Negli ultimi anni la spesa farmaceutica del Servizio sanitario nazionale ha mostrato la tendenza a salire, superando i tetti previsti. Monitorare la situazione è perciò ancor più necessario, ma difficile. Perché la pubblicazione dei dati è in ritardo.
Spesa farmaceutica in rialzo
La spesa farmaceutica del Servizio sanitario nazionale (Ssn) ha raggiunto nel 2024 circa 26 miliardi di euro, poco meno del 20 per cento del Fondo sanitario nazionale. Nel 2019, prima del Covid, era di circa 21,2 miliardi e rappresentava il 18,6 per cento del Fsn.
La maggior parte della spesa del 2024 – 23,7 miliardi di euro, il 17,8 per cento del Fsn – riguarda farmaci erogati dal Ssn, tramite le farmacie al pubblico o acquistati direttamente dalle strutture sanitarie (come gli ospedali pubblici), per i quali è previsto un tetto di spesa farmaceutica fissato al 15,3 per cento del Fsn.
Fissare tetti è una delle strategie per controllare la crescita della spesa, assieme al payback, cioè la condivisione, con le imprese farmaceutiche, dell’eventuale loro superamento: aziende farmaceutiche e regioni devono ripianare in parti uguali la quota eccedente.
Come si vede dalla tabella 1, la crescita annuale della spesa farmaceutica sottoposta a tetto è stata dell’ordine dell’1-3 per cento nel triennio 2018-2022, per poi salire al 6,2 per cento e all’8,7 per cento rispettivamente nel 2023 e 2024. Non sono disponibili stime per il 2025, anche se la preoccupazione diffusa è di un incremento ancora maggiore rispetto al 2024. Al crescere della spesa cresce l’entità dello sfondamento del tetto e, dunque, del payback.
Il controllo necessario
All’interno della funzione di controllo di questa parte della spesa farmaceutica, l’Aifa cura la pubblicazione dei dati di monitoraggio. Dal 2018 sono disponibili online gli aggiornamenti mensili, dal bimestre gennaio-febbraio via via fino al completamento dell’anno. Sono dati essenziali per valutare l’andamento della spesa e per assumere eventuali provvedimenti correttivi, sia a livello nazionale che regionale.
Servono accuratezza delle analisi e tempestività della pubblicazione, pur riconoscendo che analizzare i dati, predisporre i report e pubblicarli richiede tempo. Fra il 2018 e il 2023, quello medio fra l’ultimo giorno del mese di riferimento (ad esempio, 28 febbraio o 31 marzo) e la pubblicazione del report Aifa del primo bimestre o del primo trimestre è stato di circa cento giorni (range 84-114 giorni) (tabella 1). Significa che i dati di spesa dei primi due mesi sono stati pubblicati entro maggio-giugno e i dati del primo trimestre entro luglio, permettendo così di avere a disposizione circa metà anno per adottare eventuali interventi correttivi.
L’anno scorso, però, i dati di spesa del primo bimestre e del primo trimestre sono stati pubblicati rispettivamente a settembre e ottobre, con un ritardo medio che ha superato duecento giorni, il doppio degli anni precedenti. Nel 2025, di nuovo, siamo arrivati all’inizio di settembre senza che sia stato ancora pubblicato alcun dato.
La stranezza è che l’allungamento dei tempi riguarda solo i primi mesi dell’anno. Ad esempio, i dati di spesa farmaceutica dell’intero 2024 sono stati pubblicati ad aprile 2025, cioè dopo meno di quattro mesi dalla chiusura dell’anno, così come avveniva nei precedenti monitoraggi annuali.
La pubblicazione dei dati annuali è però diversa dal monitoraggio dei primi mesi: riguarda il passato, è ormai “storia”, mentre a partire dai dati di spesa relativi ai primi mesi è ancora possibile adottare interventi correttivi.
Si potrebbe sostenere che l’andamento dei primi mesi non sia rappresentativo di ciò che si accadrà nell’intero anno. Si tratta però di un’obiezione debole, perché è ovvio che serve cautela ogni volta che si osservano numeri preliminari, ma i ricercatori che lavorano su questi dati sanno come analizzare nel modo migliore gli andamenti e individuare i possibili campanelli di allarme. L’alternativa, in ogni caso, non può essere quella di bloccare la pubblicazione dei dati e mettere la testa sotto la sabbia.
È importante che chi ha responsabilità di sorveglianza e indirizzo sulle attività dell’Aifa – il Cda dell’Aifa stessa, il ministero della Salute e il ministero dell’Economia e delle Finanze – sia consapevole dei ritardi nella pubblicazione e dei rischi di ricadute negative per il mancato controllo della spesa.
Tabella 1 – Incremento annuale della spesa farmaceutica che rientra nei tetti di spesa e ritardo medio di pubblicazione dei report di monitoraggio dei primi mesi dell’anno

Fonte: Elaborazioni sui dati contenuti nei Report di monitoraggio della spesa farmaceutica pubblicati dall’Aifa e disponibili su: https://www.aifa.gov.it/monitoraggio-spesa-farmaceutica. In arancione le celle relative a ritardi superiori a quattro mesi.
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