Credo di dovermi scusare con i lettori, perché dai commenti al mio articolo – prevalentemente incentrati sulla valutazione delle prestazioni individuali di dirigenti e personale – deduco che non sono riuscito ad esporre con chiarezza il mio ragionamento.
La mia intenzione era di spostare la discussione da un tema abusato da ormai quindici anni, di ben poco interesse per i cittadini/utenti ed essenzialmente interno ad amministrazioni e personale – quello delle valutazioni sui singoli dirigenti e dipendenti, che incontrano tra l’altro tutte le difficoltà e obiezioni sottolineate anche dai commenti – ad un tema sostanzialmente ignorato e che invece molto di più interessa la generalità degli utenti: quello della misurazione (innanzi tutto) e valutazione (poi) della qualità e costo dei servizi pubblici.
Credo che tutti conveniamo che i servizi pubblici sono uno strumento fondamentale della democrazia: il loro scopo è infatti offrire all’intera collettività, partendo dai meno abbienti, quella sicurezza, salute, istruzione, assistenza, mobilità ecc. che altrimenti solo i più abbienti potrebbero procurarsi sul mercato. Perciò, garantire alla generalità degli utenti servizi economici e di qualità significa ridurre le disparità sociali.
Se questo è vero, tutti dovremmo pretendere di poter conoscere qualità e costo dei servizi di cui fruiamo, sulla base di misurazioni e valutazioni fatte non (solo) da chi eroga i servizi, ma anche e soprattutto da soggetti terzi, perciò indipendenti. Che poi questo soggetto indipendente sia una Authority, o una profondamente riformata Corte dei Conti, o altro organismo, è secondario. L’importante è che possa e sappia svolgere bene – indirizzando, dettando criteri e metodologie, verificando – la propria funzione, magari operando come vertice di un network di organismi di misurazione e analisi specializzati nei diversi settori e che già in parte esistono.
Questo, lo ripeto, al solo scopo di consentire a tutti gli interessati – cittadini e imprese, organi di governo, management delle PA – di sapere quanto costa e di che qualità è il servizio erogato da questa o quella PA, per poter fare le proprie scelte da utenti, governanti e dirigenti e poter forse, così, stimolare un miglioramento degli stessi servizi.
Il tema della valutazione sui singoli e della remunerazione in base alle prestazioni dovrebbe venire dopo, molto dopo! E credo che, una volta poste queste nuove basi, potrebbe essere affrontato molto più facilmente ed equamente.

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Carlo D’Orta

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