Leggo, nell’intervento del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco del 7 ottobre 2013 (alla presentazione del Rapporto Fondazione Rosselli), la seguente frase assolutamente condivisibile: “Spesso le banche italiane, oltre a erogare credito, partecipano direttamente al capitale delle aziende. In alcuni casi il legame partecipativo ha distorto le scelte di erogazione del credito, dando luogo ad atteggiamenti collusivi o finalizzati a ritardare l’emersione di situazioni di difficoltà aziendale. Ho sottolineato in precedenti occasioni che questi rischi, come tutti quelli derivanti da rapporti con soggetti strettamente legati alle banche, devono essere opportunamente presidiati dagli organi aziendali. La Vigilanza manterrà ferma l’azione di controllo e imporrà la correzione di eventuali mancanze.”
Leggo anche su Il Sole24 ore dell’11 ottobre che l’ennesimo salvataggio di Alitalia comporta l’erogazione di linee di credito bancario per 200 milioni. Tra le banche maggiormente impegnate in quest’operazione c’è Intesa Sanpaolo, che è uno dei maggiori azionisti di Alitalia, con una quota pari all’8,9 per cento del capitale. Non mi risulta che la Banca d’Italia abbia sollevato alcuna obiezione.
Qualcosa non torna?
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                 È professore ordinario di Economia Politica presso l’Università Cattolica di Milano. È direttore di Osservatorio Monetario e membro del Comitato direttivo del Laboratorio di Analisi Monetaria (Università Cattolica e ASSBB). E’ presidente di REF Ricerche. Dal 2018 al 2020 è stato membro del Banking Stakeholder Group della European Banking Authority. Dal 1988 al 1997 è stato economista presso l’Ufficio Studi della Banca Commerciale Italiana (ora Intesa Sanpaolo). I suoi interessi di ricerca si collocano nell’area dell’economia monetaria e finanziaria. Ha scritto numerosi articoli su riviste internazionali e libri; l’ultimo è Monetary policy implementation (Palgrave 2024).
 
È professore ordinario di Economia Politica presso l’Università Cattolica di Milano. È direttore di Osservatorio Monetario e membro del Comitato direttivo del Laboratorio di Analisi Monetaria (Università Cattolica e ASSBB). E’ presidente di REF Ricerche. Dal 2018 al 2020 è stato membro del Banking Stakeholder Group della European Banking Authority. Dal 1988 al 1997 è stato economista presso l’Ufficio Studi della Banca Commerciale Italiana (ora Intesa Sanpaolo). I suoi interessi di ricerca si collocano nell’area dell’economia monetaria e finanziaria. Ha scritto numerosi articoli su riviste internazionali e libri; l’ultimo è Monetary policy implementation (Palgrave 2024).
Donatella Chiostri
Non torna niente, o meglio, torna tutto.
PAolo masiello
Dopo l’Ipo Royal Mail a + 36% della collocazione http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-10-11/londra-pieno-royal-mail-063914.shtml leggere di questa operazione è surreale.
Cristiano R
Forse c’è un piccolo conflitto di interesse a vari livelli. Penso che i 200 mil di crediti sarebbero più utili per le PMI e famiglie che sanno come tenere i conti in ordine.
Enrico
In realtà torna tutto, è suffuciente guardare la compozione delle quote nella Banca d’Italia.(Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Banca_d%27Italia#I_partecipanti_al_capitale_della_Banca_d.27Italia)
Il conflitto di interessi è macroscopico
Intesa Sanpaolo S.p.A. 30,3%
UniCredito Italiano S.p.A. 22,1%
Assicurazioni Generali S.p.A. 6,3%
Cassa di Risparmio in Bologna S.p.A. 6,2%
INPS 5,0%
Banca Carige S.p.A. 4,0%
Banca Nazionale del Lavoro S.p.A. 2,8%
Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. 2,5%
Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli S.p.A. 2,1%
Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza S.p.A. 2,0%
Piero
Concordo, ma il problema dell’Alitalia non è quello attuale, viene dal passato, si vuole tenere una compagnia area di bandiera quando non abbiamo la governance capace di amministrarla? Abbiamo fatto distruggere ricchezza ai vari amministratori che sono usciti impuniti, anzi con liquidazioni, e oggi assistiamo ad uno stesso scenario. Mi auguro che il nuovo amministratore delegato abbia un programma industriale non come quello dei suoi predecessori.
In sintesi ci può essere il finanziamento ma se è collegato al piano industriale, non si può fallire, non abbiamo più tempo per i tentativi. Personalmente non viaggio più con Alitalia da tempo per il disservizio. La compagnia va rifondata: a mio avviso si deve prendere un manager che non deve avere condizionamenti politici.