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Perché il proporzionale non è da buttare

Il federalismo fa sì che il sistema elettorale più corretto sia il proporzionale, perché sui grandi temi di competenza del Parlamento tutti i voti devono contare, non solo le maggioranze locali. La governabilità si può garantire attraverso sbarramento e premio di maggioranza limitato e variabile.

LE RAGIONI DEL PROPORZIONALE

Applausi e auguri a Matteo Renzi, neo-segretario del Pd, ma la sua condanna di qualsiasi legge elettorale proporzionale in nome del bipolarismo non convince. Sa di tesi abbracciata a priori, ossia di pre-giudizio. Meglio decidere dopo una coerente analisi fini-mezzi, che chiarisca i fini della consultazione elettorale e valuti i meccanismi più opportuni per raggiungerli.
I fini sono due: realizzare il principio della sovranità popolare e assicurare la governabilità; e poiché sono conflittuali, occorre un compromesso. Ma come ? Cercare la massima espressione delle preferenze dei cittadini con un vincolo di governabilità, non è la stessa cosa che cercare il massimo di governabilità con un vincolo di rappresentatività. La democrazia dovrebbe, per definizione, privilegiare la sovranità popolare e quindi adottare la prima impostazione. La conseguenza è che il criterio da cui partire è che ogni voto deve contare; e dovrà essere sacrificato solo nei limiti imposti da esigenze di governabilità.
Ciò vale in ogni contesto. Vale in particolare in Italia dopo la riforma federalista del 2001; e fa specie che il dibattito l’abbia completamente ignorata. Da un lato, tale riforma postula la fine del bicameralismo perfetto , con la creazione di un Senato che esprima le autonomie territoriali (e su questo si rinvia l’esame). Dall’altro lato, prospetta una Camera in cui si dibattono solo le leggi di competenza esclusiva dello Stato – politica estera, immigrazione, religione, difesa, previdenza, eccetera – nonché i principi fondamentali per le numerose materie su cui legifera la Regione (articolo 117 Costituzione). Sono leggi e principi basilari, che toccano i cittadini in quanto tali; e quindi tutti devono contribuire a determinarli attraverso l’elezione dei rappresentanti. Il sistema corretto è pertanto il proporzionale, ispirato appunto al principio generalità (il mio voto vale, ovunque io risieda), non già l’uninominale che si ispira al principio di territorialità e che pertanto annulla il mio voto se sono in minoranza nel mio collegio e lo esalta, a scapito di chi la pensa diversamente, se sono in maggioranza.
È questa scelta di principio che condanna il sistema uninominale, anche a prescindere dai suoi possibili paradossi, come ad esempio il fatto che possa vincere il partito che ha poco più del 25 per cento dei voti in sede nazionale, ma ben distribuiti tra i seggi; oppure ha la totalità dei seggi il partito che in ogni collegio ha il 50 per cento dei voti più uno (Muraro, “Meglio il proporzionale”, Lavoce.info, 26.02.2007). Si intuisce così che il sistema uninominale, che genera un Parlamento fatto solo di rappresentanti delle maggioranze locali, risulterebbe concettualmente preferibile nello scenario opposto al federalismo, ossia nell’ambito di uno Stato fortemente centralista in cui il Parlamento decidesse su materie di interesse locale. Che l’uninominale sia in uso da anni o secoli anche in alcuni paesi federalisti, si spiega con l’adattamento nel tempo dei comportamenti alle norme, come un corpo che sana una ferita; ma non toglie validità all’analisi. Anche la visione dinamica depone a favore del proporzionale. Perché l’uninominale, schiacciando le minoranze locali, tende a segmentare pericolosamente la società, spingendola ad aggregarsi in comunità omogenee e separate, come si osserva in America e in genere nei paesi ad alta mobilità.

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COME SI GARANTISCE LA GOVERNABILITÀ

Ciò detto a favore del proporzionale, occorre ora pensare alla governabilità. Ecco allora lo sbarramento alla base per evitare la frammentazione, il più pericoloso degli effetti del proporzionale. Ecco allora il premio di maggioranza, a valere su una ragionevole base di voti e tale da non minacciare le garanzie delle minoranza. E sotto questo profilo, è esemplare la legge elettorale veneta, che prevede un premio limitato e variabile (Muraro, “Riforma elettorale: il giusto premio”, Lavoce.info,16.10.2012). Una variante interessante è anche la proposta Violante che sostituisce il premio di maggioranza con il ballottaggio a livello nazionale tra le due coalizioni più forti emerse dalla tornata proporzionale. È una soluzione che dovrebbe essere accettabile anche al bipolarismo di Renzi, che dunque non richiede, contrariamente a quanto sembra credere il segretario del Pd, il rifiuto completo del proporzionale.

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  1. rob

    caro Muraro
    sono sempre più convinto che la baraonda che da 30 anni a oggi sta portando questo Paese al declino non sia esclusiva “colpa” dei politici. Ma sia soprattutto frutto di un Paese con percentuali da analfabetismo impensabili nell’anno 2014, e di tutto il sottobosco che gira intorno alla politica. Ma ancora parliamo della bufala federalista? Parliamo di “autonomie territoriali” ? In un territorio come l’ Italia parliamo di “Stato centralista”? La periferia quale sarebbe il Molise? Oggi partono i saldi in Campania e Basilicata, poi in ordine sparso in altre Regioni, può spiegarmi quali vantaggi crea? Ci spiegavano al Gruppo Coin che la baraonda dei saldi con date diverse nelle Regioni creava a loro problemi logistici operativi che spesso pur di partire nella stessa data preferivano prendere le multe. Lo sbarramento? Nei Paesi civili con il 3% non hai 3 Ministeri e neanche Governi, non è questione di legge elettorale ma di buonsenso. Rilfettiamo!!

  2. Luigi Di Porto

    Caro Muraro,
    non sono d’accordo. Il proporzionale pone l’enfasi sui partiti come rappresentanti della volontà degli elettori. Nella situazione attuale, con i partiti che rappresentano più dei gruppi di potere che delle ideologie, penso sia molto più importante la scelta di CHI ci rappresenta che non di quale partito. Io vorrei scegliere una persona e non un partito con un programma che tanto poi non verrà mai rispettato. Anche i sistemi unominali hanno i loro difetti ma almeno quando voti scegli una faccia e questo è possibile solo su piccoli collegi dove uno solo viene eletto.
    Noi siamo in una democrazia rappresentativa ma onestamente i persobnaggi che escono dai sistemi proporzionali non si capisce mai chi rappresentino.

  3. In due giorni questo articolo è già stato superato, infatti oggi Renzi ha proposto ben 3 forme di legge elettorale tra cui c’è anche quella del mattarellum rivisitato con premio di maggioranza.

  4. Jacopo Piletti

    Il proporzionale dà la possibilità a gente tipo casini di rimanere seduto su una poltrona: ci vuole il doppio turno come in Francia

    • Tino

      Con la maggior parte dei proporzionali usati in Europa, Casini sarebbe fuori dal parlamento dal giorno in cui la DC si è disgregata.

  5. Massimo Matteoli

    L’articolo è apprezzabile ma purtroppo il problema vero di oggi è politico e non è superabile con strumenti tecnici.

    Un paese strutturalmente diviso in tre blocchi non riuscirà mai ad esprimere una maggioranza numerica e gli strumenti per trasformare una minoranz a relativa in maggioranza assoluta dei seggi sono, per evidenti motivi, estremamnete delicati da asssumere e potenzialmente molto pericolosi.

    Cosa fare, allora?

    Certo cerchiamo la soluzione migliore e le argomentazioni del Prof. Muraro meritano attenzione proprio perchè segnalano questo problema di rappresentatività, ma è ancora più urgente ricostruire un rapporto diretto tra eletti ed elettori, eliminando l’osceno controllo che il porcellum consentiva ai capi partito.

    La prima emergenza è evitare altre liste bloccate (che le picccole sono sbagliate e pericolose come le grandi) e lasciare la scelta degli eletti ai cittadini.

    Solo mandando in Parlamento dei rappresentanti veri degli elettori c’è da sperare che gli eletti,, quale che sia il risultato, trovino il modo di un “accordo” nell’interesse superiore del paese.

    • rob

      ..Un paese strutturalmente diviso in tre blocchi”
      …e in 21 signorie!

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