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Il Punto

Né Irap, né Irpef. Bene concentrare tutte le risorse disponibili nel tagliare i contributi sociali, il modo più diretto di tagliare il cuneo fiscale. Ecco come.
Dalle elezioni per il Parlamento europeo del prossimo maggio usciranno rafforzate le formazioni politiche euroscettiche e anti-europee. Un esito annunciato, data la latitanza delle istituzioni sovranazionali europee. A cosa serve l’Europa?
Come si comporterà il governo Renzi, sostenuto da un’eterogenea maggioranza, in tema di liberalizzazioni e privatizzazioni? Se guardiamo come hanno agito i governi dei paesi Ocse, scopriamo che quelli di destra hanno prevalentemente privatizzato, mentre quelli di sinistra hanno spinto di più le liberalizzazioni.
Una prima analisi dei risultati dei concorsi per l’abilitazione all’insegnamento universitario. Vediamo quanto hanno influito sui risultati la produzione scientifica dei candidati e le citazioni, il genere, le caratteristiche della commissioni e le eventuali relazioni tra esaminandi e commissari.
Il 97 per cento degli italiani considera la corruzione un problema nazionale ma solo il 2 per cento ammette di aver ricevuto richieste di tangenti. C’è contraddizione, forse anche omertà. E nel giudizio etico sulle bustarelle siamo più virtuosi della media europea. Come dire: le tangenti non mi riguardano, roba degli altri.
La sentenza dell’Antitrust che sanziona con 182 milioni Roche e Novartis riguarda il caso denunciato su lavoce.info nel luglio 2012 nell’articolo “Come risparmiare 200 milioni con un solo farmaco” di Nerina Dirindin e Nicola Magrini. Tanto che il provvedimento lo cita espressamente a pagina 55 dicendo che aveva “creato agitazione” e che i legali di Roche avevano commentato: “Urgente una iniziativa di Farmindustria”.

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Europei al voto con scarsa fiducia

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Per il cuneo fiscale seguire la strada maestra

  1. Piero

    Nell’economia reale privata, occorre un intervento di oltre 100 mld, le misure in atto del governo sono solo operazioni di marketing, le imprese non hanno più liquidità e non riescono a ricevere credito, i lavoratori non arrivano alla fine del mese, non penso che un risparmio fiscale di 200 euro annui o un risparmio di 1000 euro annui per le imprese sull’Irap, risolvi lo stato delle cose.

  2. Mario Rossi

    Nemmeno Lavoce cita i miei interventi che da anni oramai sottolineano come l’avvitamento del sistema di potere era inarrestabile. L’aumento della spesa pubblica clientelare e a soli scopi politici elettoralistici da tempo sta strozzando l’economia reale che alla fine è la stessa che con tassazione iperbolica la sostiene. Ora siamo veramente arrivati alla resa dei conti. Renzi non potrà far altro che tagliarla con colpi decisi di mannaia, facendo piangere molta gente ma cercando di salvare il salvabile di quell’imprenditoria Italiana che ha fatto la fortuna del paese per anni dopo la guerra. L’intreccio di malaffare e potere politico, basato sul mantenimento di uno status quo dell’Italia cosiddetta A non è sostenibile perché nessuno lo vorrà più finanziare visto che si può adesso investire perfino nella povera Africa di cui si riempiono ancora la bocca missionari e sciacalli di ogni sorta. Per produrre benessere altra strada non esiste se non quella del lavoro e della professionalità che per molti in questi anni è apparsa un po’ faticosa e financo impegnativa e che mal si concilia con le feste e la baldoria della “Bellezza” italiana e romana specialmente. Se non vogliamo che arrivi qualche creditore a pignorarci la vita dobbiamo essenzialmente impegnarci e cominciare a fare qualche piccolo sacrificio che è il pane della vita. Me lo hanno insegnato i miei genitori che dal nulla hanno creato il tutto e non sono mai andati alle feste mondane forti di un comodo stipendio pubblico pagato dal sangue di qualche altro poveraccio. Ora i poveracci, anche volendo non ce la fanno più a mantenervi e quindi adesso è il momento di pagare!

  3. Piero

    Provvedimenti Renzi: tutto ok, ma non sono risolutori. Si deve intervenire immediatamente per dare liquidità alle imprese che stanno chiudendo per mancanza di credito. Questo problema non si è ancora capito: si deve intervenire sul punto con decreto legge, sicuramente sarà un provvedimento di impatto meno mediatico di quello già annunciato per i 1000 euro annui sulla busta paga, ma sicuramente sarà più efficacie perché fa girare l’economia (il motore se non ha l’olio non gira). Oggi il tessuto economico italiano sta crollando, ogni giorno vi sono chiusure o richieste di concordato per le nostre Pmi lasciate allo sbando dalla politica. Ricordo a Renzi che diminuire le tasse ai lavoratori se non gli viene salvato il posto di lavoro non serve a niente.

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