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Ritardo nei pagamenti della Pa: l’effetto è a catena

Gli enti della pubblica amministrazione sono pessimi pagatori. Ma se guardiamo alle abitudini di pagamento di chi alla Pa procura beni e servizi, scopriamo che una buona parte salda in ritardo le fatture dei fornitori. Fenomeno indipendente da dimensioni di impresa, aree geografiche e settori.
DALLA PARTE DEI CREDITORI
Il Governo Monti e quello attuale hanno varato una serie di provvedimenti per liquidare parte del debito commerciale accumulato dalla pubblica amministrazione, stimato dalla Banca d’Italia in 91 miliardi di euro per il 2012. Secondo le rilevazioni del ministero dell’Economia e delle Finanze, al 29 novembre sono stati pagati 16,3 miliardi di debito arretrato sui 24,2 miliardi di stanziamento previsti per il 2013. (1) L’immissione di liquidità, che sopperisce solo in parte a mancati impegni passati, è una delle più massicce degli ultimi anni e dovrebbe costituire il principale stimolo pubblico all’economia, ma il suo impatto dipenderà in larga parte da quanto di queste somme sarà rimesso nel circuito economico dai fornitori della Pa beneficiari di questi provvedimenti.
Cerved Group dispone di una serie di informazioni che possono consentire di osservare il fenomeno dei pagamenti della Pa dal punto di vista delle imprese creditrici. Grazie a Payline – un database alimentato da imprese aderenti che contribuiscono con dati relativi ai pagamenti dei loro clienti (valore delle fatture, scadenza, effettiva data di pagamento, eventuali ritardi) – è infatti possibile analizzare le abitudini nelle transazioni commerciali di oltre 2 milioni di operatori economici. I dati, raccolti da Cerved Group perché rappresentano una variabile altamente predittiva del rischio di insolvenza di un’impresa, includono anche un numero elevato di fatture emesse verso soggetti che operano nell’alveo della Pa, mappati in Cerved Pa, un portale che comprende informazioni sugli enti pubblici, sulle partecipate, sugli esponenti (persone con incarichi politici o nei Cda delle partecipate), sugli aggiudicatari di gare pubbliche.
Le statistiche elaborate incrociando le informazioni contenute in Payline con quelle di Cerved Pa consentono non solo di distinguere tra enti della pubblica amministrazione e partecipate pubbliche, ma anche di valutare come i fornitori della Pa pagano a loro volta le proprie controparti e quindi di avere una prima misura dell’effetto domino negativo dei ritardi della Pa sul resto del sistema economico.
COME PAGA LA PA
Le elaborazioni riguardano un insieme di 382mila fatture scadute lo scorso giugno, un mese prima che la pubblica amministrazione iniziasse a liquidare le prime somme stanziate nei provvedimenti sblocca-debiti. (2) Si tratta quindi di una fotografia scattata nel momento in cui il problema del debito commerciale della Pa ha probabilmente raggiunto il suo picco.
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[tweetability]I dati confermano che gli enti della pubblica amministrazione sono pessimi pagatori[/tweetability]: non sono state liquidate il 57 per cento delle 125mila fatture scadute a giugno, un valore in crescita di circa sette punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2012. I mancati pagamenti della Pa sono quindi continuati a crescere nella prima metà dell’anno: i provvedimenti sblocca debiti, necessari per sanare il passato, devono essere accompagnati da interventi sulla gestione corrente della liquidità degli enti, senza i quali il fenomeno tenderà fisiologicamente a ripresentarsi. Le statistiche elaborate confermano anche la situazione disastrosa della sanità, in cui la percentuale di fatture non pagate tocca l’82 per cento, quasi dieci punti di più rispetto all’anno precedente.
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La Pa è però un complesso di enti con comportamenti molto eterogenei, nell’ambito del quale non mancano gli esempi virtuosi: tra quelli che hanno saldato almeno una fattura a giugno, un quarto ha pagato i propri fornitori entro le scadenze concordate. Non solo: se si confronta la distribuzione dei pagamenti degli enti pubblici con quella delle grandi imprese, emerge che la percentuale di soggetti che rispettano i tempi concordati con i fornitori è più alto nella Pa che nelle società con un giro d’affari superiore a 50 milioni di euro (25,1 per cento contro 11,8 per cento): questo perché le grandi aziende spesso usano i ritardi nei pagamenti come leva per una migliore gestione della (propria) liquidità a scapito delle Pmi. Se però si considera la quota di aziende che saldano le fatture in grave ritardo (di oltre due mesi), le difficoltà della Pa sono evidenti (16 per cento contro il 7 per cento delle grandi imprese).
Le difficoltà nell’onorare gli impegni con i propri fornitori riguarda, in misura minore, anche le società a partecipazione pubblica: il 37 per cento delle fatture scadute lo scorso giugno, non è stata saldata, una percentuale che supera di 16 punti quella osservata tra le aziende, con performance più negative per le partecipate in tutte le fasce dimensionali e nei principali settori considerati. Anche nel caso delle partecipate, i dati evidenziano una marcata eterogeneità: le difficoltà riguardano soprattutto le società che afferiscono alle Regioni (fatture non saldate pari all’82 per cento), quelle che operano nel Mezzogiorno o nelle Isole (80 per cento), quelle che operano nel terziario (68 per cento), ramo che comprende il settore della sanità. Sono circa un terzo le partecipate pubbliche che pagano puntualmente i fornitori, una percentuale leggermente maggiore rispetto a quella osservata tra gli enti pubblici, ma nettamente inferiore rispetto alle aziende private.
GLI EFFETTI SUI FORNITORI
In Cerved Pa sono censiti circa 500mila aggiudicatari di gare della pubblica amministrazione, tra i quali rientrano consulenti (persone fisiche) e imprese. Se si considerano le aziende multi-aggiudicatarie di gare (quelle che lavorano con regolarità con la Pa), si individuano circa 5mila fornitori per cui è possibile disporre di statistiche su come questi soggetti pagano a loro volta i propri fornitori: si tratta quindi del primo effetto negativo di propagazione dei ritardi dei pagamenti dalla Pa al resto del sistema economico.
[tweetability]L’effetto dei mancati pagamenti e dei ritardi della Pa sulle abitudini di pagamento dei fornitori pubblici è evidente[/tweetability]: questi non hanno saldato il 36 per cento delle fatture scadute a giugno (contro una percentuale del 21 per cento calcolata sulla generalità delle imprese), con differenze negative che riguardano tutte le dimensioni di impresa, tutte le aree geografiche e tutti i settori.
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Le conseguenze negative dei mancati pagamenti della Pa sulla liquidità dei fornitori e, a cascata, sul resto del sistema si riflette anche sui tempi di pagamento di chi è in attesa di veder saldate le proprie fatture dalla Pa. Gli aggiudicatari di gare riescono a negoziare scadenze più vantaggiose con i loro fornitori rispetto alla media delle aziende monitorate (66 giorni contro 57,3) ma, ciononostante, accumulano ritardi maggiori (35,5 giorni contro 20,5). I tempi complessivi per liquidare una fattura superano quindi di quasi un terzo quelli osservati sul sistema delle imprese.
(1) Sul sito del ministero dell’Economia e delle Finanze, sono pubblicate informazioni sul monitoraggio del pagamento dei debiti della Pa all’indirizzo http://www.mef.gov.it/primo-piano/article_0118.html.
(2) I dati sono tratti dall’Osservatorio sui pagamenti della Pa, delle partecipate e dei fornitori, disponibile su www.cervedgroup.com

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  1. antonio petrina

    credo che capire chi sta dalla parte dei debitori ( rectius: cattivi pagatori,comuni in primis) sia anche una scelta obbligata nella conoscenza del fenomeno e del loro riprodursi ,come già la Voce,in passato ha analizzato tale fenomeno dei ritardi dei pagamenti ,attribuibili unicamente ad una norma capestro applicativa in sede domestica del patto europeo di “crescita e sviluppo” , definito “stupido” da chi lo introdusse nel lontano 2008, ora “allentato” sia dal governo Monti e dal progetto della L di stabilità 2014 per venire incontro alla direttiva europea dei pagamenti velovi,che ,nondimeno altri eell, applicano e son buoni pagatori
    in compagnia di cattivi pagatori.

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