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Quando la teoria è di rigore

E se i rigori venissero battuti prima dei supplementari? Una proposta apparentemente strampalata trae fondamento dalla teoria dei giochi e presenta aspetti intriganti per migliorare ulteriormente lo spettacolo calcistico nei casi in cui, dopo 90 o 180 minuti, le sue squadre sono ancora in situazione di parità. Dal punto di vista dello spettatore, infatti, sono sempre molto emozionanti. Senza contare che i supplementari diventerebbero così ancora più avvincenti.

Giorni dopo la vittoria italiana dei mondiali, il presidente della Fifa, Sepp Blatter, definì “una tragedia” il decidere una finale mondiale ai calci di rigore. A quanto pare, Blatter vorrebbe introdurre alcune novità già dalla prossima edizione del torneo, fra quattro anni in Sudafrica e alcune possibilità allo studio sarebbero quelle di ridurre gradualmente il numero di giocatori nei tempi supplementari e giocare col golden gol.
Dopo aver perso tre mondiali di fila ai rigori (1990-1998), tra cui una finale, ci sembra quantomeno peculiare che una simile idea sia venuta in mente a Blatter solo dopo la vittoria dell’Italia (ricordiamo che a Berlino Blatter aveva disertato il palco delle premiazioni). Ma a parte questo, vogliamo qui segnalare una proposta formulata da Denis Gromb qualche anno fa sull’Equipe e poi ripresa in un articolo scientifico da Juan Carrillo. (1)

I vantaggi di un ribaltamento

L’idea è molto semplice: far tirare i rigori prima dei tempi supplementari. Dopo si giocano i tempi supplementari e se questi finiscono in parità (oppure al golden gol, la sostanza del ragionamento non cambia), allora la vittoria è assegnata alla squadra che ha vinto i calci di rigore precedentemente. Con un semplice modellino di teoria dei giochi l’autore mostra che, ovviamente, questo incentiva la squadra che ha perso i rigori a giocare in maniera più offensiva, mentre l’altra a essere più difensivista. La domanda interessante che ci si pone è se ciò aumenti o diminuisca il livello complessivo dell’intensità con cui si gioca offensivo, creando quindi una maggiore probabilità di fare o subire gol (per questo nel modellino teorico l’intensità di giocare offensivo è una proxy per lo spettacolo)..
La domanda non è banale nel senso che si confrontano due situazioni. Una in cui le due squadre hanno uno stesso incentivo “medio” ad attaccare, avendo uguale probabilità di vincere ex-ante (quando i rigori sono calciati dopo i supplementari). Nell’altra situazione invece una delle due squadre ha un maggior incentivo ad attaccare, mentre l’altra squadra ha un maggior incentivo a difendere (quando i rigori sono calciati prima dei supplementari). Se valgono alcune condizioni analitiche, il risultato è un maggior incentivo a giocare offensivo nel complesso.
È una domanda che compare in molti problemi di teoria degli incentivi e dei tornei, e qui viene applicata alle regole del calcio. In termini generali, l’obiettivo è quello di massimizzare l’impegno di lavoratori in un team o lo sforzo di concorrenti in una gara. La domanda è: questo obiettivo si raggiunge facendoli partire da condizioni uguali o generando invece situazioni di partenza asimmetriche? La cosa è ancora più complessa quando i compiti dei lavoratori sono in sequenza come in questo caso. Allora nasce un’altra domanda: qual è la sequenza ottimale per assolvere questi compiti?
Nel caso in questione, inoltre, appellandosi ad argomenti psicologici, alcuni suggeriscono che i giocatori tendano a sovrastimare la loro probabilità di vincere ai rigori (il che sarebbe un motivo per cui molte partite finiscono ai rigori). La proposta ovvierebbe a questo problema.
Dal punto di vista dello spettatore, in realtà i rigori, per quanto odiati, sono molto emozionanti e massimamente avvincenti. Farli battere prima probabilmente toglierebbe un po’ dell’adrenalina, perché ci sarebbe comunque una seconda possibilità di vittoria con i supplementari. Nello stesso tempo però i calci di rigore sarebbero battuti sempre, garantendo quindi sempre lo spettacolo della “lotteria dei calci di rigore”.
Infine la validità della proposta sarebbe forse verificabile con una facile indagine empirica. In fin dei conti far battere prima i calci di rigore equivarrebbe quasi (in realtà un po’ meno) a dare un gol di vantaggio ad una delle due squadre. Basterebbe quindi andare a vedere se le partite nei tempi supplementari diventano più avvincenti dopo che una delle due squadre ha segnato un gol. Un’aneddotica indagine nella mia memoria, nota fra gli amici per essere debole, mi racconta che questo è il caso, e quindi mi fa guardare con simpatia a questa proposta.

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(1) J.D. Carrillo, “Penalty Shoot-Outs: Before or After Extra Time?”, 2006, Cepr, Discussion paper No. 5579.

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  1. Selmi Federico

    I calci di rigore rappresentano il culmine di una battaglia che deve essere giocata ad armi pari fino alla fine. Solo dopo, se necessario, si tirano i calci di rigore. Questo è il calcio. Non riesco proprio ad immaginare Baggio o Baresi coi crampi di USA ’94 a calciare un rigore dopo soli ’90. La tensione non sarebbe stata al massimo, nè ci sarebbero stati i crampi alle gambe. Inoltre quel rigore sbagliato da Di Biagio non sarebbe diventato il simbolo di un’eliminazione o l’ultimo di Grosso la sintesi di una vittoria al Mondiale.
    Il rigore è il momento ultimo e cruciale, solo chi ha il giusto coraggio si presenta sul dischetto sapendo di essere irrimediabilmente deisivo per sè e per i compagni. Se sbagli è per sempre!
    Proposte di questo genere credo possano essere scientificamente interessanti, ma dubito che riescano a migliorare la spettacolarità di un gioco, il calcio, che ha solo bisogno di essere giocato più che cercarne delle improbabili e potenzialmente infinite modificazioni. In questo senso sono contrario anche al silver o al golden goal, introdotti guarda a caso da uno come Sepp Blatter che non ha mai giocato a calcio in vita sua…..sarei curioso di vedere fare due palleggi a chi propone certe stranezze!
    Da appassionato calcio dico: VADE RETRO GAME THEORY!

  2. Peter

    La proposta, come ogni proposta ragionata, merita di essere approfondita. E per farlo occorrerebbe provare. Premetto di essere scettico perchè l’emozione ed il pathos di una serie di calci di rigori o di un supplementare con handicap non sono “misurabili”. E se non posso quantificare correttamente i payoffs, la teoria dei giochi può dirmi tutto ed il contrario di tutto.

  3. nicolò b.

    Un’altra possibilità, non insensata, consisterebbe nel far tirare i rigori all’inizio dei 90 minuti regolamentari di gioco. Ciò avrebbe vari scopi, tra i quali segnalo: a) quella gara non potrebbe finire in parità; b) la squadra meno esperta (ad esempio, nelle competizioni internazionali), e quindi con maggiore probabilità di “perdere la testa” al 120 minuto, potrebbe giocarsela all’inizio (si pensi al famoso Roma-Liverpool del 1983); c) darebbe un fascino diverso alla partita (una squadra partirebbe con penalità, l’altra dovrebbe recuperare)

  4. Guido Giuliani

    FIFA & UEFA dovrebbero immediatamente introdurre la modalita’ “shoot-outs first”, perche’ ovvierebbe al piu’ grande problema delle sfide ad eliminazione diretta. Che non consiste nella soluzione ai rigori in se’, ma nella disputa di tempi supplementari di scarsa qualita’ tecnica e poco interesse.
    I supplementari piu’ spettacolari sono quelli in cui viene segnato un gol nei primi minuti. Di qui, scaturiscono 25’ di puro divertimento, con la squadra che ha subito il gol a cercare il pareggio con veemenza, anche se tecnicamente inferiore.
    Questa soluzione sarebbe ben vista dagli operatori televisivi, perche’ vi sarebbe uno spazio in piu’ per spot pubblicitari (tra rigori e supplementari).
    Dal punto di vista regolamentare, la proposta e’ perfetta per le partite secche (tipo i Mondiali), mentre nel caso di partite andata + ritorno occorrerebbe decidere se mantenere anche per i supplementari la regola “win on away goal(s)”. Due soluzioni: a) La vittoria “on away goal(s)”non vale ai supplementari; b) la regola vale ancora, e si utilizza il risultato dei rigori solo nel caso in cui i supplementari finiscano 0 a 0.
    Tutta da valutare (con interesse) sarebbe la strategia degli allenatori. Dopo il 90’, il bivio tra l’ingresso in campo di un difensore, oppure lo schema 4-2-4 in caso di esito negativo dei rigori.
    Infine, qualche considerazione (fanta)storica. L’entusiasmante epilogo di Italia-Germania 4 a 3 sarebbe rimasto intatto, poiche’ e’ certo che abatini e compagnia non avrebbero certo prevalso ai pre-rigori contro gli arcigni tedeschi. La finale Italia-Brasile di USA ’94 avrebbe potuto cambiare esito se il RobiBaggio nazionale, una volta terminata la sua stanca finale con il rigore al cielo, fosse stato sostituito da Casiraghi, che con Beppe Signori avrebbe potuto segnare un gol ai verdeoro gia’ in festa. Su Italia-Francia del 9 Luglio 2006 non mi pronuncio, ma molti confidano nel fatto che il buon Materazzi sarebbe riuscito a farsi incornare da Zidane entro i primi 90’.

  5. Corrado

    Da quando l’ho sentita proporre molti anni fa da Casarin, l’idea mi pare geniale nella sua semplicità. Il pathos attuale legato ai rigori non vale la noia dei 30 o 120 minuti che li precedono. Sono la partita e il movimento del pallone e delle squadre a dover essere salvaguardati, non quattro calci da fermo di giocatori con le gambe molli di stanchezza e di paura.

  6. Andrea Mariuzzo

    …ma l’avevo proposto io prima del paper (che poi peraltro ho letto)!. Ecco lo stagionato link… http://www.francorossi.com/?p=2685

  7. Calcio

    Ho recuperato dopo tempo questo interessante articolo. Un aspetto non analizzato riguarda i 90 minuti precedenti i rigori. Sapere che dopo 90 minuti ci sono sempre i rigori, che sono sempre spettacolari, potrebbe spingere gli sponsor a invogliare le squadre a finire in parità, perché così venderebbero spazi pubblicitari sicuri. Questo è solo uno dei tanti possibili aspetti che potrebbero spingere le squadre a mettersi d’accordo per finire i primi 90 minuti in parità e poi giocarsela nei supplementari

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