiara relazione negativa tra l’indipendenza della banca centrale e il tasso di inflazione, suggerendo che quelle indipendenti sono meglio predisposte a contrastare le pressioni inflazionistiche. La sua ricerca è stata poi fondamentale per la diffusione delle riforme che, a partire dagli anni Novanta, hanno garantito una maggiore indipendenza alle banche centrali di gran parte dei paesi del mondo.

Credibilità e trasparenza delle banche centrali

Al centro delle ricerche di Cukierman sull’efficacia della politica monetaria non c’è stata solo l’indipendenza, ma anche la credibilità e la trasparenza delle banche centrali e delle loro politiche monetarie.

Partendo dall’assunto che le promesse relative a future decisioni di politica monetaria sono inefficaci se la banca centrale manca di credibilità, la sua ricerca ha fatto chiarezza su come mantenerla, se non addirittura aumentarla, riducendo così gli effetti economici negativi della disinflazione.

Il lavoro di Cukierman ha anche affermato l’idea che, una volta persa, la credibilità è difficile da riacquistare. È un aspetto della sua ricerca diventato particolarmente pertinente per le economie emergenti, che cercavano di stabilire una reputazione per una solida politica monetaria dopo periodi di iperinflazione.

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In un momento in cui la trasparenza era considerata una virtù assoluta delle banche centrali, i suoi lavori hanno contribuito a introdurre una prospettiva più sfumata. Pur riconoscendo i benefici di decisioni trasparenti, ha richiamato l’attenzione sui possibili limiti: troppa trasparenza riguardo le deliberazioni della banca centrale potrebbe risultare in reazioni eccessive del mercato finanziario, complicando così la politica monetaria.

Non a caso, Cukierman è stato tra i primi economisti a sottolineare la distinzione tra la “trasparenza politica”, ovvero la responsabilità nei confronti del pubblico e della classe politica, e la “trasparenza economica”, ovvero la chiarezza degli obiettivi, dei modelli e dei dati della banca centrale. In particolare, i suoi lavori hanno evidenziato che, mentre la trasparenza politica è universalmente positiva, quella economica deve essere affrontata con cautela.

Aspetti comportamentali della banca centrale

Alex Cukierman si è anche avventurato nel campo dell’economia comportamentale, ricordandoci che i banchieri centrali, come tutti noi, sono esseri umani influenzati dalla psicologia e dai pregiudizi. Aver integrato nell’analisi gli approfondimenti comportamentali ha aggiunto profondità alla nostra comprensione della formulazione delle politiche, così da rendere il suo lavoro rilevante e rivoluzionario.

Al di fuori dei confini della sua ricerca, Cukierman è stato un mentore, una guida e un’ispirazione per innumerevoli studenti e colleghi. Il suo spirito curioso, unito alla sua umiltà e al suo calore, ha lasciato un segno indelebile su tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo. Prima della pandemia del 2020, nonostante l’età, continuava a seguire le conferenze internazionali ed era sempre disposto a fornire utili consigli a ricercatori alle prime armi.

Mentre piangiamo la perdita di questa figura imponente, ne celebriamo anche l’eredità. Il suo lavoro pionieristico continuerà a risuonare, offrendo intuizioni e saggezza alle future generazioni di economisti e, si spera, politici. Il mondo dell’economia monetaria è indubbiamente più ricco per i suoi contributi: Alex ci mancherà profondamente.

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