Un taglio dei tassi di interesse inusuale per dimensioni e tempi quello appena deciso dalla Federal Reserve. Ma non รจ una risposta ai forti ribassi delle borse. Non di questo si occupa la banca centrale americana. Che invece ha visto aggravarsi i segnali di una possibile recessione. E ha agito di conseguenza. Mandando un messaggio chiaro: d’ora in avanti di fronte a mutamenti dell’economia che minacciano gli obiettivi di stabilitร di medio periodo, Bernanke e i suoi interverranno e lo faranno senza indugi.
Il 22 gennaio lยOpen Market Committee della Federal Reserve ha abbassato il Federal fund target di 75 punti base, portandolo al 3,5 per cento. ร il taglio piรน consistente realizzato in un solo giorno da quando la Fed ha instaurato le attuali procedure, piรน di venti anni fa. Solo in unยaltra occasione, il 15 novembre 1994, la Fed รจ intervenuta con una azione simile, ma si trattava di un innalzamento di 75 punti base. La decisione dellยOpen Market Committee non solo non ha precedenti per la sua dimensione: รจ stata anche presa al di fuori della struttura dei meeting programmati a scadenze regolari.
PERCHร ORA
I tempi e le dimensioni inusuali della decisione fanno pensare. Perchรฉ ora e non nellยincontro programmato del 30 gennaio? Le azioni di politica monetaria decise tra un meeting e lยaltro inducono un senso di urgenza che i cambiamenti introdotti dagli appuntamenti programmati non hanno: siamo di fronte a una emergenza? Se il presidente Bernanke e i suoi colleghi avessero avuto lยintenzione di aggiustare i tassi di interesse tra i meeting di dicembre e gennaio, perchรฉ non farlo allยinizio del mese?
Mi vengono in mente molte risposte a questa domanda, ma iniziamo da quelle che ritengo sbagliate. Il Fomc non ha agito perchรฉ la borsa stava cadendo vertiginosamente. ร importante considerare lยintero quadro della situazione. Lunedรฌ 21 gennaio era una festa nazionale negli Stati Uniti e le borse sono rimaste chiuse per un week end di tre giorni. Intanto, lunedรฌ e martedรฌ i mercati asiatici hanno subito forti perdite. Ciรฒ significa che le aperture di martedรฌ mattina sono avvenute sotto lยinfluenza dei forti ribassi dei mercati azionari asiatici. Alle 8 di martedรฌ mattina (ora della costa Est degli Stati Uniti), appena prima dellยannuncio del taglio dei tassi di interesse, il mercato dei future indicava che i principali indici della borsa di New York – il Dow Jones Industrial Average e lo S&P 500 Index – avevano buone probabilitร di aprire con un ribasso superiore al 5 per cento.
ร importante ricordare che la Fed non deve e non puรฒ tagliare i tassi di interesse ogni volta che la borsa cade, o minaccia di cadere, del 5 o 10 per cento in due o tre giorni. La banca centrale non รจ interessata alle frequenti giravolte dei mercati azionari, ma si concentra sullยandamento dellยeconomia reale: occupazione, redditi, vendite, e cosรฌ via. Si domanda se le condizioni finanziarie attuali siano adeguate al raggiungimento dellยobiettivo di medio periodo di una crescita forte e stabile con una inflazione bassa e stabile. E con la crescente difficoltร per chi li richiede, a ottenere prestiti, la risposta รจ ยnoย. E dunque la Fed ha dovuto tagliare i tassi di interesse.
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Lยimmediatezza del taglio ha la sua genesi sia nel peggioramento delle condizioni macroeconomiche nella settimana che si รจ conclusa il 18 gennaio 2008 sia nel probabile desiderio del presidente Bernanke e dei suoi colleghi di cambiare il modus operandi del Committee.
Partiamo dai dati: dallยinizio del mese abbiamo avuto un deludente bollettino sullยandamento dellยoccupazione (4 gennaio), un indice delle vendite al dettaglio in ribasso (15 gennaio), notizie di una produzione industriale invariata rispetto a dicembre (16 gennaio) e la conferma del drastico calo dellยedilizia residenziale (17 gennaio). Tutto ciรฒ induce a pensare che lยeconomia statunitense possa giร essere in recessione. La mia opinione รจ che il ciclo ha raggiunto il picco nel novembre 2007 e che da allora lยeconomia si sia contraendo, seppure per il momento in misura limitata.
Nel frattempo continuano le turbolenze sui mercati finanziari. Il mercato dei prestiti interbancari, che รจ stato allยorigine dei problemi in agosto, sembra essersi calmato, ma chi presta denaro esita ancora a estendere il credito ai debitori che non siano in grado di offrire le piรน ampie garanzie. E la crisi del credito non puรฒ che rendere piรน difficile la situazione.
Per rispondere alla tempesta che si andava preparando, in quattro mesi il Fomc ha tagliato quattro volte i tassi di interesse, per un totale di 2 punti percentuali. Vista in prospettiva, รจ la stessa dimensione della somma dei tagli da gennaio a aprile 2001, quando la Fed di Greenspan ha ridotto il Fed fund target dal 6 al 4 per cento attraverso una serie di cinque decisioni consecutive. E alla fine del 2001 sei ulteriori tagli avevano portato il tasso allย1,25 per cento.
Una seconda spiegazione per la tempistica della decisione รจ la possibilitร che gli attuali componenti del Fomc vogliano dimostrare di essere piรน reattivi di quanto la gente pensa. Gli studenti di politica monetaria sono sempre rimasti perplessi di fronte al gradualismo che รจ cosรฌ caratteristico delle decisioni della banca centrale. Se la giusta collocazione del tasso di interesse รจ 2 o 3 o 4 punti percentuali sotto o sopra il livello attuale, perchรฉ non cambiarlo in un colpo solo? Perchรฉ procedere con incrementi di 25 o al massimo 50 punti base? Per come lo interpretiamo noi, lยimpatto della politica monetaria sullยeconomia, riassunto dai modelli statistici, dร ben poche giustificazioni allยinerzia insita in questo tipo di percorso.
Ecco dunque una spiegazione alternativa del perchรฉ dei tempi e della dimensione del taglio di 75 punti base, oltretutto nellยintervallo tra due meeting programmati. Il presidente Bernanke e i suoi colleghi vogliono farci sapere che se osserveranno cambiamenti nellยeconomia capaci di compromettere gli obiettivi di stabilitร di medio-lungo periodo, saranno pronti ad agire di conseguenza: faranno ciรฒ che รจ necessario fare e lo faranno subito.
Le due spiegazioni non si escludono a vicenda. Ma per capire quale sia lยipotesi (o combinazione delle due) corretta abbiamo bisogno di maggiori informazioni.
DOVE VA LยINFLAZIONE
Due parole sullยinflazione. Le ultime rilevazioni mostrano che lยinflazione รจ in crescita. La maggior parte delle previsioni indicano che lยinflazione tendenziale (misurata dallยindice dei prezzi al consumo) non sarร tra un anno piรน bassa di oggi. Ciรฒ significa che inizieremo il 2009 con unยinflazione tendenziale almeno al 2,75 per cento, sicuramente al di sopra di quel 2 per cento che quasi tutti vorremmo vedere. E certo le decisioni di oggi non sono dirette a combattere questa minaccia: per il momento il Fomc rinuncia al suo obiettivo di inflazione, nel tentativo di evitare un peggioramento della recessione.
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GIANCARLO MAZZONE
Gli obiettivi di stabilitร di medio periodo dell’economia americana sono piรน minacciati dall’inflazione che dalla crescita dei consumi.
Un rallentamento dell’economia americana puรฒ dispiacere alle Borse e alla poltica, quella Usa in corsa per l’elezione del Presidente, ma รจ salutare per una crescita spinta troppo dalla fretta e dall’aviditร . Tagliare oggi i tassi d’interesse dello 0,75% portandoli al 3,5%, molto vicini alla inflazione reale, significa principalmente voler spingere i consumi gonfiando l’indebitamento. Per quanto tempo i tassi rimarranno al 3,5%, se l’inflazione continuerร a crescere? Ed รจ di un ulteriore aumento del debito ciรฒ che gli USA hanno bisogno? A me pare proprio di no.