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La crisi fa crescere le fatture dei maghi

Nei primi sei mesi del 2013 il fatturato presunto di maghi, cartomanti e simili avrebbe raggiunto gli 8,3 miliardi. In crescita netta rispetto a solo pochi anni fa. Un fenomeno che potrebbe essere collegato alla crisi economica. Eppure anche i tedeschi dimostrano una certa passione per l’occulto.

 

I NUMERI DELL’OCCULTO

Esiste una relazione tra l’intensificarsi del ricorso a maghi e cartomanti e la crisi economica? Quasi che le difficoltà economiche imponessero di affiancare le aspettative e le scelte con elementi di irrazionalità, ovvero rendessero necessaria una conferma di fiducia ricorrendo a consulenze paranormali.
Non possediamo un data set sufficientemente ampio per procedere ad analisi econometriche che offrano relative certezze sul tema, ma una ricognizione a volo d’uccello di alcuni recenti materiali che indagano l’“espansione” dell’occulto ci permette, quanto meno, di formulare qualche credibile osservazione.
Più di una ricerca sembra confermare l’assunto di partenza. Nei primi sei mesi del 2013, il fatturato (presunto) dell’occulto, qui inteso come il settore nel quale lavorano maghi, cartomanti, fattucchieri, cui vanno aggiunti spiritisti, sensitivi, rabdomanti, è aumentato del 18,5 per cento, passando da 7,5 miliardi a 8,3 miliardi. (1)
Un numero considerevole di operatori dell’occulto – 160mila – fornisce 30mila prestazioni giornaliere a quei quattro italiani su dieci che confidano nelle previsioni di chiaroveggenti, spendendo per una “consulenza” un importo variabile tra 50 e mille euro. Le donne li interrogano per conoscere il futuro in relazione alla vita affettiva, sentimentale e alla salute. Gli uomini concentrano la loro domanda su lavoro e denaro.
L’emergere del lavoro come argomento sul quale ottenere conferma o smentita di aspettative è ribadito da un’altra ricerca sul tema, quella condotta dal Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale (Cicap). Al cartomante o mago si chiedono previsioni sul lavoro, cercando di esorcizzare così l’incubo di perderlo o di non trovarlo per sé ma anche per i figli. Poi, a seguire, le domande cercano rassicurazioni su affari in corso, salute, amore perso o trovato. (2) Si intensificano i contatti tra i maghi e gli indovini e i professionisti della finanza, i top manager e gli imprenditori, finalizzati a conoscere sviluppi e tempi della crisi.
Uno studio del Codacons stima che siano 13 milioni i cittadini che si rivolgono al mondo dell’occulto, un milione in più rispetto al 2011 e oltre 3 milioni in più rispetto al 2001. (3)
Le difficoltà economiche, viene spiegato, e le aspettative all’insegna dell’incertezza oltre che la problematicità nel trovare lavoro, il bisogno di una rassicurazione personalizzata, spingono un numero crescente di italiani a cercare risposta nella cartomanzia, negli oroscopi a pagamento e nella magia, alimentando il fatturato degli operatori dell’occulto. Fatturato totalmente in nero, stimato in questa ricerca, in 6,3 miliardi di euro, sulla base di una spesa media pari a 500 euro.
Le modalità di pagamento delle prestazioni esoteriche variano molto: ora sono effettuate anche in natura (generi alimentari, gioielli); oppure ricorrendo a prestiti, con relativa rateizzazione del saldo, concessi a volte da organizzazioni specializzate in operazioni di usura.
Qualche anno addietro si era cimentato sui calcoli dell’economia dell’occulto anche l’Osservatorio antropologico: per il 2009 ne stimava il fatturato in 5 milioni di euro, con un’evasione pari al 95 per cento. (4) La differenza tra i numeri di cinque anni fa e quelli attuali potrebbe essere un’ulteriore dimostrazione del rapporto tra crisi e ricavi dell’occulto, un’attività, detto per inciso, che ha costi di produzione minimi. Sempre secondo l’Osservatorio antropologico, i clienti si concentrerebbero per il 42 per cento nel Nord, per il 27 per cento nel Centro, per il 18 per cento nel Sud e per il 19 per cento nelle Isole.

COSA SUCCEDE IN GERMANIA?

Fin qui, i dati sembrano confermare una relazione tra crisi ed economia dell’occulto. Ma a sconvolgere il quadro arrivano i numeri del settore in Germania, paese che non ha risentito come altri degli effetti della crisi. (5) Nel 2002 il giro di affari legato all’occulto veniva stimato nella Repubblica federale tedesca in 9 milioni di euro. Dieci anni dopo era più che raddoppiato (20 miliardi) e una proiezione al 2020 indica una cifra pari a 35 miliardi.
Tutto da rifare? Probabilmente, chi vorrà esercitarsi sull’economia dell’occulto dovrà ben delimitare il suo campo di studio. Nell’ultima ricerca citata, per esempio, vi si fanno rientrare anche terapie alternative, pratiche e dottrine spirituali, antroposofia e teosofia. I compassati tedeschi credono ai miracoli (55 per cento) e alla rinascita dopo la morte (26 per cento).Con una forte tendenza verso l’individualizzazione, col bisogno cioè di mettere insieme elementi che siano matrice di una personale Bildung, e per costruirsi una propria concezione del mondo, una nuova Weltanschauung, e agire in base a questa. Insomma, non sempre l’“espansione dell’occulto” richiede una crisi nell’economia, come ci insegna del resto la storia degli astrologi di corte nell’opulenta età rinascimentale.

 (1) Contribuenti.it, 30 luglio 2013. L’indagine è stata condotta per conto del magazine dell’Associazione contribuenti italiani dal Centro studi e ricerche “Antonella Di Benedetto” di Krls Network of Business e resa pubblica il 20 luglio scorso a Roma nel corso del convegno “Italiani e fattucchieri in tempo di crisi”.
(2) “Boom di maghi e cartomanti: «Riuscirò a trovare un lavoro? »”, La Stampa.it, 28 agosto 2013.
(3) Quotidianonet, “Crisi. 13 milioni di italiani si rivolgono ai “maghi”. È boom dell’occultismo”, 27 maggio 2013.
(4) P. Salvato, “L’economia dell’occulto non conosce crisi”, giornalettismo.com, 5 febbraio 2010.
(5) A. Alviani, “Germania, la repubblica dell’occulto”, La Stampa.it, 16 maggio 2013.

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  1. Alessandra

    Spiegare l’aumento dell’occultismo usando parametri economici travisa completamente il fenomeno, che ha radici di altra natura. Forse gli economisti dovrebbero smettere di pensare che si può spiegare tutto con la loro pseudo scienza.

    • raffaella

      E infatti l’articolo, proprio all’inizio, dice chiaramente: “Non possediamo un data set sufficientemente ampio per procedere ad analisi econometriche che offrano relative certezze sul tema, ma una ricognizione a volo d’uccello di alcuni recenti materiali che indagano l’espansione dell’occulto ci permette, quanto meno, di formulare qualche credibile osservazione. Si tratta quindi di semplici osservazioni, tanto è vero che poi si fa anche il caso della Germania, dove non c’è crisi. La crisi economica può anche essere un elemento aggiuntivo e una chiave di lettura, ma non è l’unica e neanche la principale. Il punto è che l’ignoranza è la molla che spinge tra le braccia di questi maghi e affini, l’ignoranza dilagante sopratutto in Italia.

  2. Luigi Calabrone

    Oltre a far crescere le fatture dei maghi, la crisi fa aumentare le ipotesi di furto sistematico sulle pensioni. I pensionati “ricchi” vengono addebitati al pubblico disprezzo (come una volta gli ebrei) come ladri e asociali. Si dà per sicuro che chi percepisce una pensione oltre i 2.000 euro lordi mensili (1500 netti) – indipendentemente dal numero di anni maturati e dell’età anagrafica – non la meriti e abbia in qualche modo defraudato la società e che pertanto vada punito.
    Si propongono ingegnosi sistemi per tosare questi ricchi pensionati. Il ministro del lavoro – quello che da capo dell’Istat non aveva avuto il coraggio di fare un’analisi del costo della politica italiana nei confronti dell’Europa – fa capire che è favorevole all’esproprio. Pensosi economisti trovano un sacco di buone ragioni per derubarli. Sono gli effetti della crisi, condita con l’odio per i “ricchi” e con la demagogia.
    Vivano gli oroscopi e i maghi! I maghi e gli astrologhi sono persone più serie; almeno, quando aprono bocca, sono ben consci di dire sciocchezze e che i loro guadagni sono proporzionali alla credulità dei loro ascoltatori.

  3. Alberto Capece Minutolo

    L’idea che la tenuta economica della Germania sia tout court estensibile anche ai tedeschi come popolazione generale è del tutto peregrina. Chi conosce appena la realtà tedesca sa bene come in realtà le cose non stiano affatto così: negli ultimi anni c’è stata un’esplosione della disuguaglianza sociale che ha fatto la Germania il Paese più diseguale d’Europa e si è avuto l’aumento vertiginoso dei mini jobs, ossia della versione tedesca della precarietà. Oltre alla continua diminuzione di aiuti e sussidi. Incertezza e insicurezza sono molte aumentate anche tra la media borghesia che si sentiva al riparo. Perciò non è affatto strano che anche nel cielo sopra Berlino sia cresciuta la propensione verso l’occulto o comunque approcci alternativi di ogni tipo. E questo purtroppo ci insegna le modalità grossolane con cui gli economisti cercano di interpretare la realtà sociale.

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