Come certi ciclisti dilettanti, Spingendo forte, quasi forza del destino Le cronache narravan solamente Il telespettatore, un pò stupito Come un arcangelo, mi spunteran le ali Poi, per decenza, una breve inquadratura Quando ho sentito del recente paragone Il giorno dopo, per volare basso Ancor due mesi di campagna elettorale,
Rimasti indietro mentre il gruppo allunga,
A rincorrer si buttava avanti
dimenticando che la tappa è lunga.
Spremeva a fondo ogni sua risorsa
E il giornalista, servile e un pò meschino,
Dimenticava la testa della corsa.
Delleroica rimonta delleroe
Ai bordi della pista, la sua gente
Due file urlanti quasi fosser le sue boe.
Perdeva il conto di qualè il distacco
Ma lui ammiccava, alzando al cielo un dito:
Mezzo minuto, tra poco gli do scacco.
Ma il gruppo continuava a non vedersi
E lui sbuffando lanciava i propri strali
Contro i cronisti che a lui son sempre avversi.
Col gruppo che pedala e prende fiato
La voce ambigua, con qualche forzatura,
ammette che il distacco era invariato.
In mente mi è venuta questa storia
Oggi si accosta al gran Napoleone
E in più è più alto, lo dice senza boria.
Delle elezioni è il novello Gesu Cristo
Rispetto a Prodi ha tutto un altro passo
Che quello è buono al più per “Chi lha visto”.
qualaltro esempio estrarrà dal suo cappello?
Abramo, Superman, forse i due Abbagnale,
lui contro i Mori sarà Carlo Martello?
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