Anche i dati sulla stima preliminare del Pil del secondo trimestre 2013 confermano che la recessione sta finendo. Il calo del Pil del secondo trimestre 2013 è l’ottavo consecutivo dalla metà del 2011. Ma il Pil è sceso solo di due decimi di punto percentuale, mentre era diminuito di mezzo punto nel primo trimestre 2013 e quasi di un punto percentuale in quattro dei cinque trimestri precedenti. L’attenuarsi della recessione nei dati del Pil del secondo trimestre 2013 concorda con il netto miglioramento dei dati sugli ordini industriali dello stesso periodo e al miglioramento della fiducia delle imprese e delle famiglie. Sono tutti dati che promettono la ripresa, cioè una variazione positiva del Pil, nella seconda metà dell’anno. Una ripresa di +0,2 per cento nel terzo e nel quarto trimestre 2013 (o una stagnazione nel terzo trimestre e un aumento di 0,3 per cento nel quarto trimestre) porterebbe ad una riduzione del Pil 2013 rispetto a quello 2012 dell’1,5 per cento, dunque solo di poco peggiore del -1,3 per cento previsto dal governo Letta nel Documento di Finanza Pubblica e migliore delle stime della maggior parte delle istituzioni internazionali. Con una migliore (meglio: meno peggiore) dinamica del Pil, l’obiettivo del 2,9 di rapporto deficit-Pil non è irrangiungibile. Tutto ciò vale a legislazione invariata, cioè con l’Imu così come è oggi e con l’aumento dell’Iva, o con loro sostituti di eguale entità in termini di maggiori entrate o minori uscite per lo Stato.
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Alessandro
Con la deindustrailizzazione in atto mi spiegate perchè la curva non dovrebbe assomigliare al 2° e 3° trimestre 2012 con un peggioramento nel 4°?
Si è vero gli USA e il Giappone migliorano…ma loro lo fanno a suon di dollari e Yen….da queste parti non mi pare che Draghi e Germania cambino idea….sicuri che a settembre in Germania cambi davvero qualcosa? Diversamente altro che ripresa….
Mirko
Non sono un esperto di economia, ma penso si tratti di agganciarsi alla ripresa degli altri tramite l’esportazione.
Vincenzo
Giusto,per quale motivo ci dovrebbe essere la ripresa? L’instabilita’ politica e l’assenza di politiche per l’occupazione non lasciano presagire la ripresa!
Roberto
Aspetterei a dare per finita la recessione visto che anche Monti l’anno scorso uscì con frasi simili e poi sappiamo tutti come è andata a finire.
C’è da dire che a livello statistico siamo scesi talmente in basso che prima o poi ci deve essere un recupero, tutto sta a vedere di come e quanto duratura sarà la ripresa.
Comunque la frase simbolo di questa articolo è l’ultima: “Tutto ciò vale a legislazione invariata, cioè con l’Imu così come è oggi e con l’aumento dell’Iva, o con loro sostituti di eguale entità in termini di maggiori entrate o minori uscite per lo Stato.”; questa frase bisognerebbe stampaglierla in testa agli attuali governanti.
Luca
Un vecchio detto dice che “anche il gatto morto quando cade rimbalza”; io mi auguro che la ripresa arrivi, anche se non la vedo prossima, tutt’altro, e se anche arrivasse prima che si possa riassorbire tutta la disoccupazione che c’è ci vorranno almeno 10 anni, sempre che si torni ai livelli precrisi, avendo desertificato nel frattempo il tessuto produttivo italiano.
Tommaso
Le speranze di veder ripartire l’Italia sono poche . Ancora non si è vista nessuna riforma vera, prime fra tutte una riforma profonda dell’apparato burocratico e delle procedure processuali. A seguire occorrerebbe riformare l’organizzazione degli apparati di polizia, la rappresentatività sindacale, contrastare in modo efficace i vari conflitti di interesse, in particolare a livello azionario, politico e degli organismi di controllo.