I rischi geopolitici hanno effetti negativi sulle attività economiche e finanziarie, riducendo investimenti privati, occupazione, produttività e commercio internazionale. Un indice li misura. Ecco cosa è successo con l’invasione russa dell’Ucraina.

Come misurare il rischio geopolitico

Negli ultimi due anni i rischi geopolitici sono aumentati a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e dell’improvviso riacutizzarsi del conflitto tra Israele e Hamas. Imprenditori e operatori finanziari considerano i rischi geopolitici tra i fattori più importanti nel determinare le decisioni di investimento. Le banche centrali di tutto il mondo, il Fondo monetario internazionale, la Banca Mondiale e molte organizzazioni economiche internazionali monitorano regolarmente le implicazioni delle tensioni geopolitiche per la congiuntura economica. Ad esempio, l’edizione di aprile 2022 del World Economic Outlook, pubblicato dal Fondo monetario internazionale, contiene più di 200 menzioni della parola “war”.

La difficoltà principale nel comprendere e quantificare gli effetti economici di un aumento delle tensioni internazionali risiede nel costruire indicatori che siano disponibili per un lungo periodo di tempo e che catturino la percezione di rischio da parte del pubblico e dei principali attori economico-finanziari. La figura 1 mostra l’indice dei rischi geopolitici globali, noto come Gpr Index, costruito nell’ambito di un nostro progetto di ricerca.

Il Gpr Index è costruito grazie a un algoritmo che calcola la share di articoli pubblicati nei principali giornali internazionali che citano eventi geopolitici negativi e i rischi a essi correlati. In particolare, l’indice misura la minaccia, la realizzazione e l’escalation di eventi sfavorevoli legati a guerre, terrorismo e a qualsiasi tensione tra stati e attori politici che condizionano il corso pacifico delle relazioni internazionali. È caratterizzato da diversi picchi corrispondenti a eventi come, per esempio, la guerra dello Yom Kippur, le guerre del Golfo e dell’Iraq, l’11 Settembre e gli attacchi terroristici di Parigi. Il nostro sito internet offre aggiornamenti mensili del Gpr index, disponibile a frequenza giornaliera, a partire dal 1985. Sul sito sono anche disponibili le serie storiche mensili per 44 nazioni a partire dal 1900.

Dalla figura 1 si vede come nel marzo del 2022, dopo l’invasione russa in Ucraina, l’indice abbia raggiunto uno dei valori più alti degli ultimi cinquanta anni, paragonabile ai picchi delle guerre del Golfo e dell’Iraq. A ottobre 2023, il Gpr Index ha superato quota 200, quasi due terzi del livello raggiunto a marzo 2022. La percezione che negli ultimi due anni siamo entrati in una fase storica caratterizzata da alti rischi geopolitici trova dunque riscontro nei dati.

Figura 1 – Il Geopolitical Risk Index

Nota: Geopolitical Risk Index (Gpr) da gennaio 1985. L’indice è normalizzato in modo che la media sia 100 durante il periodo 1985-2019.
Fonte: Dario Caldara and Matteo Iacoviello (2022), “Measuring Geopolitical Risk”, American Economic Review. Geopolitical risk webpage, https://www.matteoiacoviello.com/gpr.htm

Gli effetti economici dell’invasione russa in Ucraina

Il Gpr Index ci consente di quantificare gli effetti economici dell’emergere di rischi geopolitici. Utilizzando vari modelli econometrici, la nostra ricerca mostra come l’aumento del rischio (o più semplicemente, uno shock geopolitico) induca effetti negativi sull’attività economica, riducendo gli investimenti privati, l’occupazione e la produttività, nonché il commercio internazionale con l’interruzione delle catene di approvvigionamento globali. I rischi geopolitici hanno anche ripercussioni sui mercati finanziari e portano a una contrazione dei mercati azionari e a un aumento della volatilità.

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Di seguito riportiamo i risultati di una nostra analisi che quantifica gli effetti del picco delle tensioni geopolitiche registrato nei primi mesi dell’invasione russa dell’Ucraina. La figura 2 mostra che l’incremento dei rischi osservato tra gennaio e aprile 2022 potrebbe aver contribuito a una riduzione del livello del Pil globale dell’1,5 per cento e a un aumento dell’inflazione globale di 1,3 punti percentuali nella seconda metà del 2022.

Figura 2 – Effetti dell’aumento dei rischi geopolitici all’inizio della guerra in Ucraina

Nota: Andamento del Pil mondiale (pannello sinistro) e dell’inflazione mondiale (pannello destro) in risposta all’aumento dei rischi geopolitici verificatosi tra gennaio e aprile 2022. Le linee rosse continue nella figura rappresentano l’effetto medio. Le linee blu tratteggiate indicano gli intervalli di confidenza al 70 per cento.
Fonte: Dario Caldara, Sarah Conlisk, Matteo Iacoviello, Maddie Penn (2023), “Do Geopolitical Risks Raise or Lower Inflation?”.

La figura 3 presenta un quadro più dettagliato del modo in cui l’economia globale risponde a uno shock di rischio geopolitico. Nel 2022 gli effetti sono associati a una diminuzione della fiducia dei consumatori e a una contrazione del mercato azionario, fattori che indeboliscono la domanda aggregata. L’apprezzamento del dollaro è in linea con varie ricerche che mostrano come picchi di incertezza globale possano causare flussi internazionali di capitale verso paesi considerati finanziariamente sicuri come gli Stati Uniti, i cosiddetti “flight-to-safety”. L’aumento dei prezzi delle materie prime e del petrolio contribuiscono a mettere pressione al ribasso sull’attività globale e al rialzo sull’inflazione.

Figura 3 – Meccanismi di trasmissione dell’aumento di rischi geopolitici

Nota: Impatto massimo nel primo anno dell’aumento dei rischi geopolitici verificatosi tra gennaio e aprile 2022. Per ciascuna variabile, i punti rossi rappresentano le stime dell’impatto massimo nel primo anno. Le barre blu indicano gli intervalli di confidenza al 70 per cento. L’effetto è misurato in percentuale per tutte le variabili tranne l’inflazione, per cui è misurato in punti percentuali, e il consumer confidence index per cui è misurato in deviazione standard.
Fonte: Dario Caldara, Sarah Conlisk, Matteo Iacoviello, Maddie Penn (2023), “Do Geopolitical Risks Raise or Lower Inflation?”.

Il carattere regionale di molti eventi geopolitici suggerisce che le loro ripercussioni economiche potrebbero non essere distribuite uniformemente in tutto il mondo. Nella nostra analisi valutiamo l’esposizione di un paese al conflitto Russia-Ucraina calcolando la percentuale di aziende quotate che l’hanno citato nelle loro presentazioni trimestrali sugli utili (earnings calls) tra marzo e maggio 2022, associando l’azienda alla nazione di domicilio della sede centrale. La figura 4 visualizza i risultati in una mappa del mondo, con i colori più caldi a indicare un’esposizione più elevata. I paesi europei, in particolare quelli che sono in prossimità del conflitto ucraino, risultano tra quelli più a rischio. Circa l’80 percento delle aziende in Finlandia e Polonia, che confinano con la Russia o l’Ucraina, menzionavano pericoli associati al conflitto ucraino. In Germania, un paese con un’alta esposizione al conflitto attraverso l’importazione di energia dalla Russia, la frazione di imprese che citavano rischi geopolitici era del 75 per cento. Il resto del mondo non sembra essere esposto in modo così forte. Una ricerca recente analizza la dimensione geografica degli effetti economici derivanti dalla guerra in Ucraina stimando una “penalità di prossimita” dei rendimenti dei mercati azionari: più un paese è vicino all’Ucraina, più è evidente il calo del suo mercato azionario allo scoppio della guerra. Nel complesso, questa evidenza quantifica la più alta esposizione economica dei paesi europei alle conseguenze economiche del conflitto tra Russia e Ucraina.

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Figura 4 – Rischi geopolitici percepiti dalle aziende aggregati per nazione (marzo-maggio 2022)

Nota: Esposizione di un paese alla guerra Russia-Ucraina, calcolata utilizzando la percentuale di “earnings calls” di aziende quotate in borsa che menzionano la guerra in Ucraina. Le aziende sono ripartite in base alla nazione che ospita la sede centrale. La percentuale è calcolata per nazioni con almeno 10 “earnings calls” tra il 1° marzo 2022 e il 13 maggio 2022. I paesi per cui ci sono meno di 10 “earnings calls” sono mostrati in grigio. Il bianco indica che nessuna azienda menziona preoccupazioni legate al conflitto, mentre.
Fonte: Dario Caldara, Sarah Conlisk, Matteo Iacoviello, Maddie Penn (2022), “The Effect of the War in Ukraine on Global Activity and Inflation”.

Gli effetti economici dell’invasione dell’Ucraina variano anche per settore di produzione. La figura 5 calcola la percentuale di aziende che menzionano l’invasione nelle earnings calls in base al settore economico in cui operano. L’effetto del conflitto ucraino sembra essere stato più concentrato nelle industrie produttrici di beni che già prima dell’invasione russa sperimentavano problemi di approvvigionamento a causa dell’effetto della pandemia sul commercio internazionale, con una incidenza di circa l’80 per cento tra le aziende automobilistiche europee. I settori meno colpiti da interruzioni nella catena di approvvigionamento per la pandemia – ad esempio, i servizi – sono anche quelli meno colpiti dagli effetti della guerra.

Figura 5 – Rischi geopolitici percepiti dalle aziende aggregati per settore (marzo-maggio 2022)

Nota: Percentuale di “earnings calls” che menzionano la guerra in Ucraina tra il 1° marzo 2022 e il 13 maggio 2022, in base al settore di operazione delle aziende e alla loro posizione geografica. La classificazione dell’industria è basata sul Global Industry Classification Standard (GICS). Le aziende russe e ucraine sono escluse dalla regione europea.
Fonte: Dario Caldara, Sarah Conlisk, Matteo Iacoviello, Maddie Penn (2022), “The Effect of the War in Ukraine on Global Activity and Inflation”.

In conclusione, rischi geopolitici come quelli emersi con l’invasione russa dell’Ucraina pesano negativamente sulle condizioni economiche globali. Il nostro lavoro mostra come possono causare una riduzione significativa del Pil e un aumento dell’inflazione, aggravando i trade-off di politica monetaria (contenere l’aumento dell’inflazione in un quadro di debolezza congiunturale) che le banche centrali di tutto il mondo affrontano da due anni a questa parte. Sia da un punto di vista globale sia nazionale, la loro gravità può dipendere da una serie di fattori, tra cui la vicinanza di una nazione al conflitto, la durata del conflitto stesso e le politiche economiche adottate per mitigarne l’impatto economico e finanziario.

*Le idee e le opinioni espresse in questo articolo sono da attribuire agli autori e non investono la responsabilità del Board of Governors della Federal Reserve.

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