L’Irap così com’è oggi assicura una rendita fiscale alle imprese ad alta intensità di capitale all’interno di uno stesso settore, ma anche ad interi settori di attività: banche, telecomunicazioni ed energetico rispetto al settore industriale in senso stretto. Uno sgravio integrale sul costo del lavoro li avvantaggerebbe ulteriormente. Per aiutare l’industria esportatrice, invece, è assolutamente necessario redistribuire il carico fiscale mediante una razionalizzazione dellimposta, intervenendo poi sull’aliquota per abbassarla ulteriormente. Interventi più o meno radicali sullIrap erano previsti dalla legge n. 80/2003 (di “Delega al Governo per la riforma del sistema fiscale statale”). Negli ultimi quattro mesi è invece maturata la decisione di intervenire non già in applicazione della legge delega bensì sullonda emotiva della causa pendente innanzi la Corte di giustizia di Lussemburgo. La nascita dellIrap nel 1998 La tabella 1 riporta la griglia di aliquote dal 1998 ricordando la diminuzione di pressione fiscale che si verificò alla nascita. Attualmente, tranne lagricoltura, tutto il settore privato è inciso con unaliquota del 4,25 per cento. Ciò vuol dire che, rispetto alla situazione esistente nel 1997 e nel primo triennio di applicazione, banche e assicurazioni godono di una rendita fiscale annuale di circa 520 milioni di euro a prezzi 2001. La distorsione congenita tra i fattori La base imponibile Irap è formata dalla remunerazione dei fattori della produzione (lavoro e capitale) e dunque corrisponde al “valore aggiunto” di contabilità nazionale, ma al netto degli ammortamenti. A livello complessivo, per il settore privato, la base è costituita dal prodotto interno netto (Pin). È per questo motivo che fin dalla nascita molti osservatori dissero che limposta puniva il fattore lavoro e avvantaggiava il fattore capitale: efficacemente venne coniata lespressione che si trattava di “una tassa a favore dei robot”. È pertanto opportuno rendere innanzitutto neutrale limposta nei riguardi delle scelte imprenditoriali: questo risultato lo si ottiene con semplicità allargando la base imponibile agli ammortamenti e non già sfilando in tutto o in parte la remunerazione del lavoro dipendente. Altrimenti si otterrebbero effetti paradossali che finirebbero per acuire le distorsioni congenite. Infatti, le dotazioni di capitale fisso sono molto diverse tra i settori di attività e anche tra le imprese (grandi, medie e piccole) allinterno di un medesimo settore, così come la dotazione di lavoro dipendente che in un gran numero di imprese è totalmente assente. Corrispondentemente è molto diverso tra le imprese il peso degli ammortamenti dichiarati a fini fiscali nei bilanci. Limposta va dunque trasformata affinché essa incida il Pil (prodotto interno lordo) e non già il Pin. Con questa semplice ma cruciale operazione laliquota del tributo calerebbe al 3,50 per cento (vedi la tabella 4) per tutti i contribuenti con invarianza di gettito complessivo, ma con effetti redistributivi importanti tra imprese grandi e piccole. Il diverso peso degli ammortamenti fiscali Nella tabella 2 sono riportati gli ammortamenti fiscali delle imprese del settore privato extra-agricolo, mentre nella tabella 3 si possono vedere i valori pro-capite riferiti alloccupazione di fonte Istat. La manovra di politica economica A questo punto il “come agire?” per alleggerire il tributo non deve dimenticare quale sia la sua vera natura. Da un punto di vista tecnico, lIrap è unimposta reale sulla produzione senza alcuna parentela possibile con altri tributi. Il suo carattere riferito alla produzione tout court non consente differenziazioni di aliquote ovvero deduzioni di pezzi di base senza alterare la sua necessaria e cruciale neutralità verso le scelte dimpresa. Ecco dunque che la manovra più semplice da fare, con lobiettivo di alleggerirne il carico fiscale, è quella di abbassare ulteriormente laliquota in modo uguale per tutte le imprese. Il quantum dipende unicamente dalla disponibilità finanziaria. Non si possono agevolare gli oligopoli interni Con uno sgravio integrale sul costo del lavoro, a cui corrisponde un costo di circa 12mila milioni di euro, il solo settore bancario godrebbe di un beneficio pari a circa 944 milioni (con riferimento al 2004): questi soldi si sommerebbero alla cospicua rendita fiscale di cui si è detto allinizio. Analogamente i settori oligopolistici interni (energia, trasporti e comunicazioni) godrebbero di un cospicuo beneficio perché hanno valori del costo del lavoro pro-capite più elevati (vedi. la tabella 3, colonna W). Labbassamento progressivo dellaliquota Irap Si arriva così alla conclusione, non immediatamente intuitiva, che per aiutare lindustria esportatrice, concentrata nella seconda riga delle tabelle (ed in parte anche nella prima), essendo preclusa la strada dei sussidi, si debba assolutamente redistribuire il carico fiscale mediante una razionalizzazione dellIrap e poi agire in primis sullaliquota abbassandola ulteriormente. Unaliquota finale al 3 per cento oppure al 2,5 per cento rispetto a quella odierna del 4,25 per cento non necessita di molte spiegazioni: lo sgravio è immediatamente comprensibile a tutti gli operatori. I dati esposti nelle tabelle 2 e 3 portano verso questa conclusione giacché linclusione degli ammortamenti nella base imponibile Irap è il solo modo per sostenere lindustria esportatrice senza penalizzare la piccola impresa e, soprattutto, senza favorire i settori di rendita quali le banche e gli oligopoli interni.
In due interventi su Italia Oggi (11 e 14 maggio) ho mostrato come le argomentazioni tecniche prodotte avverso la legittimità dellIrap non sono affatto plausibili. In questa situazione le modifiche al tributo dovrebbero realizzarsi con lintento di alleggerire il carico tributario per le imprese esportatrici in una congiuntura difficile evitando il corto circuito logico che si verificherebbe qualora si agisse, semplicisticamente, sulla componente del costo del lavoro. Il ragionamento è articolato e necessita di un breve riepilogo delle questioni sul tappeto.
La peculiarità di banche e assicurazioni va tenuta bene a mente per tutto il discorso successivo al fine di non sbagliare la prospettiva del ragionamento.
Prima di arrivare a questa conclusione vediamo come si distribuiscono gli ammortamenti fiscali.
Nel 2001, il 38 per cento degli ammortamenti fiscali si concentra in cinque settori di attività economica: banche e assicurazioni, estrattivo, chimico, energia, trasporti e telecomunicazioni. Si tratta di settori oligopolistici che operano al riparo della concorrenza internazionale e che occupano solo il 12,39 per cento del lavoro totale (settore privato extra-agricolo). Le imprese della classe di addetti 1-19 espongono il 27,59 per cento degli ammortamenti e occupano il 57,65 per cento della forza-lavoro totale mentre le imprese della classe con venti addetti e oltre occupano il 29,96 per cento della forza-lavoro e rappresentano il 34,55 per cento degli ammortamenti fiscali. Pertanto, rispetto a una media nazionale di 6.805 euro di ammortamenti per occupato totale, il settore delle piccole e medie imprese ha un pro-capite di 3.257 euro, le imprese della classe 20 e oltre un valore di 7.847, mentre gli oligopoli interni (banche eccetera) hanno un valore medio di 20.804 euro. Le cifre riportate sono più efficaci di tanti discorsi: la tassa a favore dei robot deve essere vista sotto almeno due aspetti. Il vantaggio per le imprese ad alta intensità di capitale allinterno di uno stesso settore (ad esempio, industria meccanica), ma anche il vantaggio di interi settori di attività rispetto a tutti gli altri: banche, telecomunicazioni ed energetico rispetto al settore industriale in senso stretto.
Sono certamente possibili anche altri interventi ma solo allinterno del discorso pregiudiziale che propugna lallargamento della base imponibile per i motivi di equità. Non ha invece senso logico la creazione di una “no tax area” per lIrap perché essa è incoerente con la natura dellimposta, oltre a rappresentare una complicazione in sede di dichiarazione. In effetti, la no tax area avrebbe una sua dignità solo come contromossa per bilanciare leventuale manovra (unilaterale) sul costo del lavoro: insomma un bel pasticcio posto che gli interventi in materia fiscale devono sempre essere i più semplici e chiari possibili.
Tabella 1. Aliquote Irap determinate dallo Stato | ||||||
Settori | 1998-99 | 2000 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 |
Agricoltura e pesca | 1,9% | (2,3%)* 1,9% | (2,5%)* 1,9% | (3,1%)* 1,9% | (3,75%)* 1,9% | (4,25%)* 1,9% |
Intermediazione monetaria e assicurazioni | 5,4% | 5,4% | 5,0% | 4,75% | 4,25% | 4,25% |
Altri settori privati | 4,25% | 4,25% | 4,25% | 4,25% | 4,25% | 4,25% |
Pubblica amministrazione | 3,8% e 9,6% | 8,50% | 8,50% | 8,50% | 8,50% | 8,50% |
* La previsione di crescita progressiva dell’aliquota in agricoltura non è stata realizzata. Per gli anni 2005 e 2006 il Governo prevede di innalzare l’aliquota in agricoltura rispettivamente al 3,75% ed al 4,25%. Nota bene: a suo tempo la Corte dei conti precisò che il gettito previsto, inclusa la pubblica amministrazione, per il 1998 era di 65.928 miliardi di lire, mentre il gettito effettivamente incassato fu di 52.046 miliardi con una diminuzione di 13.882 miliardi (-21,06% sulla previsione). Lo scarto si tradusse in una apprezzabile minore pressione fiscale per il settore privato. |
Tabella 2. Gli ammortamenti fiscali dichiarati nel 2001 per settore e classe dimensionale nel settore privato extra-agricolo e le componenti della base Irap tipo PIN e tipo PIL (milioni di ) | |||||||||||
Addetti e settori | Ammortamenti fiscali | Occupati totali | Occupati dipendenti | Occupati indipendenti | Base PIN | Costo del lavoro W | Risultato netto di gestione RNG | Comp. % RNG | Base PIL | Risultato lordo di gestione RLG | Comp. % RLG |
Classe 1-19 | 29.284 | 8.992.002 | 3.692.440 | 5.299.562 | 200.618 | 71.794 | 128.825 | 57,17% | 229.902 | 158.109 | 47,70% |
Classe 20 e > | 36.671 | 4.673.305 | 4.589.854 | 83.451 | 180.155 | 127.993 | 52.163 | 23,15% | 216.826 | 88.834 | 26,80% |
Banche & ass.*, Estrattivo, Chimico, Energia, Trasp.& Telecomunicazioni | 40.192 | 1.931.938 | 1.851.257 | 80.681 | 126.980 | 82.639 | 44.341 | 19,68% | 167.172 | 84.533 | 25,50% |
TOTALE | 106.147 | 15.597.245 | 10.133.551 | 5.463.694 | 507.752 | 282.425 | 225.328 | 100,00% | 613.900 | 331.475 | 100,00% |
Fonte: I dati occupazionali sono ISTAT ed escludono i servizi domestici; la classe di addetti 1-19 si riferisce a tutti i settori di attività. La classe 20 ed oltre non comprende i settori elencati nella terza riga. Gli ammortamenti sono desunti dalle dichiarazioni. | |||||||||||
* Gli ammortamenti delle banche escludono quelli delle società finanziarie di leasing. | |||||||||||
Nota Bene: base imponibile PIN = W + RNG; base imponibile PIL = W + RLG. |
Tabella 3. Gli ammortamenti fiscali dichiarati nel 2001 per settore e classe dimensionale nel settore privato extra-agricolo e le componenti della base Irap tipo PIN e tipo PIL. Valori pro-capite in . | |||||||
Addetti e settori | Ammortamenti per occupato totale | Ammortamenti per dipendente | Base PIN per occupato | Costo del lavoro W pro-capite | Risultato netto di gestione RNG per indipendente | Base PIL per occupato | Risultato lordo di gestione RLG per indipendente |
Classe 1-19 | 3.257 | 7.931 | 22.311 | 19.443 | 24.309 | 25.567 | 29.834 |
Classe 20 e > | 7.847 | 7.990 | 38.550 | 27.886 | 625.071 | 46.397 | 1.064.503 |
Banche & ass.*, Estrattivo, Chimico, Energia, Trasp.& Telecomunicazioni | 20.804 | 21.711 | 65.727 | 44.639 | 549.581 | 86.530 | 1.047.741 |
TOTALE | 6.805 | 10.475 | 32.554 | 27.870 | 41.241 | 39.360 | 60.669 |
Fonte: I dati occupazionali sono ISTAT ed escludono i servizi domestici; la classe di addetti 1-19 si riferisce a tutti i settori di attività. La classe 20 ed oltre non comprende i settori elencati nella terza riga. Gli ammortamenti sono desunti dalle dichiarazioni. | |||||||
* Gli ammortamenti delle banche escludono quelli delle società finanziarie di leasing. | |||||||
Nota Bene: il costo del lavoro pro-capite nel settore bancario è di 60.000 euro. |
Tabella 4. Anno 2001: gli effetti di uno sgravio di 3,6 oppure 5,4 oppure 10,8 miliardi di agendo solo sull’aliquota IRAP | |||||||
Branche di attività economica | Base ed imposta 2001 | Base ampliata e riduzione di aliquota | |||||
Base IRAP “PIN” | Aliquota 4,25% | Base IRAP “PIL” | Aliquota 3,48% | Aliquota 2,90% | Aliquota 2,60% | Aliquota 1,72% | |
Industria manufatturiera | 155.838 | 6.550 | 187.532 | 6.524 | 5.437 | 4.876 | 3.227 |
Industria estrattiva, chimica ed energetica | 34.574 | 1.469 | 49.058 | 1.707 | 1.422 | 1.275 | 844 |
Industria delle Costruzioni | 35.524 | 1.474 | 40.577 | 1.412 | 1.177 | 1.055 | 698 |
Commercio | 77.000 | 3.207 | 88.104 | 3.065 | 2.555 | 2.291 | 1.516 |
Banche e assicurazioni (*) | 45.355 | 1.928 | 57.241 | 1.991 | 1.660 | 1.488 | 985 |
Altri servizi | 159.461 | 6.730 | 191.387 | 6.658 | 5.549 | 4.976 | 3.293 |
TOTALE | 507.752 | 21.358 | 613.899 | 21.358 | 17.800 | 15.961 | 10.564 |
Sgravio | 0 | 3.558 | 5.397 | 10.794 | |||
(*) Nella base “PIL” sono esclusi gli ammortamenti delle società di leasing finanziario. | |||||||
Nota Bene: Nei dati iniziali si ipotizza l’aliquota del 4,25% anche per banche ed assicurazioni. Gli sgravi a prezzi del 2001 corrispondono nel 2004 rispettivamente a: 4.000 milioni di , 6.000 e 12.000 milioni. | |||||||
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