Lavoce.info

Con più interazione digitale torna la fiducia nelle istituzioni

Negli ultimi anni è cresciuta la sfiducia dei cittadini europei verso le istituzioni governative, anche a causa di alti livelli di disuguaglianza economica. Come l’interazione digitale può ridurre la sensazione di distanza tra governanti e governati.

Il problema della fiducia istituzionale in Europa

La sfiducia nelle istituzioni pubbliche, soprattutto nei governi nazionali, è un fenomeno tanto diffuso quanto preoccupante per i suoi effetti negativi sulla solidità del contratto sociale e sull’accettazione delle regole del sistema paese. In particolare durante le crisi, come quelle sperimentate recentemente (dalla crisi finanziaria a quella sanitaria legata alla pandemia), la scarsa propensione a fidarsi delle istituzioni governative può trasformarsi in un ostacolo all’attuazione delle politiche pubbliche e, di conseguenza, può compromettere l’efficacia dell’azione dei governi e diminuire il sostegno ai valori della democrazia. Cosa contribuisce ad accrescere la sfiducia nelle istituzioni pubbliche?

La disuguaglianza del reddito ci rende meno fiduciosi

In un recente articolo, abbiamo ipotizzato che le disuguaglianze economiche possano essere annoverate tra le principali determinanti della sfiducia istituzionale nelle economie avanzate. Da un’analisi descrittiva emerge, infatti, che la riduzione della fiducia nelle istituzioni pubbliche è stata accompagnata da crescenti livelli di disuguaglianza economica registrati in molti paesi europei negli ultimi due decenni, come mostrato nella figura 1.

Utilizzando i dati dell’Eurobarometro e l’indagine sulle condizioni di reddito e di vita dell’Unione europea (EU-Silc) in 28 paesi membri tra il 2003 e il 2019, abbiamo stimato empiricamente che la percentuale di individui che tendono a credere nel governo nazionale diminuisce all’aumentare della disuguaglianza del reddito.

Figura 1 – Fiducia nelle istituzioni pubbliche e disuguaglianza del reddito nei paesi Ue (2003-2019)

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Eurobarometro e EU-Silc.

Almeno due le possibili spiegazioni. In primo luogo, livelli elevati di disuguaglianza del reddito sono percepiti come l’esito di politiche pubbliche non soddisfacenti per gran parte della collettività. Esse favoriscono la diffusione del timore di vivere in una società ingiusta, dove molti cittadini sono quindi indotti a “punire” i governi nazionali esprimendo un forte sentimento di sfiducia verso questi ultimi. In secondo luogo, fidarsi delle istituzioni pubbliche diventa difficile poiché sono viste come un luogo elitario che tende a difendere gli interessi dei più potenti a danno dei segmenti più svantaggiati della popolazione. In entrambi i casi, la presenza di elevate disuguaglianze economiche tende ad aumentare la sensazione di distanza tra cittadini-elettori e decisori politici, attuatori delle politiche pubbliche.

Leggi anche:  Dove soffia il vento dell'Europa

La e-relationship come antidoto

Come mitigare l’effetto negativo della disuguaglianza economica sul grado di fiducia istituzionale? È già stato illustrato come, al netto delle caratteristiche socioeconomiche individuali, la fiducia nel governo è collegata, tra le altre cose, a opinioni positive sulla trasparenza, integrità ed efficienza operativa delle istituzioni pubbliche. La letteratura recente suggerisce come l’adozione di diversi strumenti per migliorare la trasparenza del settore pubblico, in particolare social media e siti web del governo, induca i cittadini a considerare un’istituzione governativa più affidabile. Emergono anche effetti positivi della comunicazione digitale in una classica relazione principale-agente, dove il cittadino è il principale e il decisore politico è l’agente. Soprattutto, l’utilizzo di procedure telematiche identiche per tutti potrebbe favorire la percezione della parità di trattamento, limitando l’impatto negativo della disuguaglianza sulla fiducia nelle istituzioni.

Sulla base di queste evidenze, abbiamo utilizzato la percentuale di cittadini di età compresa tra 16 e 74 anni che hanno avuto almeno un contatto con istituzioni ed enti pubblici via Internet nei 12 mesi precedenti come variabile per misurare il grado di interazione digitale tra individui e settore pubblico. Dalla nostra analisi emerge che un maggior livello di connessioni digitali tra cittadini e pubbliche amministrazioni contribuisce a ridurre l’effetto negativo della disuguaglianza economica sulla fiducia nei governi. Questo accade specialmente quando l’interazione coinvolge le persone meno istruite e quelle disoccupate. La possibilità di sfruttare l’interazione on line con il settore pubblico diventa uno strumento di emancipazione per questi gruppi sociali. Il nostro lavoro suggerisce che, grazie al cambiamento tecnologico inteso come e-relationship tra cittadini e governi, si possano attuare politiche di redistribuzione ancora più efficaci, indirizzate a gruppi sociali specifici in grado di far emergere le proprie necessità anche attraverso l’interazione digitale con la pubblica amministrazione.

Digitalizzazione della Pa, accountability e Pnrr

Ne emerge un ruolo chiave dell’interazione on linecon le istituzioni pubbliche al fine di rinvigorire il rapporto di fiducia tra governanti e governati. Più in generale, la digitalizzazione del settore pubblico rappresenta un obiettivo fondamentale da includere nell’agenda dei governi nazionali, chiamati dall’opinione pubblica a soddisfare standard di accountability sempre più elevati e a erogare beni e servizi pubblici attraverso nuovi strumenti tecnologici. Non a caso, la componente M1C1 “Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella Pa” nel Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede risorse per avviare il processo di transizione digitale della pubblica amministrazione. Il processo di trasformazione della Pa ha l’obiettivo di renderla più semplice per cittadini e imprese, riducendo tempi e costi amministrativi e rafforzandone il comparto infrastrutturale digitale. Dunque, oltre a migliorare l’efficienza del sistema paese, la transizione digitale della Pa può giocare un ruolo anche in termini di equità, facilitando le iniziative del decisore pubblico in grado di ridurre la disuguaglianza e, soprattutto, la percezione di distanza istituzionale tra governanti e governati.

Leggi anche:  Non tutti i territori sono uguali, neanche nelle aree competitive

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Un quorum grande così

Precedente

Una gioventù debole in un paese sempre più vecchio

Successivo

Basta un bonus per ripopolare la Basilicata?

  1. Gianpaolo

    Ben venga la maggior integrazione digitale, tuttavia la retta interpolante si inclinera’ ulteriormente perché oggi al crescere delle ineguaglianze decresce la rappresentanza politica di chi ne è colpito. Non esistono più forze (non solo partiti ma soprattutto corpi intermedi) che, nel dare tutela ai più deboli, contemporaneamente non fanno cedere la fiducia nelle istituzioni.

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén