A piccoli passi mentre la luce in fondo al tunnel ancora non si intravvede. Il vertice europeo definisce regole comuni per la gestione delle crisi bancarie che, anche per iniziativa dell’Italia, sono meno automatiche e quindi meno in grado di far pagare i salvataggi bancari non solo ai contribuenti ma anche agli azionisti. Le risorse necessarie rimangono nei confini nazionali, mentre il contributo del Fondo di stabilità europeo è soggetto a restrizioni che sembrano fatte apposta per evitarlo. Di comune, per il momento, c’è solo la vigilanza bancaria dei grandi istituti di credito affidata alla Bce.
Un miliardo e mezzo dall’Europa per il sostegno al lavoro giovanile da spendere in due anni anziché in sette. È un’opportunità da non perdere: il Governo Letta deve stabilire velocemente regole e meccanismi di distribuzione di queste risorse. Con problemi di non facile soluzione, a partire dal ruolo di Province e Regioni.
A corto di soldi, i Comuni spendono meno per i servizi alle famiglie. E ne patiscono i nidi per l’infanzia, con un’offerta di posti generalmente inferiore alla domanda. Così la selezione dei bambini ammessi rischia di vanificare i due ruoli del nido pubblico: la conciliazione famiglia-lavoro e la funzione educativa.
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