Nel Jobs act di Matteo Renzi diverse idee innovative ma anche proposte discutibili, come i piani industriali e il taglio del costo dell’energia per le piccole imprese. Meglio concentrarsi su regole d’ingresso nel lavoro e ammortizzatori sociali, trovando coperture e passando dalle premesse alle proposte concrete. Le premesse non devono diventare le solite promesse.
Mentre il Senato approva il cosiddetto decreto Imu-Bankitalia (che tristezza vedere la riforma della nostra banca centrale abbinata al tormentone delle tasse sugli immobili!), calcoliamo il massimo esborso legato al buyback delle quote sopra il 3 per cento che potrebbe essere a carico di via Nazionale: circa 4,2 miliardi. Non poco. Anche perché non è affatto sicuro che riuscirà a rivenderle allo stesso prezzo.
Si predica bene e si razzola male. Dopo aver condannato le scatole cinesi, è il Governo a costruire catene societarie col ministero dell’Economia al vertice. Scopo: fare cassa senza perdere il controllo delle imprese.
Né risparmi significativi, né semplificazione, né riordino. Il provvedimento che avrebbe dovuto abolire le province, portato in parlamento dal ministro Delrio, è illusorio. Le svuota di alcune funzioni trasferite ai Comuni con modalità complicate e in tempi lunghi.
Il Governo vuole razionalizzare le detrazioni fiscali per aumentare il gettito di svariate centinaia di milioni di qui al 2016. Se il progetto non darà maggiori entrate previste, scatterà una clausola di salvaguardia: tagli lineari delle detrazioni stesse.
Bene che sia calato lo spread dei titoli di Stato italiani. Ma non è tanto merito nostro, quanto di una riduzione generalizzata dei rendimenti nei paesi del debito e dell’aumento del rendimento dei Bund tedeschi.
Dale T. Mortensen, premio Nobel per l’Economia 2010 per la sua teoria della disoccupazione come fenomeno d’equilibrio, ci ha lasciato dopo una malattia che ce lo ha portato via in pochi mesi. Lo vogliamo ricordare qui con la sua lezione al Festival dell’Economia 2012.

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