Sconfitta in finale alle ultime due edizioni degli Europei, l’Inghilterra si prende la rivincita nel confronto con i bilanci delle federazioni italiana e spagnola. Per patrimonio e ricavi la Football Association è infatti nettamente superiore a Figc e Rfef.

Tre federazioni a confronto

Gli Europei di calcio 2024 si sono conclusi con la vittoria della Spagna sull’Inghilterra, già finalista (sconfitta anche allora) di Euro 2020, che vide l’ormai lontano trionfo degli azzurri.

Dopo il nostro viaggio all’interno dei bilanci delle società di calcio della serie A e dei massimi campionati europei, abbiamo così deciso di investigare i conti delle federazioni dei tre paesi finalisti alle due ultime edizioni del campionato europeo: Italia, Spagna e Inghilterra.

Una precisazione è d’obbligo: l’analisi non è semplice perché si tratta di enti pubblici anche molto differenti tra loro e con un “modello di business” diverso che richiederebbe, anche da un punto di vista di lessico della contabilità, ulteriori approfondimenti. Ma lasciamo ad altra sede questa opportunità e procediamo con un’analisi numerica, comunque preziosa: come sempre, infatti, i dati già raccontano storie interessanti.

Stato patrimoniale

Partendo dallo stato patrimoniale delle tre federazioni, proponiamo uno specchietto riassuntivo, per poi procedere con i commenti.

Tabella 1

Per tutte e tre le federazioni è disponibile il bilancio degli ultimi anni: Italia e Spagna presentano i valori denominati in euro mentre l’Inghilterra, naturalmente, mostra i valori in sterline.

Da un’analisi sintetica dello stato patrimoniale spiccano immediatamente alcune considerazioni. La prima delle quali concerne le dimensioni delle tre federazioni. Italia e Spagna, infatti, hanno dimensioni simili, con un totale dell’attivo di 313 milioni di euro, mentre la Football Association in Inghilterra, presieduta nientemeno che dal principe William, è una macchina che, convertendo i valori in euro, sfiora il miliardo di attivo.

Nessuna delle due federazioni del sud Europa registra grossi valori in termini di immobilizzazioni immateriali e materiali. Entrambe hanno liquidità di cassa abbondanti; l’Italia ha una ventina di milioni di euro in più in immobilizzazioni finanziarie rispetto alla Spagna, anche se è bene specificare che le federazioni calcistiche non sono fondi di investimento, ma enti che regolano e dirigono il calcio nei rispettivi paesi.

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Per l’Italia, inoltre, non ci sono scorte di magazzino né materiali, come potrebbero essere palloni o prodotti brandizzati da mettere sul mercato per aumentare gli introiti.

Anche sul fronte del rapporto con le banche, si tratta di federazioni poco esposte o indebitate.

La federazione inglese, invece, ha una situazione molto differente, con un patrimonio assai più consistente e immobilizzazioni immateriali e materiali di tutto rispetto: basti pensare che gestisce un albergo, l’Hilton a St.George’s Park, ed è proprietaria del glorioso stadio di Wembley, in cui ha sede il suo quartier generale.

Conto economico

Lo sguardo al conto economico conferma le distanze tra Figc italiana e Fa inglese, ma vede anche una bella differenza tra Italia e Spagna.

I ricavi per la Figc si fermano sotto i 200 milioni, mentre la Spagna supera i 350. L’Inghilterra si stacca da entrambe con più di 500 milioni di sterline.

La struttura dei ricavi mostra le debolezze del nostro sistema calcistico: i proventi da biglietti e gare, nonostante il blasone e il seguito della nazionale azzurra, si fermano a 11 milioni di euro, là dove Spagna e Inghilterra si attestano sui 70.

I diritti tv, tarlo decennale del sistema Italia, producono 34 milioni di euro per la Figc; mentre la federazione spagnola supera i 111 milioni di euro e quella britannica i 300.

Anche sul fronte sponsorizzazioni e merchandising, la differenza è marcata e conferma le posizioni in classifica: Italia ultima con 53 milioni; Spagna in posizione intermedia sopra gli 80; Inghilterra prima con 100 milioni.

Le debolezze italiane

Dicevamo in apertura che sarebbero necessari approfondimenti sulle strutture organizzative e, in particolare, sul sistema delle quote associative. Per l’Italia il valore iscritto a bilancio è di 24 milioni e rappresenta il 12,5 per cento del totale dei ricavi. Per la Spagna la cifra è di 18 milioni e costituisce il 5 per cento del totale ricavi. Per l’Inghilterra, non siamo sicuri che la voce “grant income” rappresenti le quote associative, ma possiamo dire con certezza che la cifra rappresenta il 3,5 per cento dei ricavi, quindi è poco significativa.

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La natura di ente pubblico della Figc si nota bene per il ruolo giocato dalle sovvenzioni, pari a quasi 39 milioni di euro (il 20 per cento dei ricavi). La struttura del bilancio ricorda proprio quella di un’azienda pubblica che ha l’obbligo di chiudere i conti in pareggio.

Guardando agli utili, quello netto della Figc è di meno di 3 milioni di euro, in calo marcato dopo il 2021-2022 (forse c’era ancora l’eco del trionfo agli Europei dell’estate precedente).

La Spagna chiude il suo bilancio con quasi 30 milioni di euro di utile e l’Inghilterra supera i 107 milioni di sterline.

I risultati degli Europei da un punto di vista sportivo sono stati assai deludenti per la nostra nazionale che, del resto, fatta esclusione per l’exploit di Euro 2020, viene da una serie piuttosto lunga di esclusioni eccellenti alla fase finale degli ultimi campionati mondiali.

Spagna e Inghilterra, che si sono contese la finale del 2024, rappresentano invece due squadre molto competitive in una lunga serie storica di competizioni internazionali.

I conti non dicono tutto e, sicuramente, più approfondimenti sono necessari per un’analisi più fine e dettagliata di struttura organizzativa, modello di business e management del sistema calcistico delle diverse federazioni. Tuttavia, i numeri dei bilanci sono comunque interessanti e confermano, per lo meno, i valori che il campo ha restituito in questi ultimi anni di fatica per il calcio italiano.

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