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Alitalia in caduta libera, ma non i costi

Alitalia continua a perdere soldi. Tanto che senza il prestito ponte forse non sarebbe riuscita a pagare gli stipendi di maggio. Eppure, se si confrontano i costi del primo trimestre 2008 con quelli del primo trimestre 2007 si vede che, dopo dodici mesi di allarmi ed emergenza, su questo fronte non è stato ottenuto nessun risultato. Il problema di Alitalia non è un problema finanziario, ma di piano industriale. Per il quale serve un solido partner industriale. Ma non vorremmo che aspettare il socio significhi rinviare all’infinito il tentativo di raddrizzare i conti.

Negli ultimi venti anni, Alitalia ha chiuso diciannove esercizi in perdita e uno in utile. Nel 2007 ha perso un milione al giorno; nel 2006 erano stati addirittura due perché la società aveva dovuto prendere atto dell’’invecchiamento della flotta e l’ha dovuta svalutare.
Da agosto poi le cose sono peggiorate rapidamente, ce lo dice la liquidità che la società sta “bruciando” al ritmo di quasi tre milioni al giorno. La liquidità che Alitalia ha a disposizione nel breve periodo era pari a circa 600 milioni di euro a luglio 2007, quasi dimezzata a dicembre (367 milioni disponibili), scesi poi a 280 a gennaio 2008, 180 a febbraio e 90 a marzo. Il dato di marzo è stato “tirato su” a 170 vendendo l’’ultima argenteria di famiglia, le partecipazioni in Air France. Ma la situazione è pure peggiore se si considera che a fianco di questa disponibilità “lorda”, vi è anche un debito a breve di 140 milioni: la disponibilità netta era praticamente a zero già a fine marzo.
Il ritmo di caduta della liquidità è di circa 100 milioni al mese. Non a caso, la relazione trimestrale riporta 215 milioni di perdite.
E il prestito ponte? Senza i 300 milioni, ci sarebbero stati i quattrini per pagare gli stipendi di maggio? Probabilmente no.
A questo ritmo, i soldi bastano forse per tre mesi. Considerato che nel frattempo Alitalia si è vista riconoscere un colossale credito di imposta (a quanti contribuenti succede?), diciamo che abbiamo tempo fino a luglio, a essere generosi.

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ORMAI MARGINALE ANCHE PER GLI ITALIANI

Che succede? Alitalia è da anni incapace di intercettare la domanda di voli che emerge dall’’Italia. Da anni il numero di passeggeri della compagnia resta attorno ai 25 milioni anno, mentre il numero di voli effettuati dagli italiani esplode letteralmente: da 42 milioni nel 2000 a 82 milioni di passeggeri nel 2007, grazie a vettori quali RyanAir, EasyJet e così via.
Ovvero? In primo luogo, è falso dire che senza Alitalia gli italiani non volano: già ora solo una minoranza dei cittadini che vogliono volare si rivolge ad Alitalia. La compagnia di bandiera non è che una piccola parte dell’’offerta di voli in Italia, ma mentre il resto del mercato riesce bene o male a fare profitti, Alitalia continua a perdere.
E la situazione è sempre peggiore. Come dice molto onestamente il consiglio di amministrazione, il numero di passeggeri è in continua diminuzione. Da un lato il timore che da un giorno all’’altro cessino i voli, ci sia il “solito” sciopero, scoraggia i passeggeri. Dall’’altro, questo è la semplice risposta al fatto che Alitalia ha tagliato i voli.

E COMINCIARE A FARE EFFICIENZA?

Ma qui c’è un dato che “non torna”. Che il taglio dei voli causi una diminuzione dei passeggeri, è ovvio. Ma se sono stati tagliati voli “in perdita”, perché i conti di Alitalia vanno sempre peggio?
Parrebbe quasi che si siano tagliati i voli, ma non i costi, il che sarebbe terribile. E questo timore è purtroppo alimentato dai dati di bilancio, sempre peggiori e a un ritmo assolutamente senza precedenti.
Confrontando i costi del primo trimestre 2008 con quelli del primo trimestre 2007 si vede che, dopo dodici mesi di allarmi ed emergenza, su questo fronte non è stato ottenuto nessun risultato.
Mettiamo da parte il costo del carburante (l’’aumento del petrolio non dipende certo da Alitalia, e anche volando meno il costo aumenta). Ma il resto?
Gli altri costi sono diminuiti dell’’1,5 per cento. Tutto qui. E questo grazie soprattutto, a quanto dice il cda di Alitalia, alla minore manutenzione degli aeromobili, legata al fatto che si vola di meno.
Il problema di Alitalia non è un problema finanziario, ma un problema di “piano industriale”. E fin quando non si vedrà un partner industriale con spalle molto larghe (non tanto in termini finanziari, ma in termini di network) Alitalia non avrà un futuro, cordata o meno.
Non vorremmo però che aspettare il partner serva a rinviare all’’infinito il tentativo di raddrizzare i conti. Perché un’impresa sull’’orlo del fallimento non riesce a tagliare i propri costi? Cosa stiamo aspettando?

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LA RISPOSTA AI COMMENTI

23 commenti

  1. bizanto

    E la cosa ancora più strana è che i pochi voli rimasti, volano pieni (molto più pieni di altre compagnie). Non solo, ma mi dicono (personale alitalia ed aereoportuale di fiumicino) che spesso la maggior parte dei passeggeri non sono italiani, ma stranieri. Non solo, ma il costo totale del personale Alitalia è il più basso in rapporto al fatturato di tutte le principali compagnie europee? Che forse occorre applicare la regola di co-marketing usata (per esempio da Ryan Air) nei confronti degli aereoporti (in pratica l’aereoporto non viene pagato perchè ti faccio un favore a portare lì i miei aerei) ? Che forse per ridurre i costi occorra, piuttosto che chiudere i voli, fare un bel controllo sulle forniture Per esempio quanto costa un pasto all’Alitalia e chi lo fornisce ? (amici di amici ?) questo ovviamente vale per le bibite, i tovaglioli, le penne e tutto quello che può servire ad una compagnia aerea. Per esempio quanto costa ad Alitalia il servizio di handling di Malpensa ? è allineato con il resto di Europa ? o almeno con il resto d’Italia. Facciamoci queste domande, piazzamo un bel commissario a rivedere i conti e vedrai che Alitalia sarà profittevole.

  2. alessandro

    la domanda nasce spontanea : sono stati tagliati i voli ( ufficialmente improduttivi ), sono state ridotte le manutenzioni, sono state "ottimizzate" le scelte strategiche, ecc…. Tutte idee grandiose ma i dipendenti ? sarebbe interessante conoscere il nome di una qualsiasi altra azienda nel mondo che perdendo da 19 anni non si sia preoccupata di ridurre il personale… pensare che il fatto che non siano graditi renda evitabili i tagli all’occupazione è l’equivalente finanziario del ritenere che non curare una infezione ne eviterà il successivo diffondersi. sarebbe ora di accettare la realtà e smettere di vivere nel mondo delle fiabe. se tutti i potenziali acquirenti parlano di riduzioni un motivo ci sarà….

  3. vincenzo

    Posso confermare quanto scritto da bizanto. Dal 31 marzo i voli Alitalia sono sempre pieni. Da quella data ho volato con Alitalia da/per Roma 5 o 6 volte e ogni volta c’erano pochissimi posti liberi, cosa che prima non mi era mai capitata di vedere. Aggiungo però che le tariffe sono diventate quasi da low-cost; la settimana scorsa ho fatto un volo singolo Bucarest-Roma a 170 euro e qusta settimana Roma-Atene e Mosca Roma per 400. Fino a qualche tempo fa per voli sola andata avrei pagato 500 euro. Comunque il sospetto che Alitalia paghi una follia per tutto ciò che compra credo che sia molto fondato

  4. GIULIANO

    Grazie a Berlusconi ed ai sindacati si è impedito un piano industriale per mantenere parte del personale, in una azienda in attivo, senza più altri costi per il contribuente.

  5. Luca Cornetta

    Il nuovo piano industriale Alitalia puntava a ridurre l’operatività dell’azienda in modo da ridurne i costi. In un’azienda normale potrebbe funzionare, in Alitalia no. Sono 19 anni che cercano di ridurre i costi e non ci riescono. Ciò significa semplicemente che i costi della nostra compagnia di bandiera sono di fatto incomprimibili. L’unica soluzione sarebbe quella di invertire la strategia. Non cercare di portare i costi sotto i ricavi, ma i ricavi sopra i costi. Ciò significherebbe espandere la flotta con l’acquisto di numerose macchine per effettuare servizi sul lungo raggio, che sono quelli a più alto valore aggiunto, e magari rimpiazzare tutti gli MD80 con aerei più moderni in modo da aumentare il comfort a bordo (giustificherebbe un aumento del prezzo del biglietto, tra l’altro ho letto che i moderni Airbus di classe equivalente consumino il 30% in meno). Però servirebbe un folle disposto a investire cifre colossali nel rilancio…

  6. daniele

    Come riportato da Il Sole 24 ORE del 30.04 grzie a dati "riservati" le rotte spostate da Malpensa a Fiumicino (a partire da gennaio e, definitivamente, il 30.03) registrano un generale crollo dei coefficienti di riempimento. Tale indicatore, per Alitalia, è già da sempre più basso che per altre compagnie full service. La quota di traffico domestico (lo "zoccolo" che serve a ogni compagnia) intercettato dalla compagnia è tra le più basse d’Europa, mentre la sua presenza sull’intercontinentale (dove ci sono i margini più alti) è ormai ridotta al minimo. 19 esercizi negativi su 20 dimostrano chiaramente che il problema non è stato – o non solo – il doppio hub e in particolare Malpensa prima, così come non è stato utile oggi abbandonare Malpensa per recuperre i tanto sbandierati 200 milioni/anno di perdite che avrebbe prodotto l’obbligo del doppio hub. I sindacati sono in grado di fare il bello e il cattivo tempo, le clientele politico-economiche concentrate intorno alla Magliana fanno il resto. L’unica soluzione sensata è quella di commissariare l’azienda o, meglio, chiuderla e affidarci a operatori più capaci. daniele, milano

  7. Rao Giuseppe

    Della serie: quello che semini raccogli. Quanti settori non vanno perchè retti da un ostinato assistenzialismo? Bisogna dare effettivo corso alla libertà di mercato e andrà avanti chi merita. L’applicazione di questa regola non avrebbe permesso ad Alitalia di cadere così in basso.

  8. alberto

    Come normale cittadino l’unico augurio che possa avere è che Alitalia fallisca il prima possibile e che la nostra "lungimirante" classe politica, di destra e di sinistra, la smetta di sprecare soldi pubblici in questa maniera vergognosa.

  9. antonio puglisi

    L’Alitalia è lo scandolo conclamato della politica italiana. Tutti ormai ne sono coinvolti, lo stesso ex M. Padoe-Schioppa che ha concesso e riconosciuto (per opportunità di quieto vivere) ad una società fallita di fatto ulteriori prestiti e ulteriori risorse finanziarie, con la motivazione che se il prestito non fosse stato concesso, sarebbero scoppiati problemi di ordine pubblico. Lo stesso ricatto che la politica mafiosa, perpetra ufficialmente o ufficiosamente nel Meridione e nella Sicilia. Così è chiaro, con un intero sistema ormai coinvolto nel compromesso e nel clientelismo corporativo, non so proprio, come sia possibile sperare in un futuro qualsiasi.

  10. Daniele Ferretti

    Sono anch’io d’accordo per un commissariamento che consenta di vedere i costi reali e definire un Piano Industriale sensato e che recuperi competitività alla compagnia.

  11. Stefano Lalatta Costerbosa

    La questione Alitalia rischia di diventare una delle più nauseanti pochsde all’italiana. Vera e propria riserva di caccia di politici e sindacalisti, è arrivata ad un tale punto di deterioramento da essere oramai una delle vergogne nazionali, sia in termini di servizio offerto sia in termini di gestione complessiva. Con allegra spensieratezza i governi che si sono succeduti negli ultimi 20 anni hanno continuato ad ingrassare le fila del personale (bei voti garantiti..) senza curarsi del fatto che il costo è tutto sulle spalle dei cittadini. Chi ha provato solo a pensare di ristrutturare, è stato fulminato. La cosa tremenda è che si continua a far finta di nulla, si diffondono dati totalmente falsi (piano Air France, costi per Malpensa, cordata italiana e via di baggianata in baggianata) aggiungendo danno al ridicolo di cui siamo coperti internazionalmente (aspetto già le parole di Berlusconi quando dirà che i francesi (e i russi?) ci ammirano per le nostre linee aeree.

  12. Andrea Paone

    Con il governo Berlusconi si e’ chiusa ormai l’unica possibilita’ di liberarci di Alitalia. Forse e’ vero che Air France avrebbe fatto di Alitalia una compagnia regionale, di fatto marginalizzandola piu’ di quanto sia adesso…pero’ ci avrebbe tolto dal groppone una voragine finanziaria in cui sono stati buttati svariati miliardi (dei nostri) di euro. Che Alitalia sia italiana, che sia francese, che parta da Milano o che parta da Roma, l’unica cosa che importa e’ che i soldi dei contribuenti non vengano piu’ buttati per ripianare i debiti di aziende altamente inefficienti e per pagare i privilegi dei manager…e anche di un po’ di dipendenti. Esiste il mercato per tutti (o quasi) i lavori, che valga anche per Alitalia. Se qualcuno ha soldi (suoi!!) da voler spendere, bene, altrimenti finiamola qui. Tanto, e la storia di altre compagni lo dimostra, fuori la fila sarebbe lunga per l’acquisto di una compagnia aerea in fallimento.

  13. Davide Fazzini

    Per anni l’alitalia ha rappresentato il piatto sempre pieno (grazie ai soldi pubblici) in cui tutti dai sindacati, ai politici, ai lavoratori hanno mangiato a sbafo. Adesso la cuccagna è finita (anche se ci hanno "fregato" in extremis altri 300 milioni di euro).

  14. luigi zoppoli

    Alitalia è peggio che umiliante per il paese ed ancora di più per l’azionista pubblico. La domanda che mi viene da pormi è: se questo è l’approccio al tema Alitalia, peril quale si è buttata via un’occasione irripetibile di rilancio scegliendo l’impossibile via di cordate inutili, qual mai capacità si possono attribuire all’azionista pubblico? E siccome esso è rappresentato dal ministro del tesoro pro-tempore e dal governo in carica di qual mai capacità risolutive è ragionevolmente possibile accreditarlo?

  15. Provenza Vincenzo

    Perdonatemi ma a chi interessa l’Alitalia? Sicuramente non al sindacato che giustamente difende i privilegi dei lavoratori e dei sindacalisti. Sicuramente non ai politici che la considerano una riserva di caccia. Sicuramente non ai clienti di Alitalia che stanno imparando a volare con altre compagnie. Sicuramente non ai lavoratori che conservano i loro privilegi. Sicuramente non ai fornitori che possono contare sulla bontà di un acquirente pubblico dove nessuno mai risponde di nulla. Sicuramente non agli italiani che hanno votato per la parte politica che si era schierata apertamente contro l’unica ragionevole privatizzazione possibile. Alla fine cosa sono 300ml di euro nel bilancio pubblico, una goccia in un mare di sperperi.

  16. alessandro

    il commissariamento non è una soluzione percorribile visto che la legislazione italiana vieta ai commissari straordinari l’accesso al credito. questo significa che, constata la eventuale mancanza di liquidità, si dovrebbe chiudere l’azienda : stante le attuali condizioni di alitalia mi pare chiaro che la roulette russa è meno spericolata…. ormai cordata o morte…

  17. marcello battini

    Fallito il tentativo, preso con molto ritardo dal Governo Prodi, si potrebbe riprovare
    a ricontattare Air France che potrebbe anche riprendere il filo della trattativa, a condizioni più onerose per il Paese, in caso contrario, sarà percorribile solo la strada del fallimento. Con grande gioia da parte dei cittadini.

  18. Gabriele Di Giovacchino

    Dalle sbrigative dichiarazioni rilasciate dal Ministro Tremonti ho appreso l’intenzione del Governo di trasformare il c.d. prestito ponte in patrimonio netto: l’operazione ricorda quella che compiono spesso le holding per evitare il fallimento delle proprie società controllate, coprendo le perdite delle stesse attraverso la rinuncia al diritto di rimborso di prestiti precedentemente erogati. Se così è, oltre a configurarsi l’ennesimo tentativo di raddrizzare i conti, il pericolo maggiore per l’Erario (e quindi in ultima analisi per i contribuenti) è quello di perdere definitivamente anche quest’ultima somma erogata: in caso di liquidazione o procedura concorsuale dell’Alitalia, il patrimonio netto potrebbe essere rimborsato solamente con le eventuali somme residue dopo il pagamento di tutti gli altri creditori. Eventualità alquanto remota.

  19. renato

    La stragrande parte di quelli che dovrebbero intervenire per redigere il certificato di morte, ha usufruito della stessa AZ , per collocare parenti ed amici o per trarre vantaggi economicamente significativi con appalti ad amici o amiche. Se morisse la vacca, tutto dovrebbe essere rimodulato ma di questi tempi dove trovarne una nuovaed altrettanto muinifica? L’alitalia ancora oggi produce dirigenti; funzionari; posti di lavoro; appalti e quantaltro, e nessuno interviene: perché?

  20. Massimo GIANNINI

    Il nuovo governo si distingue ancora con la finanza e contabilità creativa: il prestito Alitalia sarà trasferito in conto capitale come parte del patrimonio netto. Complimenti alla manovra sottobanco. Da quando i prestiti diventano capitale sociale? Alitalia non é una società quotata in borsa e sul mercato? Ma se la UE non ha nemmeno autorizzato il prestito come si pretende che si possa fare per tale via un’integrazione del capitale sociale. Il ministro dovrà spiegare a chi ha un mutuo che anche loro potranno integrare a capitale proprio una parte del prestito della banca e mai più rimborsarlo. I 300 milioni di Euro pesano nelle tasche delle famiglie italiane alcune decine di euro a testa.

  21. FRANCESCO PAGLIANO

    Se fallisce l’Alitalia i nostri figli avranno un’opportunità in meno nel mondo del lavoro. La nostra generazione starà meglio ma i nostri figli molto peggio. Sentiamoci per una volta italiani e diamo fiducia a questo governo che può dominare i sindacati. Se non riesce neanche il nuovo governo meglio il fallimento, mai una compagnia straniera.

    • La redazione

      Caro lettore,
      spero Alitalia non fallisca e che resti sul mercato facendo profitti. Ma se fallirà una compagnia che fa volare a prezzi troppo alti e blocca
      i diritti di volo e di atterraggio che altri potrebbero utilizzare meglio, sarebbe solo un bene. Per i nostri figli. Una lista dei possibili effetti?
      – altre compagnie prenderanno il posto di alitalia e potranno assumere i nostri figli
      – queste compagnie (più efficienti, se no falliranno anche loro) praticheranno tariffe più basse, e quindi i nostri figli spenderanno
      meno per spostarsi, quindi faranno più turismo (con beneficio per i nostri figli che lavoreranno in alberghi o ristoranti) e invieranno più
      merci (con beneficio per i nostri figli che le produrranno)
      – poichè questo spingerà a far volare più persone e più merci, l’occupazione nel settore potrebbe aumentare…
      – con i soldi che lo Stato avrà nel frattempo cessato di buttare dal finestrino (5 miliardi di euro negli ultimi anni, dicono, ma temo siano
      molti di più) i nostri figli beneficieranno di migliori servizi. …potrei continuare. Ovviamente so benissimo che non tutto questo è
      automatico, ma far fallire imprese balorde significa semplicemente lasciare spazio per imprese migliori e far funzionare meglio tutto il
      sistema… nell’interesse dei nostri figli…
      Con i migliori saluti
      carlo scarpa

      p.s. ma non si preoccupi. Non la fanno fallire. Secondo me, qualcuno che
      la prende in cambio di pagamenti che riceve in altri mercati, lo
      trovano… Purtroppo.

  22. FRANCESCO PAGLIANO

    Come vede si sbagliava; Alitalia va meglio, rispondendo ai lettori non si dovrebbe guardare alla propensione politica, ma al buon senso che è quello che oggi manca sia a destra che a sinistra purtroppo.

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