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Cosa resta del Dpef nella Finanziaria

Il Dpef prevedeva interventi strutturali in quattro settori fondamentali: sanità, pubblico impiego, enti locali e pensioni. La Finanziaria appena approvata vede sì una riduzione degli stanziamenti complessivi per i quattro comparti, ma un incremento nelle uscite totali della pubblica amministrazione, dovuto a maggiori risorse destinate a ferrovie e strade. Inoltre, i risparmi si concentrano solo su enti locali e sanità, mentre aumentano i fondi per pubblico impiego. Per le pensioni aumentano le entrate.

Il Documento di programmazione economica e finanziaria 2007-2011 approvato in luglio si poneva come obiettivo la riduzione o almeno il contenimento della spesa pubblica, intervenendo sui suoi aspetti strutturali. Chiedeva quindi di incidere sulle tendenze dei quattro grandi comparti: il sistema pensionistico, la sanità, l’impiego pubblico e gli enti locali.
Alla luce della legge Finanziaria 2007 appena approvata al Senato, l’obiettivo viene solo in parte raggiunto.

Cosa dicono i numeri

Se guardiamo ai numeri, riscontriamo un aumento della spesa di 2,3 miliardi di euro per il 2007 – aumento progressivamente decrescente negli anni a seguire (tabella 1). Viene, invece, largamente rispettato il secondo obiettivo indicato nel Dpef, ovvero “la ricerca di nuove entrate”. La variazione delle entrate complessive si aggira intorno ai 15,5 miliardi, dei quali circa 6 miliardi provengono dalla manovra sul trattamento di fine rapporto. Il saldo, cioè la riduzione del deficit 2007 imputabile alla Finanziaria, è dunque pari a 13,2 miliardi di euro.

Tabella 1 – Variazione di spese ed entrate e correzione del deficit nella Finanziaria 2007 (milioni di euro)

 

2007

2008

2009

VARIAZIONE SPESE

2.327

1.996

1.809

VARIAZIONE ENTRATE

15.580

12.116

14.306

AGGIUSTAMENTO (CHECK)

-13.253

-10.120

-12.497

Fonte: elaborazione dati da legge finanziaria 2007 e decreto legge 262

Quelle riportate nella tab. 1 sono variazioni nette: per le spese la differenza tra incrementi di spesa e diminuzioni di spesa, lo stesso per le entrate.
Un altro modo di guardare alla manovra è considerare le variazioni lorde (Tabella 2): per il 2007 la manovra ha reperito nuove risorse (tra aumenti di entrate e riduzioni di spesa) per quasi 33 miliardi. Di questi, 19,5 miliardi sono serviti a finanziare nuove spese e riduzioni di entrate. La parte restante (13,3 miliardi) è andata a ridurre il disavanzo.

Tabella 2: Manovra lorda e correzione disavanzo (valore in milioni di euro)

2007

2008

2009

REPERIMENTO RISORSE

maggiori entrate

21,811

21,712

23,971

minori spese

10,886

15,855

17,179

Totale manovra lorda

32,697

37,566

41,151

IMPIEGO DI RISORSE

minori entrate

6,231

9,596

9,665

maggiori spese

13,213

17,850

18,989

Totale impieghi

19,444

27,446

28,654

CORREZIONE DISAVANZO = Manovra lorda – Totale impieghi

13,253

10,120

12,497


Fonte: elaborazione dati da legge finanziaria 2007 e decreto legge 262

Tornando ai quattro comparti di spesa indicati nel DPEF, in effetti gli stanziamenti complessivi per tali comparti diminuiscono di quasi 5 miliardi di euro (tabella 3), in linea con le indicazioni del Dpef. Tuttavia, la diminuzione nei quattro comparti è più che compensata dai maggiori stanziamenti in altri capitoli di spesa. I più consistenti sono quelli relativi al rifinanziamento dell’attività delle ferrovie e dell’Anas.

Tabella 3 – Evoluzione della spesa totale e nei quattro comparti (milioni di euro)

2007

Variazione delle spese nei quattro comparti

-4.885

Variazione altre voci di spesa pubblica

7.212

Variazione spesa totale

2.327

Fonte: elaborazione dati da legge Finanziaria 2007 e decreto legge 262

Un’analisi più dettagliata dei quattro comparti fondamentali rivela però che gli obiettivi di contenimento della spesa sono in realtà concentrati soltanto in due di essi: sanità e enti locali. Le tabelle 4 e 5 mostrano, infatti, un incremento degli esborsi per il pubblico impiego nel 2007 di circa 700 milioni, determinati soprattutto dai rinnovi contrattuali (circa un miliardo) e dalla spesa per la scuola (circa 230 milioni di euro). Mentre le uscite per la previdenza crescono di circa 500 milioni di euro, un incremento quasi interamente dovuto al fondo erogazione Tfr, +424 milioni.
Il sistema pensionistico, però, è interessato anche da un notevole incremento delle entrate – oltre 9 miliardi di euro – ottenuto grazie agli incrementi delle aliquote contributive e al trasferimento del Tfr all’Inps (5.938 milioni di euro).
I tagli alla spesa per gli enti locali provengono dalla nuova formulazione del Patto di stabilità interno, che prevede una riduzione dei trasferimenti di oltre 3 miliardi di euro.
Per la sanità, l’abbattimento dei costi è costituito per la maggior parte da misure strutturali di contenimento delle spese (944 milioni), dall’abbattimento delle tariffe per le prestazioni automatizzabili e dall’introduzione del ticket per pronto soccorso e specialistica (859 milioni).

 

Tabella 4 – Variazione della spesa e delle entrate nel pubblico impiego, sanità, previdenza ed enti locali (milioni di euro).

2007

2008

2009

Pubblico impiego

Totale var. spese

727

2.160

2.030

Sanità

Totale var. spese

-2.858

-3.266

-4.066

Totale var. entrate

111

-59

45

Previdenza

Totale var. spese

521

912

1.635

Totale var. entrate

9.275

8.359

8.701

Enti Territoriali

Totale var. spese

-3.275

-4.071

-4.520

Fonte: elaborazione dati da legge Finanziaria 2007 e decreto legge 262.

Tabella 5 – Evoluzione della spesa 2007 nel dettaglio

Pubblico impiego

Mln. di euro

Minori spese correnti

Scuola

230

Altro

157

Maggiori spese correnti

Rinnovi contrattuali 2006-2007

1070

Altro

44


Sanità

Mln. di euro

Minori spese correnti

Misure strutturali contenimento spese

944

Abbattimento tariffe prestazioni automatizzabili

279

Ticket pronto soccorso e specialistica

859

AIFA

800

Altro

67

Maggiori spese correnti

Fondo cofinanziamento progetti regionali PSN

66

Altro

26

Minori entrate

Minori interventi correttivi

1290

Maggiori entrate

Proroga incremento automatico aliquote Sanità

1401

 

 

 

 

Previdenza

Mln. di euro

Minori spese conto capitale

Soppressione fondo garanzia accesso al credito

0

Maggiori spese correnti

Fondo erogazione TFR

424

Malattia apprendisti e malattia e maternità cococo

93

Altro

4

Minori entrate

Fondo erogazione TFR e Estensione sospensione quota TFR versata a fondo

234

Fondo erogazione TFR e Fondo erogazione TFR – estensione esonero

323

Riduzione premi Inail

100

Altro

35

Maggiori entrate

Fondo erogazione TFR

5938

Incremento aliquote pens. Artigiani e comm..

1355

Incremento aliquote pens. Lav. Dipendenti

991

Incremento aliquote pens. Parasubordinati

1287

Incremento contributi apprendisti

747

Contributo solidarietà pensioni d’oro

37

Incremento aliquote pens. Artigiani e comm..

0

Incremento aliquote pens. Lav. Dipendenti

-271

Incremento aliquote pens. Parasubordinati

-102

Incremento contributi apprendisti

0

Contributo solidarietà pensioni d’oro

-15

Fondo erogazione TFR – estensione esonero

0

Enti Locali

Mln. di euro

Minori spese correnti

Patto stabilità interno enti territoriali

3275

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Ma fa paura l’asilo nido?

  1. Rossi Mario

    Tempo fa inviai un commento ad un articolo dove per la verità fui molto pesante nei confronti del ministro del tesoro e non fu pubblicato. Mi auguro che sia stato solo per questo e non per il totale dissenso circa i comportamenti di quest’uomo.
    Il DPEF era un ottimo programma per un finanziaria di rilancio e competitività, dissi che non se ne sarebbe fatto niente perchè mancavano gli “attributi”. Coerenza vorrebbe che uil ministro del tesoro i dimettessse e non cantasse vittoria. Purtroppo per ovviare alla coerenza si dice che è stupido chi non cambia idea, io sostengo che è stupido chi non sostiene le proprie idee ed in caso contrariop non trate le coseguenze. Non mi dilungo perchè altrimente anche quetsa volta mi censurerete, ma la verità è la verità: questa finanziaria è di recessione mentre, ripeto, il DPEF era di rilancio. Qualcuno mi smentisca!

  2. Massimo Russo

    Il vero conflitto di interessi è presente nella pubblica amministrazione locale ed è incarnato nei sindaci e asssessori degli enti locali.
    Loro sono i veri soggetti in pieno conflitto di interessi: spendendo e sprecando risorse pubbliche solo per mantenere il consenso elettorale.
    Conoscono bene il quadro economiso e finanziario degli enti che ammnistrano, le cause ed i mali ma non intervengono perchè si corre il rischio che si affievolisce il consenso.
    E’ il cane che si morde la cosa.

  3. pasquale andreozzi

    niente da dire sui numeri,ora come sempre i vs numeri sono ben circostanziati, difficilmente confutabili.
    ma che alternative ha un governo che si aggrappa ad un isolotto di circa 25milavoti?
    tutti volevamo sconfiggere berlusconi ma solo alcuni avevano ammesso, con imbarazzo visto ilclima preelettorale, che se la vittoria non fosse stata solida, i problemi si sarebbero riaperti all’interno della coalizione e soprattutto fra i piccoli che naturalmente non sperano né vogliono erodere voti alla destra. detto questo, oggi siamo alle solite, a parole tutti vogliono “cambiare passo”, “produrre uno scarto” e “registrare una discontinuità”, nei fatti nessuno rinuncia a niente, neppure alle parole: che volete? i partiti gestiscono potere. stupisce però la sinistra “con la testa” che, piegata sulle carte, illanguidisce ogni giorno di più.
    ho letto la premessa al DPEF ed ero stato preso da un sussulto, ma poi sono stati approvati 1536 commi ed io ingenuo che pensavo che non si potesse fare peggio di tremonti.
    lo vedono tutti che il bubbone principale è nella PA,non tanto nel numero di lavoratori,ma negli sprechi, le duplicazioni, l’ncapacità, ma come i riformisti di inizio 900, manca il coraggio alla classe dirigente.

  4. Roberto Mastrofini

    Mi dispiace che ancora una volta ci sia qualcuno che si scaglia contri gli enti locali, nonostante tutti i dati economici ufficiali dimostrano che sono proprio i comuni gli enti pubblici maggiormente efficienti e dove si cercano soluzioni gestioanli innovative. basti pensare a molte delle riforme fatte in questi anni che nascono priprio dall’esperienza dei comuni italiani che tra l’altro sono importante soggetto per la creazione di investimenti.
    Mi pare assolutamente demagogico insistere su questo punto (anche se margini di miglioramento sono sicuramente possibili e sacche di sprechi e cattiva gestione ci sono ancora) invece di cercare i problemi della PA altrove.

  5. angelo cristofanelli

    Leggo un commento:ci si riscaglia verso i Comuni
    Perchè mentre tutto ciò che avviene a livello centrale viene analizzato,sezionato,portato sui media……i bilanci Comunali non li analizza nessuno.
    Ma ogniuno di noi vede nel proprio ambito gli sprechi e le allegre gestioni.La bella vita e l’arricchimento di “soggetti comunali” che vivono sui portoni dei municipi.Perchè poi non sono tanto i capitoli di spesa,che semmai la dicono lunga sulle “preferenze” di gestione.
    Le Delibere vanno lette per mappare il fiume carsico dove spariscono miliardi di euro.
    Gli incarichi esterni,le consulenze,gli importi erogati per ogni singola consulenza……i soggetti che forniscono le consulenze.Solo stando sul posto puoi vedere e capire come viene gestito il personale,le inefficienze e perchè no…..le capacità e la buona gestione quando c’è.
    Il comune di Taranto…..400 mln di buco……e già non se ne parla più.
    Affamare la bestia……per farla ragionare su come impiegare le risorse,i soldi del contribuente.

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